Basta un filo di vento




Franco Faggiani


Editore: Fazi

Genere: narrativa contemporanea

Pagine:

Anno edizione: 2024


Sinossi. Gregorio Bajocchi è un uomo di successo: esperto di finanza, avvocato, possiede la Conventina, un’azienda agricola di oltre mille ettari adagiata sulle colline tra Po e Appennino. La tenuta appartiene alla sua famiglia da sempre ma quando Gregorio l’ha ereditata, dopo la morte prematura di entrambi i genitori, aveva solo diciassette anni. A quel tempo, erano stati i contadini, lì da generazioni, a prendersi cura della proprietà consentendo all’azienda di prosperare e a Gregorio di studiare. Ormai adulto e in grado di occuparsi della Conventina, Gregorio sposa Cora, che conosce fin da ragazzo, dopo essere stato per un periodo legato a Emma, un’esuberante ragazza tedesca dalla quale ha avuto un figlio. Un fatto importante, però, mette scompiglio nella sua esistenza: una società straniera vuole acquistare l’azienda e trasformarla in un complesso turistico di lusso. La cifra offerta è consistente, ma che ne sarebbe poi delle famiglie che hanno sempre lavorato lì e della tradizione stessa dei Bajocchi? Dopo molte esitazioni, Gregorio decide di vendere, ma un nuovo avvenimento arriva a sconvolgere la sua quotidianità e quella di Cora. Emma, colpita da una forma precoce di demenza, in uno dei rari momenti di lucidità ha espresso il desiderio di tornare alla Conventina, l’unico luogo in cui si sia mai sentita veramente felice e amata da tutti. Ecco allora l’importanza del paesaggio, la natura che consola, l’amicizia che è prima di tutto accoglienza e quel filo di vento che, a volte, basta a cambiare una vita.

 Recensione di

Stefania Ceteroni


Chiudere gli occhi e ritrovarsi in quegli ambienti, tra quelle colline, sotto a quegli alberi. Questo è l’effetto che fa, ogni volta, leggere Franco Faggiani. 

Basta un filo di vento non fa eccezione.

Con una scrittura semplice ma incisiva, con descrizioni accurate come pennellate di un acquerello, l’autore prendere per mano il lettore e lo porta con sé dentro un mondo che diventa subito familiare, riconoscibile. Lo porta a vivere una vita, quella del protagonista, che sembra non avere nulla di straordinario ma che, a ben guardare, qualcosa di straordinario ce l’ha.

Sono i legami che si consolidano con i luoghi, con le persone.

Siamo sulle colline tra Po e Appennino: un ambiente naturale che sembra prendere letteralmente vita, una parola dopo l’altra, con tratti sicuri e brillanti tanto da diventare il coprotagonista assoluto della storia.

Luoghi evocativi tra i quali si trova l’azienda agricola di Gregorio Bajocchi, la Conventina: non solo un posto in cui si producono ortaggi ma un microcosmo nel quale le storie di chi vi ha vissuto e di chi ci vive si intrecciano e si rinsaldano continuamente. Un luogo del cuore non solo per il proprietario – che peraltro viene chiamato a fare anche una scelta importante che lo riguarda – ma per tutti coloro che sono parte di quell’azienda, al pari delle fondamenta, delle pareti, delle zolle di terra.

Proprio quando Gregorio è alle prese con una difficile scelta che potrebbe determinare il futuro di quell’azienda agricola e di tutti coloro che le gravitano attorno la vita gli pone davanti un evento che gli impone di frenare e fare scelte differenti. Scelte che mai avrebbe pensato di dover affrontare. 

Tra le righe mi è sembrato di sentire il cuore palpitante di quella terra sommarsi con quello dei personaggi che ne sono l’anima. Ed anche nel momento più difficile della storia, quando ogni rapporto avrebbe potuto essere messo a dura prova, mi è sembrato di sentire quei battiti ancora più forti. 

Devo ammettere che il modo di affrontare questo evento straordinario mi ha fatto pensare a qualche cosa di magico… come se fosse intervenuta una fatina ad appianare ogni possibile difficoltà legata a ciò che andava fatto. Ed ho pensato questo perché nella vita è sempre tutto molto complicato quando si verificano eventi di questo tipo.

Gregorio sembra vivere in una bolla, affiancato da una compagna che probabilmente, assieme ai suoi genitori, deve avere una bacchetta magica nascosta da qualche parte… questo ho pensato. Però devo anche ammettere che l’epilogo della storia ha aperto le porte alla speranza. E questo è sempre buona cosa.

Lettura consigliata.

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Franco Faggiani


Vive a Milano e fa il giornalista. Ha lavorato come reporter nelle aree più calde del mondo e ha scritto manuali sportivi, guide, biografie e romanzi ma da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna. Con La manutenzione dei sensi (Fazi Editore, 2018), vincitore di svariati premi, si è fatto conoscere e amare da moltissimi lettori. Con Il guardiano della collina dei ciliegi (Fazi Editore, 2019), si è aggiudicato il Premio Biblioteche di Roma 2019 e il Premio Selezione Bancarella 2020. Sempre con Fazi Editore, ha pubblicato Non esistono posti lontani (2020), Tutto il cielo che serve (2021) e L’inventario delle nuvole (2023), con il quale, tra gli altri, ha vinto il Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo 2023, il Premio Gambrinus Mazzotti 2023 e il Premio Selezione Bancarella 2024. I suoi romanzi sono stati tradotti con grande successo in Olanda, Ucraina, Bulgaria e Francia dove, con L’inventaire des nuages, ha vinto il Grand Prix du Salon International du Livre de Montagne de Passy 2024.