Gli angeli di Lucifero




Fabrizio Carcano


Editore: Mursia

Genere: Thriller

Pagine:

Anno edizione: 2025


Sinossi. Milano, giugno 2009. Nel periferico cimitero di Chiaravalle viene profanata la tomba seicentesca del marchese Ludovico Acerbi, passato alla storia come il Diavolo di Porta Romana. Sembra un banale episodio di teppismo, ma nei giorni successivi, sotto la Madonnina, un misterioso assassino che sembra voler riscrivere le regole della giustizia lascia dietro di sé tre vittime, simboli enigmatici e messaggi inquietanti. Mentre le indagini del commissario Bruno Ardigò e dell’amico giornalista Federico Malerba si intrecciano con il mondo esoterico e vecchie verità mai del tutto sepolte, si fa strada un inquietante dilemma: fermare un killer spietato o svelare una verità che potrebbe cambiare tutto? Tra rimandi a sette occulte, vendette private e depistaggi, la giustizia sembra una moneta dalle due facce, e la verità è più sfuggente che mai.
Una nuova versione aggiornata per il grande successo di Fabrizio Carcano, pubblicato per la prima volta nel 2011 e il cui ebook è stato il più scaricato dai lettori milanesi nell’ambito dell’iniziativa «Milano che legge», con diciassettemila download in ottanta giorni.

 Recensione

di

Giusy Ranzini


Gli angeli di Lucifero è un thriller denso e magnetico, in cui Fabrizio Carcano mescola abilmente finzione e realtà storica, mistero e cronaca nera, esoterismo e razionalità, in una Milano che si fa protagonista silenziosa ma palpabile, teatro di una vicenda che scava nella memoria sepolta della città e della sua parte più oscura. È il secondo romanzo con protagonista il commissario Bruno Ardigò e l’amico giornalista Federico Malerba, ma si può leggere in autonomia, grazie a una struttura narrativa solida e avvincente.

Siamo nel giugno 2009, e la vicenda prende il via nel cimitero di Chiaravalle, periferia sud-est di Milano, in un luogo reale ma spesso dimenticato, dove la profanazione della tomba del marchese Ludovico Acerbi – figura realmente esistita e storicamente controversa – scatena una catena di eventi inquietanti. L’Acerbi, detto il “Diavolo di Porta Romana”, è uno di quei personaggi borderline della storia milanese, vissuto tra il XVI e il XVII secolo, legato a storie di crudeltà, ambiguità morali e presunti legami con il mondo dell’occulto. Carcano sfrutta questa figura storica per dare profondità e inquietudine al suo romanzo, fondendo documentazione storica e leggenda in modo molto efficace.

La scelta di partire dalla profanazione di una tomba seicentesca non è casuale: evoca la fragilità della memoria storica, la sottile linea che separa il rispetto dei morti dal desiderio di dissotterrare verità scomode. E da lì si passa al presente: un assassino spietato inizia a colpire, lasciando dietro di sé messaggi criptici, simboli esoterici e una scia di sangue che sembra guidata da una logica superiore, quasi iniziatica. I delitti non sono casuali, né banali. Ogni omicidio è una tappa in un percorso simbolico che sembra voler sovvertire il concetto stesso di giustizia.

Il commissario Ardigò è un investigatore fuori dagli schemi, affiancato dal giornalista Federico Malerba, che diventa un po’ l’alter ego del lettore: curioso, inquieto, sempre alla ricerca di una chiave di lettura che dia senso al caos. La loro indagine non segue un percorso lineare, ma si muove in un labirinto di piste e depistaggi, tra sette occulte, codici simbolici, vendette personali e legami con il passato che riaffiorano come fantasmi.

Carcano costruisce una narrazione stratificata, dove il presente e il passato si rispecchiano, e dove il confine tra bene e male si fa sempre più labile. Il killer, pur nel suo ruolo di carnefice, appare come portatore di una verità scomoda, di una giustizia alternativa che si pone come correttivo a un sistema corrotto. Il lettore si ritrova così a interrogarsi non solo su chi sia il colpevole, ma su cosa sia veramente giusto, e se la giustizia istituzionale sia sempre davvero tale.

La scrittura di Carcano è precisa, scorrevole, cinematografica. Dialoghi serrati, descrizioni efficaci ma mai ridondanti, ritmo incalzante. La tensione è costante, e anche nei momenti di apparente calma si avverte la sensazione che qualcosa stia per accadere. I personaggi sono ben delineati, soprattutto Ardigò, malinconico e lucido, e Malerba, più istintivo e coinvolto. Non mancano figure ambigue, doppi giochi, colpi di scena che tengono alta l’attenzione fino all’ultima pagina.


RIFERIMENTI STORICI

E CULTURALI

Uno dei grandi meriti del romanzo è l’uso sapiente della storia milanese. Oltre al già citato marchese Acerbi, Carcano dissemina il romanzo di riferimenti a luoghi reali (la chiesa di San Bernardino alle Ossa, le cripte della Milano sotterranea, il quartiere di Porta Romana) e a episodi storici più o meno noti, intrecciandoli con un filone esoterico che richiama le dottrine ermetiche, le confraternite segrete e i processi dell’Inquisizione. In questo, si avverte l’influenza di scrittori come Dan Brown, ma anche di autori italiani come Valerio Evangelisti e Carlo Lucarelli, in grado di fondere thriller e indagine storica in modo efficace.

Fabrizio Carcano non si limita a descrivere: educa. Il lettore viene introdotto a simboli, codici, dottrine oscure ma affascinanti, in un crescendo che stimola la curiosità e invita alla riflessione. C’è un lavoro di documentazione evidente, che non appesantisce la narrazione ma la arricchisce, facendo del romanzo anche un’occasione per scoprire un volto meno conosciuto di Milano, città spesso rappresentata solo nella sua dimensione moderna o commerciale.

L’autore dimostra, inoltre, una profonda conoscenza del tessuto storico e sociale milanese, e la capacità di trasformarlo in materia narrativa senza mai cadere nel didascalico.

Concludendo, Gli angeli di Lucifero è un thriller che va oltre l’intrattenimento: è un viaggio nelle zone d’ombra della storia e della coscienza, in cui ogni indizio diventa un frammento di un mosaico più grande e inquietante.

Un romanzo consigliato a chi ama le trame complesse, i misteri antichi che irrompono nel presente, e le storie che mettono in discussione ciò che crediamo di sapere sulla verità e sulla giustizia.

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Fabrizio Carcano


(Milano, 1973), giornalista professionista, opinionista televisivo e dal 2020 direttore della collana “Giungla Gialla” per Mursia, è tra gli autori più prolifici del noir italiano. Dopo il successo de “Gli Angeli di Lucifero”, ha firmato per Mursia altri diciassette romanzi, La tela dell’eretico (2012), Mala Tempora (2014), L’ultimo grado (2014), L’erba cattiva (2015), Una brutta storia (2016), Il Mostro di Milano (2017), In nome del Male (2018), Il codice di Giuda (2018), Milano Assassina (2019), Nemesi Nera (2019), Il cacciatore di Caino (2020), La notte del diavolo (2020), Misteri Ambrosiani (2021), I delitti dello Zodiaco (2022), Il killer dell’Apocalisse (2023), La quinta carta (2023) e il più recente Il fiore della vendetta (2025) scritto con Giorgio Maimone.