Il mantello di Rut




Paolo Rodari


Editore: Feltrinelli

Genere: narrativa

Pagine: 129

Anno edizione: 2025


Sinossi. Roma, 1926. Remo ha appena dodici anni quando la madre lo lascia davanti all’ingresso del Seminario Pontificio, vicino alla basilica di San Giovanni in Laterano. Rimasta da poco vedova, con quattro figli da sfamare, non ha avuto altra scelta che affidarlo alla Chiesa. Nel 1943, mentre la città è occupata dai tedeschi, è un’altra madre a cambiare per sempre la vita di Remo. Un incontro che farà vacillare tutte le sue certezze. Lui è diventato il parroco di una chiesa nel quartiere Monti, accanto al Collegio dei Catecumeni. Lei è Rachele, giovane vedova che una notte, poco dopo il famigerato rastrellamento al Portico di Ottavia, gli affida la piccola Aida perché la prenda sotto il suo mantello e la protegga finché lei non sarà tornata. Remo e Aida la aspetteranno per anni. Ispirato a fatti realmente avvenuti durante la Shoah romana, quando venti bambine ebree riuscirono a salvarsi dalla deportazione grazie all’aiuto di un prete e di alcune suore che le nascosero in una stanza segreta – ancora oggi visitabile – ricavata sotto la cupola della chiesa della Madonna dei Monti, Il mantello di Rut, che nella Bibbia evoca fedeltà e protezione, è la struggente lettera che Remo, ormai anziano, decide di scrivere ad Aida per raccontarle di quei mesi. Una storia che si fa confessione di un amore impossibile e di uno straordinario atto di fede, perché la promessa fatta a Rachele segnerà il suo destino. Con mano sapiente e delicata, Paolo Rodari spinge il lettore a porsi una domanda cruciale: fino a che punto è giusto sacrificarsi per amore?

 Recensione di Matilde Russo


Padre Remo ha ormai compiuto novant’anni. In una lunga lettera racconta ad Aida, una bambina ebrea che ha conosciuto più di mezzo secolo prima, la sua preparazione a diventare sacerdote, gli anni di studio, l’incontro con lei e sua madre Rachele, ma soprattutto rivive quell’anno in cui si sono conosciuti, un periodo breve nella sua lunga vita, che però lo ha segnato indelebilmente.

Prendendo spunto da un fatto reale, una stanza segreta nella chiesa della Madonna dei Monti dove sono state nascoste venti bambine ebree, questo romanzo, attraverso l’espediente di una lunga lettera intima, ci racconta dell’occupazione di Roma, delle persecuzioni verso gli ebrei, della stanza segreta nella chiesa, delle bambine, ma soprattutto i pensieri più intimi che hanno accompagnato Padre Remo nella sua lunga vita.

Con un linguaggio semplice, scorrevole eppure appassionante, l’autore mi ha incantato, mi ha spinto a continuare a leggere le parole di Padre Remo.

Un libro intimo, dolce, malinconico, che resta con te a lungo e a cui non puoi non continuare a pensare. 

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Paolo Rodari


è un giornalista e scrittore italiano. Laureato in scienze politiche (con indirizzo storico-politico) all’Università Cattolica di Milano, successivamente ha ottenuto il baccalaureato in filosofia e teologia presso l’Università Lateranense e una licenza in teologia fondamentale presso l’Università Gregoriana. Ha lavorato per diversi quotidiani italiani, tra cui Il Riformista e Il Foglio, fino a collaborare con Repubblica dove nel 2016 è diventato inviato con incarico di vaticanista. Nel 2022 è stato per sei mesi e mezzo vicedirettore del gruppo Athesis, media company del lombardo-veneto. Ha scritto diversi libri, tra cui ricordiamo: Eurosia. Come un fiore di campo (San Paolo Edizioni, 2018), Il segreto di mio figlio. Perché Carlo Acutis è considerato un santo (Piemme, 2021, insieme a Antonia Salzano Acutis), Sant’Umile di Bisignano (Rubbettino, 2022), La verità ci rende liberi. Conversazioni con Paolo Rodari (Garzanti, 2024), Il mantello di Rut (Feltrinelli, 2025).