Recensione di Cristina Bruno
Autore: Anna Ersilia Pavani
Editore: Mondadori
Genere: thriller
Pagine: 306
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Immagina un’isola rigogliosa, e cinque bambini che rubano una barca per visitarla. Immagina una nebbia improvvisa, che tutto avvolge. E lì, nello strano sottobosco, immagina un albero illuminato dal sole, e le foglie che scintillano e vibrano alla brezza, riempiendo l’aria di un suono crepitante. Solo che non sono foglie: sono fotografie. Fotografie di occhi. Gli stessi occhi che, diciannove anni più tardi, affollano gli incubi di Lisa Harding, detective della Omicidi di Londra. Delle ultime settimane Lisa ricorda poco. I colleghi le raccontano che è stata assalita, che ha rischiato di morire, ma mentre cerca di ricostruire l’accaduto, riesaminando il caso di omicidio su cui stava indagando, Lisa si rende conto che i lampi frammentari nei suoi sogni sono più antichi, memorie sopite di un’estate lontana in riva a un piccolo lago fra le montagne del Trentino, che portano con sé dettagli sempre più inquietanti: il cadavere di una donna su un’isola tetra e una bambina mai più tornata. Lisa è certa che anche quei ricordi siano legati al killer a cui sta dando la caccia, e decide così di tornare in segreto al paese di quella lontana vacanza, senza immaginare che qualcosa di terribile si agita ancora nelle acque del lago.
Recensione
Lisa Harding è una giovane detective della polizia di Londra. Una sera, poco dopo essere uscita dalla palestra, viene assalita nel parcheggio e ridotta in fin di vita da uno sconosciuto. Se non fosse intervenuto un passante a fermare la furia omicida, sarebbe probabilmente stata uccisa.
Quando riprende conoscenza in ospedale non ricorda niente dell’agguato ma in compenso riaffiorano alla sua mente lontani e confusi ricordi di infanzia che diventano via via sempre più nitidi e inquietanti. La nebbia un cadavere di donna, tante foto di occhi, una piccola barca e la sensazione di annegare… Diciannove anni prima durante un campeggio presso un lago del Trentino assieme a quattro suoi amichetti, Elena, Matteo, Maria e Rosa, aveva raggiunto di nascosto un’isoletta ritenuta stregata dagli abitanti del luogo.
Come tutti i bambini erano incuriositi dalla fama sinistra del luogo e desiderosi di mettere alla prova il loro coraggio, sfidando la nebbia, la fitta vegetazione e addirittura le sabbie mobili. Ma quello che avrebbero visto e quello che sarebbe accaduto dopo li avrebbe segnati per tutta la vita.
E un po’ alla volta Lisa inizia a pensare che il suo passato sia in qualche modo oscuro legato anche al suo presente. Decide perciò di tornare in Trentino, dove tutto è cominciato e cercare il bandolo della matassa per scoprire l’origine dei propri incubi e svelare il nome dell’assassino di ieri e forse anche di oggi.
Il thriller è ben giocato, dall’inizio alla fine e tiene il lettore in sospeso, incerto se propendere per la soluzione soprannaturale o per quella razionale. Le memorie di Lisa bambina si sovrappongono al racconto dando corpo ai fantasmi che popolano tutto il racconto. Sullo sfondo la storia dell’isolotto e della presunta strega che nel 1600 vi trovò la morte, annegata per mano dell’Inquisizione.
Il testo riesce a coinvolgere il lettore con descrizioni accurate e atmosfere sapientemente calibrate. I profili psicologici delle vittime e dei colpevoli si integrano nella storia, dandole consistenza. Lo stile è scorrevole e il linguaggio semplice ma non banale.
Lisa è una sorta di profiler che riesce a immedesimarsi nei meandri contorti della mente dell’assassino, intuendone il lato oscuro. La sua innata propensione alla vita solitaria e al lavoro individuale la porta inevitabilmente a trascurare il gioco di squadra, seguendo un’invisibile traccia nota solo a lei. Il suo comportamento avventato la porta a concludere il caso ma anche a mettersi spesso in serio pericolo.
Nelle indagini in Trentino si trova a fianco il maresciallo capo Roberto De Santis che diventa una sorta di padre adottivo, premuroso e ansioso, sempre pronto a soccorrerla e a trarla in salvo al momento giusto.
Un bel libro, da leggere tutto d’un fiato alla ricerca del colpevole e del suo oscuro, ma non troppo, movente.
A cura di Cristina Bruno
Anna Ersilia Pavani
vive nello splendido scenario della Valpolicella, in provincia di Verona. Ama la natura e gli animali, ha un cavallo, un cane e due gatti, tutti salvati e adottati. Appassionata di pittura, nel tempo libero dipinge e realizza quadri e trompe-l’oeil con soggetti ispirati ai paesaggi che la circondano e al mare, che ama sin da bambina. È autrice di romanzi d’avventura, pubblicati sotto pseudonimo. Voci nella nebbia è il suo romanzo d’esordio con la Narrativa Italiana Mondadori.
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