Recensione di Francesca Mogavero
Autore: Ken McClure
Traduzione: Paola Vitale
Editore: Bibi Book
Pagine: 306
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Gerusalemme. Un medico e un sacerdote conducono ricerche sulla vita in Terra Santa. Cercano volontari che si sottopongano a un test. Sotto ipnosi, sembrano emergere vite precedenti. In un contesto agghiacciante, almeno venti uomini, stesi su letti di legno, appaiono in condizioni spaventose. Sicuramente sono pazienti psichiatrici. Perché mai cristiani gestiscono un posto così, nel cuore di Gerusalemme? Kansas City. Il neurochirurgo Macandrew asporta un tumore al cervello a Jane Francini, moglie di un noto imprenditore. Si tratta della rimozione di un cancro alla ghiandola pineale. Al risveglio, però, Jane non riconosce nessuno, ha una voce infantile, dice di chiamarsi Emma Forsyth e di vivere a Foulton Grange, in Scozia. Dichiarata affetta da disturbo di personalità multipla, Jane Francini viene rinchiusa in manicomio. Macandrew, certo della riuscita dell’intervento, parte alla volta della Scozia e poi di Parigi, in cerca di risposte. Qual è il mistero della malattia psichiatrica della donna? È soltanto il frutto di una terribile casualità o c’è correlazione fra la malattia oncologica e il disturbo psichico insorto subito dopo? C’è qualcuno che ne conosce i meccanismi più profondi e li manipola per scopi illeciti? Gli esperimenti condotti a Gerusalemme hanno un legame con il caso di Jane Francini?
Recensione
L’errore umano è sempre in agguato, è sempre contemplato, lo mettiamo in conto (anche se cerchiamo di non pensarci) quando affrontiamo un viaggio, un esame clinico appena più invasivo e impegnativo del solito… Basti pensare al cumulo di scartoffie, ai consensi informati, alle note scritte in piccolo, che firmiamo senza soffermarci troppo, per evitare ulteriori carichi di ansia.
Dell’errore umano è consapevole soprattutto chi, quel servizio di trasporto o sanitario, lo eroga. E ne avverte la portata e le conseguenze quanto più le possibilità che tale sbaglio si verifichi sono remote e il suo operato è stato svolto in modo ineccepibile.
John Macandrew, neurochirurgo di una clinica privata di Kansas City, compie un intervento “da manuale” su una giovane paziente, asportando un tumore che interessa la zona della ghiandola pineale. Nessuna esitazione, nessun tessuto inciso per sbaglio, nessuna distrazione, eppure qualcosa va storto.
Al suo risveglio, Jane Francini non è più in sé, alterna momenti in cui cerca la sua mamma e la sua bambola e dice di chiamarsi Emma ad attimi di agitazione estrema, espressa in una lingua incomprensibile. È irriconoscibile agli occhi di chi l’ha conosciuta prima, non è più lei.
Macandrew, per sfuggire a un latente senso di colpa e soprattutto agli attacchi legali, verbali e fisici del marito della donna, si immerge nelle ricerche e parte per l’Europa, destinazione Scozia, per rintracciare il villaggio da cui il suo bisnonno è partito per l’America.
La sua strada (e il destino) si incrocia con quella dei tre ricercatori che hanno ottenuto brillanti risultati sul raro “tumore di Hartman” (la patologia di cui Jane risulta affetta), per poi abbandonare il progetto all’improvviso e senza lasciare traccia: perché?
Quale straordinaria scoperta, forse troppo sconvolgente per essere accolta dalla comunità scientifica e tollerata dall’umana sensibilità, è emersa dai vetrini?
Una verità sensazionale e che scardina il sistema e la fede attuali, certo, ma non solo: gli esperimenti di John Burnett, Ashok Mukherjee e Simone Robin attirano l’attenzione di chi ha sete di potere e conoscenza e vorrebbe servirsene per i propri scopi.
Ed ecco che un nuovo piano, parallelo e avverso, si inserisce nella narrazione: quello che ha come protagonista Dom Ignatius, ambiguo e inquietante sacerdote in cerca di voci e dettagli di un altro tempo. Con qualsiasi mezzo.
Per Macandrew non ci sono alternative: suo malgrado, complice anche un sentimento appena nato, dovrà passare dal camice all’azione. In palio non solo la sua carriera e la chiave per restituire a Jane e a tanti altri pazienti l’identità, ma soprattutto la salvezza.
Un crocevia tra medical thriller, historical fiction, pura adrenalina e un pizzico di mistero: questo è Vite passate di Ken McClure, un romanzo avvincente che ci porta dall’asettico e ultramoderno mondo del bisturi al fascino rétro del Continente, passando per viaggi per mare, Mdina e la Terra Santa, sulle orme di personaggi grandi, reliquie, tesori ed esistenze che si fondono e confondono.
Ken McClure
Ken McClure vive a Edimburgo. È autore di successo di ventitré medical thriller che hanno raggiunto le vette delle classi che internazionali dei bestsellers e sono stati tradotti in più di venti lingue. In Italia è uscito Pestilence e il Codice di Pandora (Miraviglia Editore) e Terrore Invisibile (Urania Mondadori).