BLOGTOUR: CSI ALASKA




CSI Alaska: tra ghiacciai e foreste primordiali il connubio tra uomo e natura

 

TAPPA “ L’AMBIENTAZIONE”

(A cura di Antonia del Sambro)

 

L’Alaska è immensa e talmente variegata al suo interno che si può sciare o andare a caccia, così come si possono scalare le vette delle sue montagne mozzafiato o dedicarsi completamente alla pesca del salmone in estate. I parchi di questo Stato, che è tra i più grandi e meno popolati degli USA, sono una vera risorsa di informazioni infinite per ambientalisti, geologi, naturalisti, scienziati e ricercatori che arrivano a studiare l’Alaska da ogni parte del mondo.

Dana Stabenow ambienta proprio qui le sue storie e le indagini del suo personaggio più famoso, la aleuti Kate Shugak; anzi, fa di più: le ambienta nel Bush, ovvero tutta quella parte dell’Alaska a quasi intero beneficio e residenzialità dei nativi, che rimane fuori, come territorio e area geografica, dalla porzione raggiunta dalla rete stradale nordamericana. Pertanto, nel Bush alaskano ci si muove con mezzi che possono essere slitte trainate da cani, motoslitte, gatti delle nevi e anche piccoli areoplani o elicotteri privati. Gli abitanti del Bush, legatissimi alle loro origini e riconosciuti da leggi nazionali e federali, ci tengono a vivere, per la maggior parte, esattamente come vivevano i loro antenati. Tutto quello che non è del Bush o dell’Alaska è “Fuori”. Questo discorso vale per ogni altra parte del pianeta e per tutti quelli che arrivano in Alaska anche a viverci: anche loro sono “di Fuori” ma anche loro, se vogliono vivere nel Bush, devono rispettare le regole e le usanze di questa terra.

Si vive in fattorie circondate da boschi e vallate, senza elettricità o telefono. Il gasolio o la nafta vengono accumulati ogni anno in depositi annessi alle proprietà private e vengono usati per i mezzi o per i generatori personali. Più raramente per il riscaldamento delle abitazioni, tutte fatte in legno compensato e scaldate il più delle volte con legna da ardere.

 

 

Nel Bush alaskano, solo mettendo il naso fuori di casa si incontrano alci, lupi grigi, ghiottoni, orsi, caribù, scoiattoli, volpi, aquile di mare e coyote. La caccia e la pesca, consentite solo in alcune stagioni, forniscono cibo, mantenimento e una grande base per l’economia locale dell’intero anno.

La carne esiccata, il cioccolato, gli alcolici e la farina sono gli elementi principali con cui si sfamano gli aleuti e tutti coloro che si sono stanziati nel Bush nel corso dei decenni, per la maggior parte di origine russa e del Nord Europa.

L’Alaska, inoltre, possiede risorse naturali di estremo valore, come il gas, il petrolio, le miniere di argento e di rame e, soprattutto, l’acqua. Una risorsa infinita che circonda e fa parte dello Stato in ogni sua forma.

 

 

I racconti gialli della Stabenow, allora, diventano un vero e proprio viaggio per comprendere una delle regioni più ostiche e affascinanti del mondo: il gelo, la neve, le alte montagne come il Denali, le immense foreste di betulle, acacie, ontani e cicute o i grandi laghi ghiacciati e i fiumi perennemente in piena, più che dare l’idea di ultima frontiera, hanno spinto e continuano a spingere tanti a considerare l’Alaska ancora, e di più, terra di conquista. E il personaggio di Kate Shugak si muove con meravigliosa destrezza e consapevolezza in questi panorami, regalando al lettore pagine che sembrano più diapositive di viaggio; in una natura in cui può accadere di tutto ma, proprio per questo, più bella che mai.

Antonia del Sambro

 

 

TAPPE BLOGTOUR 

 

1) Recensione a cura di Laura Lancini.

2) I personaggi a cura di Ilaria Bagnati.

3) I casi a cura di Amanda Airola

 

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