Giorno di risacca




Maylis De Kerangal


Traduttore: Maria Baiocchi

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa/noir

Pagine: 189

Anno edizione: 2025


Sinossi. Una telefonata inaspettata interrompe la quieta routine di una donna parigina: sulla spiaggia di Le Havre, città dov’è nata e ha trascorso la giovinezza, è stato ritrovato il corpo di un uomo senza vita. Chi è e perché aveva in tasca un biglietto con il suo numero di telefono? In un’unica, intensa giornata, la protagonista si immerge nelle strade di un luogo intriso di memorie e segreti. Le Havre diventa così lo scenario di un viaggio intimo e perturbante, dove il passato riaffiora con la forza inarrestabile della risacca.

 Recensione

di

Marco Lambertini


Una telefonata da parte della polizia di Le Havre, il  corpo di uno sconosciuto ritrovato con il numero di telefono della protagonista scritto su un foglietto. Un inizio molto noir da il via ad un romanzo intenso, secco, con una trama che costeggia il thriller e diventa un racconto intimo e a volte straziante della vita della protagonista.

La donna arriva da Parigi, dove lavora come doppiatrice e sta vivendo un periodo difficile al lavoro.Dopo aver parlato col poliziotto, vaga per Le Havre, città  dove è nata e ha vissuto per l’intera giovinezza, ma dove non torna da oltre 20 anni, e in questo girovagare ripercorriamo la vita della protagonista attraverso ricordi passati e riflessioni sul presente.

Il libro è raccontato in prima persona dalla protagonista che, tranne il nome, viene messa completamente a nudo dall’autrice. Dare un nome alla vittima, tornando negli ultimi luoghi che dovrebbe aver frequentato, diventa quasi una ossessione per lei che non sa dare un nome a quel volto che le sembra sconosciuto ma allo stesso tempo familiare.

In questa ricerca spicca la descrizione di Le Havre, presentata con i colori lividi del tardo autunno e sempre con al centro l’oceano che è immutabile al trascorrere del tempo, al contrario della città, totalmente distrutta dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale, ma anche completamente diversa da quella della giovinezza della protagonista.

“è per via di Le Havre, se avessero ritrovato quel tipo a Dole o Bergerac non sarebbe la stessa cosa, ma lì, a Le Havre, ti scombussola; è Le Havre il tuo problema.”

Caratteristica importante sono le descrizioni sia dei personaggi che delle azioni che essi compiono, raccontate in modo preciso, quasi maniacale, sempre tratteggiate con frasi brevi, secche e spesso  intrise di dolore sia quando ricorda avvenimenti del suo passato, come la prima notte passata fuori casa con l’amore dei 17 anni, o quando incontra Daria e Julia, giovani esuli ucraine, attraverso le quali De Kerangal descrive in modo struggente ed emozionante l’inizio di una guerra quasi annunciata ma non per questo meno dolorosa ed improvvisa.

“è andata molto veloce la guerra, a Charkiv, tutto si è rovesciato di colpo, è l’alba, ti rolli una sigaretta alla finestra, l’aria del mattino ti rinfresca le guance, il tuo amico dorme ancora, fai un primo tiro,hai voglia di un caffè, pensi al concerto che ci sarà la sera, finirai per tornare a letto perché hai voglia di fare l’amore, ed è come una pellicola che salta nel proiettore cinematografico, una detonazione, tutto si ferma, taglio, tutto nero, black-out, e a partire da là, la tua vita di prima ti sembra così lontana che ti chiedi se è davvero esistita, se l’hai vissuta o non era piuttosto un sogno, ma non hai il tempo di farti quelle domande, non hai il tempo di rimpiangerla, la tua vita, è un’accelerazione inaudita e sei presa in quel vortice, il tuo pensiero si paralizza, sei condizionata da riflessi meccanici, dalla paura che ti spinge a nasconderti, a fuggire o a lottare, un’emozione che pensavi di conoscere ma che non conosci.”

Il ritmo del racconto è cadenzato da frasi brevi con virgole continue e mescolando presente e passato, dialoghi e ricordi. Ritmo che quasi esplode, come l’onda improvvisa che avvolge e copre l’io narrante e la riporta di nuovo all’improvviso alla sua giovinezza e forse a scoprire chi si cela dietro quel corpo.

“… pensavo a un uomo che avevo conosciuto a sedici anni, per qualche mese, un’estate, che adesso ne avevo quarantanove: come riconoscere qualcuno il cui viso era cambiato, invecchiato, divenuto irriconoscibile?”

Il suo ritorno alla sera a Parigi diventa così non solo il resoconto di quella strana giornata e degli incontri che la telefonata improvvisa ha causato, ma anche una ricostruzione della protagonista  dei rapporti con il marito e la figlia.

Un “giallo” dell’anima, un racconto teso e doloroso e insieme dolce e delicato,ed un finale fulminante e insinuante.

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Maylis de Kerangal


è considerata una delle più importanti scrittrici francesi contemporanee. Con Feltrinelli ha pubblicato Nascita di un ponte (2013), Prix Médicis e Premio Gregor von Rezzori; Riparare i viventi (2015; Grand Prix RTL-Lire e Premio Letterario Merck), Lampedusa (2016) e Corniche Kennedy(2018; finalista al Prix Femina, al Prix Médicis e al France Culture/Télérama) adattato al cinema dalla regista Dominique Cabrera e indicato come lettura consigliata per gli studenti nei licei francesi.