La cripta di Venezia




Matteo Strukul


DETTAGLI:

Editore: Newton Compton

Genere: thriller

Pagine: 324

Anno edizione: 2024

Sinossi. Venezia, 1732. Nella cripta della chiesa di San Zaccaria viene trovato il cadavere di una giovane donna. Qualcuno le ha sfondato la bocca con un mattone, incastrandolo fra le mandibole. L’orrore di un delitto così raccapricciante sconvolge la Serenissima tanto più perché la fanciulla è una Mocenigo, la famiglia cui appartiene anche il doge, ormai morente a causa della veneranda età. Al suo capezzale viene chiamato Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, giacché la brutalità del crimine sembra richiamare i fatti sanguinosi di tre e sette anni prima, quelli commessi da Olaf Teufel, che proprio il grande pittore indagò, suo malgrado, con gli amici di sempre: l’impresario teatrale irlandese Owen McSwiney e il mercante d’arte britannico Joseph Smith.

Canaletto e i suoi amici dovranno lottare non solo per scoprire la verità ma anche per la loro stessa vita…

 Recensione di Sara Zanferrari


Nuova indagine per Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto: è in libreria dal 30 aprile l’ultimo capitolo della trilogia con protagonista il grande pittore del Settecento veneziano, conosciuto per le sue vedute prospettiche, la scelta del colore, il gioco delle luci e delle ombre.
Il padovano Matteo Strukul, ha avuto nel 2022 l’intuizione di farlo diventare investigatore, vista la sua abilità nel cogliere i particolari. Dopo “Il cimitero di Venezia” arriva “Il ponte dei delitti di Venezia” nel 2023, ed ora ecco “La cripta di Venezia”. 

Siamo naturalmente nella capitale della Serenissima, anno 1732, e la cripta è quella del monastero di San Zaccaria. Qui, sulla lastra dell’altare, viene trovato il cadavere di una giovane monaca con le braccia legate dietro la schiena e la bocca sfondata da un mattone, incastrato fra le mandibole. Il pittore viene messo al corrente del fatto, mentre si trova in Palazzo Ducale, al capezzale del Doge Alvise Sebastiano Mocenigo ormai in fin di vita. E subito il suo pensiero corre ad altri orribili delitti di anni prima, legati a una figura ben conosciuta:

“A Canaletto tornò alla mente una notte di sette anni prima. Quando tutta quella storia era cominciata. Perché ormai gli era perfettamente chiaro che Olaf Teufel doveva essere tornato”. 

Teufel, l’uomo che aveva terrorizzato Venezia con i suoi sanguinosi omicidi. Al sentire la descrizione del cadavere Canaletto ha un cupo pensiero: 

“sembrava proprio che quel fatto portasse il marchio di Olaf Teufel. Sospirò. Perché non aveva nessuna voglia di tornare a immergersi nel lutto e nell’angoscia, giacché di questo alla fine si trattava. E ogni volta, dopo quel genere di avventure, risalire alla vita era sempre più difficile. Aveva maturato la convinzione che qualcosa in lui si fosse guastato per sempre”. 

Non ama dover indagare, sente che non gli fa bene, tuttavia si mette al servizio della Repubblica, soprattutto quando con grande stupore viene informato che la giovane morta è la nipote del doge: Polissena Mocenigo.

Nel frattempo nell’ombra c’è una donna che sta tramando per indirizzare le elezioni del nuovo Doge a proprio piacimento (da lungo tempo, invero): Orsolya Esterházy, donna quasi più pericolosa di Teufel stesso.

Il mistero si infittisce pagina dopo pagina, traghettandoci dentro a Venezia, in particolare a una città sotterranea, inconsueta e ai più sconosciuta. In “superficie” incontriamo svariati personaggi realmente esistiti, come il medico padovano Giambattista Morgagni, notissimo per le autopsie, padre dell’anatomia patologica, troviamo nomi molto conosciuti di vari patrizi veneziani (Dandolo, Michiel, Pisani, Grimani, Morosini, ecc.), di pittori e artisti del tempo come Rosalba Carriera e Giulia Lama, e così via.

Mentre i membri della famiglia Mocenigo vengono uccisi con violenza inaudita uno ad uno, Canaletto dovrà scoprire da dove proviene tanta efferatezza e che rapporti ci siano con Teufel e il suo odio dichiarato per Venezia. Sempre che l’assassino sia proprio lui…

Matteo Strukul ambienta ancora una volta un suo romanzo in un’epoca affascinante della storia di Venezia, e più in generale del nostro Paese. I suo libri, tradotti in moltissime lingue, continuano a far conoscere ed amare l’Italia e la sua storia nel mondo, intento da egli stesso più volte dichiarato.

Attraverso la mia professione di romanziere è mia intenzione ricordare e celebrare i tanti meriti dell’Italia e degli italiani nel campo dell’Arte, della Bellezza e della Cultura”,

dice l’autore. 

E possiamo ben dire che gli riesce molto bene.

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Matteo Strukul


è nato a Padova nel 1973. È laureato in Giurisprudenza, dottore di ricerca in Diritto europeo e membro della Historical Novel Society. Le sue opere sono in corso di pubblicazione in quaranta Paesi e opzionate per il cinema. Per la Newton Compton ha esordito con la saga sui Medici, che comprende Una dinastia al potere (vincitore del Premio Bancarella 2017), Un uomo al potere, Una regina al potere e Decadenza di una famiglia. Successivamente ha pubblicato Inquisizione Michelangelo, Le sette dinastie, La corona del potere, Dante enigma, Il cimitero di Venezia, Il ponte dei delitti di Venezia, Tre insoliti delitti e La cripta di Venezia.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress