SOPHIE STAVA
Traduttore: Maria Francesca Agnelli
Editore: Piemme Edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 399
Anno edizione: 2025

Sinossi. Sloane Caraway è una bugiarda. Bugie innocue, per lo più. Piccole invenzioni per rendere la sua vita un po’ più interessante. Quando un pomeriggio al parco vede una bambina in lacrime e il suo affascinante papà disperato, Sloane non resiste: si finge un’infermiera e lo aiuta a rimuovere il pungiglione di un’ape dal piede della piccola. E così, grazie a una menzogna, si ritrova catapultata nello scintillante mondo della famiglia Lockhart. Jay e Violet Lockhart sono la coppia perfetta di New York: una casa elegante in città, la figlia che frequenta una prestigiosa scuola privata e le estati a Block Island, tra spiagge dorate e panorami mozzafiato. Un sogno in cui Sloane riesce a insinuarsi, un ruolo da tata che sembra troppo bello per essere vero. Ma i segreti non appartengono solo a Sloane. E dietro la perfezione dei Lockhart si nasconde qualcosa di molto più oscuro. Perché le bugie si sommano, diventano una nuova realtà… e una prigione da cui potrebbe non esserci via d’uscita.
Recensione
di
Sabrina Russo
“E’ solo che la verità è così poco interessante. Modificarla, cambiarne i dettagli, aggiungere un po’ di colore: sono cose che ho iniziato a fare da bambina, cattive abitudini di cui non mi sono mai sbarazzata. E adesso non mi viene più naturale dire la verità”.
Cosa rappresentano le bugie?
Sono come un vestito che scegliamo di indossare, un’espressione che decidiamo di mostrare, parole che vorremmo ci rappresentassero, luoghi che immaginiamo di aver visitato, lavori che vorremmo aver svolto, amicizie che auspichiamo di avere, case in cui desidereremmo vivere.
Tutto ciò che la nostra fantasia può produrre per creare un immagine di noi che non corrisponde minimamente alla realtà, poiché quest’ultima non ci piace, non è interessante agli occhi degli altri, non desta stupore in chi ci circonda, non ci fa stare al centro dell’attenzione come vorremmo.
Conosciamo una persona che vorremmo come amica, che stimiamo, copiamo fino ad emularne gli interessi, gli hobbies, i gusti, le preferenze, tanto da pensare di eguagliarne il taglio di capelli, il modo di vestire, ridere, esprimersi.
Inquietante, vero?
Sloane Caraway ammira Violet tanto da desiderare che diventi la sua migliore amica, la persona con la quale confidarsi e passare insieme il tempo libero, fino a creare un legame profondo e speciale come possono avere due sorelle, quasi gemelle.
Violet è sposata con Jay, un uomo bello e affascinante, insieme hanno una figlia che crescono amorevolmente in una splendida casa a New York. A suon di bugie, verità distorte, identità camuffate, Sloane riuscirà ad entrare a far parte di questo nucleo familiare all’apparenza perfetto, solido, inappuntabile. Ma è davvero tutto oro quel che luccica, o anche la splendida famiglia Lockhart nasconde dei segreti, ben celati dietro banali sorrisi e classici cliché?
L’autrice ci espone una protagonista bisognosa di attenzioni e affetto, insicura, insoddisfatta della vita che ha sempre condotto, il cui unico scopo è quello di essere accettata dagli altri a qualsiasi costo, a prescindere dalla verità e soprattutto non per ciò che è realmente, poiché ritiene non vi sia nulla di interessante o degno di nota nella sua quotidianità.
Nonostante si tratti di un personaggio incerto e influenzabile, debole e non malvagio e il suo intento sia intrecciare legami e non distruggerli, non è naturale provare empatia nei confronti di Sloane.
Ma le bugie hanno radici dissimili, motivazioni disparate e l’autrice ce ne mostra un’ulteriore tipologia, più subdola e manipolatrice, atta a raggiungere obiettivi personali privi di ogni sorta di scrupolo, per annientare piuttosto che preservare.
Sophie Stava, al suo esordio letterario, ci appassiona con un thriller dai forti risvolti psicologici in cui il ruolo di vittima e carnefice delle due protagoniste sembra alternarsi, confondendo e spiazzando il lettore, a dimostrazione di come il feeling, le alleanze, le connessioni nella vita di ogni essere umano siano fragili e sempre in balia di obiettivi individuali che cambiano repentinamente.
La prosa, in prima persona, si avvale dei punti di vista dei tre personaggi principali, permettendo così al lettore di poterne captare la psicologia intrinseca e complessa, regalandoci un finale inaspettato e altrettanto inquietante.
Un thriller che coinvolge, in un crescendo di suspense soprattutto sul finale, e che esula dai romanzi sui generis in quanto si avvale, a mio avviso, di una forte componente romance.
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Sophie Stava
ama leggere da sempre. La sua passione per la lettura l’ha portata a studiare Letteratura Inglese all’Università della California di Santa Barbara, dove ha conseguito la laurea triennale. Ha trascorso diversi anni (tra le altre cose) come organizzatrice di eventi, responsabile del reclutamento di dirigenti e ghostwriter, prima di dedicarsi alla scrittura. Attualmente vive nel sud della California con la sua famiglia. Quando non scrive, la troverete a leggere, a fare da assistente personale ai suoi figli e a viaggiare. “Fidati di me” è il suo romanzo d’esordio.