Il fondaco dei libri




Un’indagine del

Commissario Aldani


Autore: Michele Catozzi

Editore: TEA

Genere: Giallo/noir

Pagine: 320

Anno edizione: 2024


Sinossi. Un misterioso delitto tra collezionisti di libri e bibliofili: una nuova indagine per il commissario Aldani. Aprile 2015. Venezia si appresta a celebrare il cinquecentenario della morte di uno dei suoi «figli adottivi» più famosi: Aldo Manuzio, uno dei fondatori dell’editoria moderna. Tra le varie manifestazioni, nelle sale dell’ex monastero di San Giorgio Maggiore si sta aprendo un convegno internazionale di studi sull’arte di Manuzio, il cui momento più atteso dovrebbe essere il disvelamento di un raro esemplare del suo capolavoro tipografico, l’Hypnerotomachia Poliphili, stampato a Venezia nel 1499 e comparso misteriosamente sul mercato librario. A rovinare la festa, proprio il commissario Aldani, che impone la temporanea interruzione dei lavori per annunciare l’avvio di un’indagine di Polizia della massima urgenza. Uno dei maggiori esperti di edizioni aldine, un professore tedesco che si trovava in città allo scopo di intervenire al convegno, è stato infatti ritrovato cadavere. Si tratta di omicidio premeditato? Di una rapina finita male? O di una pura, e tragica, fatalità? Aldani e la sua squadra faticano nella ricerca di informazioni utili e piste valide, in un’indagine che li vede addentrarsi in un ambiente a loro molto estraneo e ostico.  Tra accademici, antiquari, collezionisti e bibliofili, sarà necessario l’aiuto di nuovi e inaspettati collaboratori, perché Aldani possa districarsi tra mille sospetti e bugie e, non tralasciando alcun particolare, dare un senso a ogni cosa…

 A cura

di

Edoardo Guerrini


La sesta indagine del Commissario Aldani: per me, che seguo da anni Michele Catozzi, fin da quando eravamo nello stesso gruppo di partecipanti al concorso Io Scrittore, che lui vinse pubblicando con Tea la prima indagine, è sempre un gran piacere immergermi di nuovo, ogni paio d’anni, nel mondo veneziano di Aldani, ancor più visto che da qualche anno per motivi familiari la mia vita è ancora più vicina alla fantastica città lagunare…

Una delle maggiori bravure di Catozzi nel comporre la sua serie, a mio avviso è proprio la competenza e l’immersività nel raffigurare la città di Venezia, mondo in cui egli stesso ha vissuto per anni abitando a Mestre; combinazione, in questo ultimo episodio parte della storia si svolge anche nella sua “nuova” città, Pesaro, in quanto Aldani, seguendo le tracce del mondo degli incunaboli cinquecenteschi di cui sapeva poco o nulla, viene condotto anche a trovare dei contatti con un’altra biblioteca nella città di mare marchigiana, luogo che si rivelerà fondamentale per scoprire la soluzione, e di cui Aldani apprezzerà il bel lido promettendosi di portarvi la famiglia in vacanza.

Nel frattempo però l’indagine si rivela assai impegnativa: un esperto tedesco che avrebbe dovuto partecipare a un convegno di bibliofili è stato ucciso, e così Aldani deve scoprire questo mondo sconosciuto, a lui e a noi tutti, dei libri antichi; ciò lo porta nella bella isola di San Giorgio, dove è situata la Fondazione Cini, e poi scoprirà anche i begli ambienti in San Marco della Biblioteca Marciana, dove troverà un’esperta che gli darà un grosso aiuto come consulente esperta della materia.

L’indagine infatti lo porta a credere che il movente del delitto sia legato a questo mondo dei libri antichi, in particolare in relazione a una misteriosa edizione, proveniente da Buenos Aires, di uno dei tanti libri editi da Aldo Manuzio, il cosiddetto Polifilo, valutata di immenso valore, che sta per essere monetizzato in un’asta pubblica che deve svolgersi in un certo grande albergo, ovviamente inventato col nome Hotel Damiani (sarebbe stato rischioso chiamarlo Danieli!)

