Recensione di Barbara Berto
Autore: Sandro Veronesi
Editore: La Nave di Teseo
Genere: Narrativa
Pagine: 448
Anno di pubblicazione: 2010
Nuova edizione: 2020
Sinossi. Un albero ghiacciato, di un rosso vivo, pulsante, intriso di sangue. Una strage indicibile si è consumata ai piedi di quell’albero: undici vite strappate da undici cause di morte diverse, avvenute contemporaneamente, in un lampo. I quarantadue abitanti di Borgo San Giuda, travolti dall’onda d’urto di quella scoperta, si ritrovano al centro dell’attenzione mediatica. Semplici testimoni del male, diventano i protagonisti dimenticati di questa storia, e tutti insieme scivolano nella follia. Mète, il giovane protagonista degli Sfiorati, dopo vent’anni è diventato don Ermete, e ora che custodisce il suo segreto sotto la tonaca non può abbandonare i suoi parrocchiani. Insieme a Giovanna Gassion, giovane psichiatra in fuga da un amore finito, cercherà in tutti i modi di mettere in salvo quel mondo di poche anime perse e mute, che sembrano lontanissime ma che in realtà siamo noi. Pagina dopo pagina sembrerà di entrare in quelle case modeste dove germina la follia, di incrociare quegli sguardi disperati e soli, e infine di sentirsi lievi e salvi, una volta arresi davanti al mistero. Sandro Veronesi, due volte vincitore del premio Strega, compone un romanzo che tiene col fiato sospeso, e illumina con la forza della scrittura, nella tradizione letteraria di Balzac e Dostoevskij, le ombre più nascoste dell’animo umano.
Recensione
Esattamente dieci anni fa avevo affrontato questa lettura e ne ero stata stregata. Lo avevo trovato un libro geniale nel saper raccontare, con inattesa maestria, la potenza del mistero che rovescia tutti punti saldi della nostra cultura, società e saperi, e riesce ad uscirne senza banalità, con un finale che ho considerato un inno alla fragilità umana nella sua potenza e preziosità.
Quando qualche giorno fa XY mi è tornato davanti, in questa nuova edizione, ho colto la palla al balzo per una rilettura, curiosa di vedere se mi avrebbe di nuovo portato via con sé.
E devo dire che così è stato anche questa volta.
L’autore inizia subito a spiazzare il lettore con la descrizione di un fatto che non ha spiegazioni possibili, che non rispetta nessuna legge scientifica, ma che è affascinante e intrigante quanto un episodio dei migliori x files.
E così, da questo fatto in poi, tutta la narrazione tiene incollato il lettore che resta in attesa della soluzione, di una spiegazione possibile.
Piano piano invece quel buco nero, dove niente sembra funzionare secondo le normali regole fisiche, si allarga fino ad ingoiare tutto e tutti, trasformando un intero paese in antimateria.
La scienza perde affidabilità, le persone impazziscono e nemmeno la fede resiste. E persino la neve inizia a fioccare per non smettere più… come in un nuovo diluvio universale.
E al lettore, che a questo punto guarda il mondo a testa in giù, spiazzato e disorientato, non resta che chiedersi:
“E ora? Dove si andrà a parare?”.
Il rischio di un finale stracciato a quel punto è davvero molto, molto alto.
Mentre alcuni personaggi guariscono dopo anni di malattia, altri impazziscono dopo anni di presuntà sanità, molti se ne vanno perchè non è più possibile stare lì, un prete e una psichiatra insonni si incontrano, una notte, seduti a tavola, a cercare, l’uno nelle parole dell’altro, la soluzione, il motivo, la spiegazione, anzi forse semplicemente il senso di tutto questo per poter quantomeno andare avanti.
Ed è lì che con un triplo salto mortale l’autore riesce a fare il miracolo: scalda i cuori dei protagonisti, e dei lettori, perchè in quel formaggio con le pere ciascuno dei due protagonisti ritrova la parte più profonda e vera, sofferente e preziosa di se stesso, e nella condivisione di questo momento, così profondamente umano da avere del sacro, smette di nevicare e una nuova vita si presenta per essere salvata, recuperata, rifocillata. Apparentemente indenne.
A cura di Barbara Berto
www.instagram.com/gattaclarissa
Sandro Veronesi
è nato a Firenze nel 1959. È laureato in architettura. Ha pubblicato: Per dove parte questo treno allegro (1988), Live (1996, nuova edizione La nave di Teseo 2016), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B–52 (1995, nuova edizione La nave di Teseo 2016), La forza del passato (2000, Premio Campiello e Premio Viareggio-Repaci, nuova edizione La nave di Teseo 2020), Ring City (2001), Superalbo (2002), No Man’s Land (2003, nuova edizione La nave di Teseo 2016), Brucia Troia (2007, nuova edizione La nave di Teseo 2016), XY (2010, Premio Superflaiano, nuova edizione La nave di Teseo 2020), Baci scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014, Premio Bagutta), Non dirlo. Il Vangelo di Marco (2015), Un dio ti guarda (2016), Cani d’estate (2018). Caos calmo (nuova edizione La nave di Teseo 2020) è stato tradotto in venti paesi ed ha vinto nel 2006 il Premio Strega e nel 2008 il prix Fémina e il prix Méditerranée. Il romanzo Il colibrì, uscito per La nave di Teseo nel 2019, ha vinto la LXXIV edizione del Premio Strega (il secondo per l’autore) ed è stato eletto vincitore della Classifica di qualità de “La lettura – Corriere della sera”. Sandro Veronesi ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie. Attualmente collabora con il “Corriere della sera”. Ha cinque figli e vive a Roma.
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