Il restauratore




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Daniel Silva

Traduzione: Fabrizio Pezzoli

Editore: Mondadori

Serie: Gabriel Allon #1

Genere: Thriller

Pagine: 428p., R

Anno di pubblicazione: 2001

Sinossi. Gabriel Allon, agente dei servizi segreti israeliani, si è rifugiato in Cornovaglia dopo aver assistito alla morte della moglie e del figlio ad opera del terrorismo arabo. Adesso conduce, per scelta, una vita quasi monacale, restaurando antichi dipinti e lottando contro gli incubi del suo passato. Solo Shamron, il suo vecchio capo, può convincerlo a scendere in campo un’altra volta. Il suo compito sarà scovare ed eliminare Tariq al-Hourani, anima nera di una cellula integralista, responsabile dell’uccisione della moglie e del figlio di Gabriel. Prima l’Europa e poi il Nordamerica sono lo sterminato campo di battaglia dove i due avversari si fronteggiano tra agenti doppi, gallerie d’arte, ricchi ebrei, avventurieri e personaggi indecifrabili.

Recensione. “Farai guerra tramite l’inganno.” (Motto del Mossad)

Se ho avuto il piacere di imbattermi nei libri di questo autore, il merito va sicuramente riconosciuto a Thrillernord. A luglio 2017 quando ho iniziato a collaborare con questo splendido gruppo, nel decidere fra svariati titoli quale scegliere per la mia recensione di prova, sono stata da subito attratta da “La vedova nera”. All’epoca quello era il sedicesimo libro pubblicato da Daniel Silva ma io fino a quel momento ne avevo completamente ignorato l’esistenza. La trama però mi ha da subito incuriosita, sia perché molto attuale, sia per le caratteristiche del protagonista e le ambientazioni.

Facendo un salto indietro di qualche anno e leggendo Il restauratore, primo libro della serie, ho avuto la possibilità di partire dall’inizio e conoscere un po’ meglio Gabriel Allon e il suo mondo. Un talentuoso artista, uno dei cinque migliori restauratori al mondo ma anche, e soprattutto, il miglior agente operativo che il Mossad abbia mai avuto in servizio.

“Pochissime persone sanno cosa vuol dire sparare a un uomo a distanza ravvicinata. Ancora meno sanno cosa significhi puntare una pistola alla tempia di un uomo e premere il grilletto.”

Purtroppo, però, da quasi dieci anni quest’importante ufficio governativo non può più contare sulla sua arma migliore. Gabriel ha deciso di uscirne e lasciarsi quella vita alle spalle.

È bastato un attimo, sentire il rumore del motorino di avviamento della macchina della moglie, un suono stonato che lui ben conosceva ed è stata sufficiente la consapevolezza che non avrebbe fatto in tempo a ripercorrere a ritroso quei pochi passi che lo separavano dall’auto dove all’interno c’era anche il figlio…

… Boom!

Tutto è finito per sempre.

Da qui il suo ritiro dalle scene come agente e la volontà di dedicarsi in solitudine al restauro.

Ma dopo tanti anni viene rintracciato e richiamato per una missione segretissima, che solo in pochi all’interno dell’Office conosceranno e che sarà ideata da colui che un tempo è stato il suo maestro, Ari Shamron, a sua volta rimesso in posizione di comando con l’intento di riportare lustro all’Agenzia.

La morte dell’ambasciatore israeliano a Parigi con una firma che non lascia dubbi su quale sia l’identità dell’attentatore, innescherà un processo che lascerà sangue e dolore, dando anche una motivazione molto forte ad Allon nel decidere di rientrare, col fine di mettere un punto su questa storia.

Il passato e il presente si intrecceranno, portando Gabriel a mettersi in discussione in più di un’occasione e rischieranno di fargli perdere quell’obiettività e quella freddezza che lo avevano reso il migliore a suo tempo, fino all’unico sbaglio che gli è costato tutto.

Affinché una missione riesca impara l’arte dell’inganno.

La preparazione di qualsiasi operazione necessita di studi meticolosi e approfonditi, perché nulla va lasciato al caso, è necessario essere sempre un passo avanti al nemico.

“Che la tua mano sinistra non sappia mai ciò che fa la destra.”

Proprio questo è ciò che Ari ha sempre insegnato al suo allievo migliore, Gabriel, il suo principe, il suo angelo sterminatore!

Un regista unico e tante pedine, dove nessuno saprà completamente quale sia la verità tranne colui che avrà la responsabilità dell’organizzazione. Ma questo principio varrà tanto per i servizi segreti israeliani quanto per le organizzazioni terroristiche.

Proprio per questo motivo, ho trovato questo libro un grande spettacolo, dove io spettatrice ho assistito alle diverse scene sul palco, ma con l’ulteriore privilegio di poter sbirciare anche dietro le quinte per poi assistere a quello che in televisione viene chiamato fuorionda. Io ascolto tutto, conosco i piani dei buoni e quelli dei cattivi, perché questo è quello che secondo me l’autore vuole che io faccia ma, c’è proprio un ma.

Sì, perché quello che ho detto sopra varrebbe se io con tutti gli strumenti che Daniel Silva mi ha fornito fossi riuscita a risolvere e fossi arrivata a terminare il libro conoscendo tutto prima di aver terminato i capitoli finali. Invece, proprio come recita il moto del Mossad niente è ciò che sembra, come in un’intricata, scatola cinese, difficile da comprendere per quanto sia perfetta.

Così perfetta che nemmeno i componenti della squadra conoscono per intero tutti i dettagli della missione. Ma nel mondo delle spie è normale, non esistono veri amici. Tutti sono sacrificabili in nome di un bene superiore. Tutti!

L’arte del restauro gli aveva insegnato una lezione preziosa. A volte ciò che appare in superficie è molto diverso da ciò che avviene appena sotto la superfice.”

L’unica cosa certa di questo libro è l’illusione, quel velo davanti agli occhi che mi ha fatto vedere solo ciò che io volevo vedere da entrambe le parti.

Gabriel è un grande personaggio, umano, scrupoloso, sensibile come potrebbe esserlo un vero amante dell’arte, ma all’occorrenza spietato e deciso. Ma è anche uno di quei protagonisti che con il suo amore per Israele che è la terra che gli ha dato i natali, ti trascina nella storia di un popolo e ti mostra con i suoi occhi incredibilmente verdi, mobili e penetranti una cultura dalle radici storiche molto profonde.

Insomma, potrei rimanere qui a scrivere per ore, nel tentativo di convincervi ad avvicinarvi a queste storie per farvi provare ciò che provo io ogni volta che leggo un suo libro, ma non credo che riuscirei a trasmettervi per intero le mie emozioni.

Sì, è un thriller. Sì, parla di spionaggio e c’è tanta azione, ma non è solo questo.

“E i nemici conosceranno che io sono l’eterno quando scatenerò la mia vendetta su di loro.” (Ezechiele)

Buona fortuna Gabriel! – בהצלחה גבריאל!

A voi dico buona lettura.

Daniel Silva


Daniel Silva: è nato nel Michigan. Si è laureato alla Fresno State University e iniziò anche un corso di specializzazione in relazioni internazionali alla San Francisco State University, lasciandolo però incompleto quando gli offrirono un posto di giornalista. Di famiglia cattolica si è convertito all’ebraismo in età adulta. Silva ha iniziato la sua carriera di scrittore come giornalista in un impiego temporaneo presso la United Press International nel 1984.

 

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