Recensione di Laura Piva
Autore: Arnaldur Indriðason
Editore: Guanda
Pagine: 315
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2015
L’ultranovantenne Stefàn viene ritrovato cadavere nel suo appartamento di Reykjavik.
Nulla sembra fuori posto ed il caso sta per essere frettolosamente archiviato come morte naturale.
Durante l’autopsia però emerge un’altra verità: l’anziano è stato soffocato con un cuscino.
Konrad, un agente di polizia da poco in pensione, coadiuva i suoi ex colleghi nelle indagini e scopre che la vittima era in realtà un cittadino americano giunto in Islanda come poliziotto delle truppe di occupazione durante il secondo conflitto mondiale.
Emerge anche che nel passato dell’anziano assassinato c’è un’indagine relativa all’omicidio di una ragazza, che ha sfiorato anche la famiglia stessa di Konrad e che ha spinto Stefàn a tornare a vivere stabilmente in Islanda dopo la guerra.
Un’indagine in un’indagine.
Passato e presente si mescolano per svelare un mistero che ha attraversato la vita di tutti i personaggi coinvolti, generazione dopo generazione. La trama si sviluppa su due binari temporali paralleli e le scoperte fatte dal protagonista nel presente forniscono una chiave di lettura per gli avvenimenti accaduti in un passato oramai lontanissimo, anche dal punto di vista culturale.
Il protagonista, Konrad, è quasi un ponte che unisce queste due epoche poiché è nato nel 1944, anno in cui avviene l’omicidio che funge da innesco alla storia, e perchè vive sulla sua pelle l’evoluzione dei costumi e della società del suo Paese. Nelle pagine di questo romanzo dai ritmi lentissimi, l’autore ci racconta la storia di quest’isola ai confini del mondo che ha vissuto la guerra in modo molto marginale, essendo lontana da tutti i fronti di battaglia, ma che dalla guerra stessa ed in particolare dalla presenza delle truppe di occupazione britanniche e statunitensi, è stata profondamente cambiata, contaminata ma anche arricchita.
Lo stile della scrittura è elegante anche se a tratti un po’ noioso, dato che le indagini procedono per progressi piccolissimi.
Konrad, il personaggio principale, assomiglia molto ad Erlendur, il detective protagonista di molti romanzi di Arnaldur Indridason.
Questo libro è una sorta di documentario sulla storia recente dell’Islanda e lo consiglio caldamente a chi vuole approfondire la conoscenza di questa straordinaria Nazione.
Arnaldur Indriðason
Arnaldur Indriðason è nato nel 1961 a Reykjavík, dove ha sempre vissuto. Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi sia di sceneggiature, dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggior testata islandese, il Morgunblaðið. Tradotto in quaranta lingue, nel corso della sua ventennale carriera di scrittore ha vinto numerosi premi, fra cui due Glasnyckeln e un Gold Dagger. Guanda ha pubblicato tutti i suoi romanzi: Sotto la città, La signora in verde, La voce, Un corpo nel lago, Un grande gelo, Un caso archiviato (inserito dal Publishers Weekly nella lista dei dieci migliori gialli di tutti i tempi), Un doppio sospetto, Cielo nero, Le abitudini delle volpi, Sfida cruciale, Le notti di Reykjavík, Una traccia nel buio, Un delitto da dimenticare, Il commesso viaggiatore e La ragazza della nave.