Così, per scrivere questa storia, l’autore si è dovuto studiare approfonditamente tutti questi dettagli sulla prima fase della stampa dei libri a Venezia, sulla nomenclatura delle varie parti, fogli, caratteri, eccetera: un lavoro di preparazione assai importante, direi, e che serve anche nella trama a condurci mentalmente nel Cinquecento veneziano, oltre che nell’attuale mondo delle biblioteche e del relativo commercio assai ricco, dove operano anche diversi munifici competenti americani.

Così Aldani deve stressarsi come al solito, pressato dall’urgenza dell’indagine, e mettendo a rischio la sua carriera operando col suo caratteraccio in cui, per me che anch’io opero nella pubblica amministrazione, mi riconosco moltissimo: se gli si desse un punteggio relativo alle “soft skills” che oggi vanno così tanto di moda, prenderebbe un voto bassissimo: nell’ascolto attivo è molto bravo, ma per il rispetto nei confronti dei superiori, come il questore o la PM che segue l’indagine, molto meno: Aldani non si tira mai indietro quando si tratta di fregarsene delle regole pur di raggiungere il risultato, e neanche quando si tratta di alzare la voce e pure di prendere a male parole i suoi sottoposti, che però lo sopportano ugualmente perché sanno che la sua è solo l’ansia di arrivare alla soluzione.

Quando poi oltre alla prima vittima, se ne crea pure una seconda, anche se apparentemente suicida, le cose si complicano ulteriormente e l’ansia cresce ancora: ma l’indagine accelera e si arriva al fatidico momento dell’asta pubblica, in cui Aldani, nonostante la presenza di personaggi importanti tra cui Sindaco e Governatore, non si tira indietro e trova il giusto modo di rislvere il caso, anche grazie alla collaborazione con dei colleghi della Guardia di Finanza che lo affiancano volentieri.

Insomma, il caratteraccio di Nicola Aldani serve, eccome: nonostante i suoi superiori siano spesso tentati di avviargli un procedimento disciplinare, devono sempre tacere e riconoscere i suoi meriti; così lui continuerà a solcare le acque della laguna a tutta velocità, prendendosi vento e schizzi d’acqua in faccia viaggiando sulla barca Toni condotta dal fedele Vitiello, a godersi i bei cibi tipici veneziani dall’amico Nane e varie altre botteghe, a prendersi il caffè dall’altro amico Bepi, sempre che sia aperto, e infine a ritirarsi la sera nel suo pied-à-terre veneziano, salendo in altana e godendosi la vista dei tetti e sorbendosi un ennesimo caffè, che tanto poi lo farà dormire lo stesso, per poi finalmente a indagine conclusa tornare a casa a Mestre dove sta con sua moglie Anna e i figli.

Il mondo del tutto immersivo di Aldani lascia sempre contento il lettore, perché nonostante nella bellezza di Venezia si trovino anche tante brutture, Aldani le risolve sempre mitigandole e portandole in galera.

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Michele Catozzi


Nato a Mestre nel 1960, Michele Catozzi ha vissuto a lungo in Veneto. Ha passato molti anni a Treviso, dove si è occupato di editoria e giornalismo. Dopo aver scritto diversi racconti, pubblicati in antologie e riviste, nel 2015 ha pubblicato Acqua morta, il primo romanzo della serie che vede come protagonista il commissario Nicola Aldani, apparso in TEA, cui hanno fatto seguito Laguna nera (2017), Marea tossica (2019), Muro di nebbia (2021) e Canale di fuga (2023).Quando fate il copia e incolla usate l’opzione “Mantieni solo il testo”. Eliminate eventuali link presenti. I titoli dei libri vanno in corsivo o fra virgolette.