I colori dell’incendio




Recensione di Giuliana Pollastro


Autore: Pierre Lemaitre

Editore: Mondadori

Traduzione: E.Cappellini

Genere: Narrativa Moderna

Pagine: 504 pag.

Anno di pubblicazione: 2018

 

 

 

 

 

 

Sinossi. Febbraio 1927. La Parigi che conta assiste al funerale del banchiere Marcel Péricourt. La figlia Madeleine deve prendere le redini dell’impero finanziario di cui è l’erede, ma il destino decide diversamente: suo figlio Paul, un bimbo di sette anni, compie un gesto inatteso e tragico che la porterà alla rovina. Posta di fronte alle avversità, alla cattiveria degli uomini, alla cupidigia della sua epoca, alla corruzione e all’ambizione del suo ambiente, Madeleine dovrà fare ricorso alla sua intelligenza e a tutte le sue energie, ma anche a soluzioni machiavelliche, per sopravvivere e ricostruire la sua vita. Compito reso ancora più difficile dalle circostanze, in una Francia che osserva, impotente, i primi colori dell’incendio che devasterà l’Europa. I colori dell’incendio è il secondo attesissimo romanzo della trilogia inaugurata con Ci rivediamo lassù – premio Goncourt2013, tradotto in ventisei lingue e un milione di copie vendute nel mondo –, un’opera in cui ritroviamo appieno il talento straordinario, l’originalità visionaria e la lingua immaginifica di Pierre Lemaitre.

 

 

Recensione

Un libro che trascina con sé: non solo un romanzo, un giallo, un romanzo storico, un romanzo di costume, a tratti femminista.

Madeleine, è un personaggio a cui non ci si può non affezionare; è una donna forte determinata, va dritta per la sua strada, cercando di non farsi abbattere nonostante gli ostacoli che la vita le para davanti. Una donna, una mamma che sente sopra di sè tutto il peso del fallimento di non essere riuscita a dare al figlio quelle attenzioni e quell’amore che dovrebbero essere la base, ma che nel tempo capisce che spesso la ricchezza più importante è quella immateriale.

Pian piano, dopo un tracollo economico, riuscendo a ritrovare un equilibrio, se pur precario, decide che è giunta l’ora di far pagare il conto a chi l’ha ridotta in quella situazione.

Un romanzo ricco di colpi di scena, storico, poiché descrive con gli occhi dei francesi la situazione della nazione tra le due guerre, i malesseri interni da un lato, e gli equilibri europei con uno sguardo agli avvenimenti della vicina Germania dall’altro.

Agli avvenimenti storici ed economici si accostano piacevolmente anche le numerose citazioni liriche di grandi autori francesi, italiani e tedeschi.

Un libro ben scritto scorrevole, equilibrato e decisamente riuscito.

La struttura alterna discorso diretto e indiretto, condito da brevissime considerazioni che l’autore fa, rivolgendosi direttamente al lettore.

Secondo libro di una trilogia, – il primo è “Ci vediamo lassù”- non ci resta a questo punto che aspettare con ansia il terzo volume.

 

 

Pierre Lemaitre 


Pierre Lemaitre: Parigi 1951, prima di dedicarsi all’attività di scrittore, Pierre Lemaitre è stato insegnante di letteratura e sceneggiatore. Con il suo primo romanzo  Travail soigné, Lemaitre ha omaggiato i suoi maestri (Ellroy, McIvanney, Easton Ellis, Gaboriau). Il libro è stato insignito del Prix du premier roman al Festival di Cognac nel 2006, successivamente ha pubblicato Robe de marié, Calmann-Lévy (2009), Calmann-Lévy (2010). Con Au revoir là-haut (Editions Albin Michel, 2013) ha ottenuto il premio Prix Goncourt 2013. I suoi romanzi, che appartengono al genere del giallo o del noir, hanno ottenuto in patria diversi premi specializzati. Nel 2013, invece, ha pubblicato un romanzo di genere storico. La fortuna delle sue opere ha attraversato i confini nazionali, con traduzioni in diverse lingue, tra cui l’italiano.

 

 

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