Intervista a Colomba Rossi




A tu per tu con l’editore

A cura di Giusy Ranzini e Leonardo Di Lascia


 

Ciao Colomba e grazie per il tempo che dedichi a tutti i lettori di ThrillerNord. Chi meglio di te, può spiegare cos’è Sabot/Age e com’è nata l’idea di questa collana che fa parte della casa editrice E/O?

Intanto grazie per avermi invitata e un saluto ai vostri lettori. L’idea è nata dal desiderio di provare a raccontare la realtà italiana. Per molti anni si era teorizzato che solo la letteratura di genere era in grado di affrontare l’analisi del reale ma poi ci siamo resi conto che la crisi aveva generato modificazioni così importanti nella società e nelle vite delle persone che non aveva più senso concepire una sola letteratura. E così abbiamo introdotto il tema del “contenuto” che esula da ogni classificazione di genere. Abbiamo iniziato la ricerca di romanzi in grado di raccontare l’Italia di oggi.

 

I nostri lettori affermano che se scegli un libro Sabot/Age, vai “sul sicuro”! Effettivamente i romanzi di questa collana sono di altissima qualità. Nel nostro sito abbiamo recensito e intervistato diversi vostri autori.
Attraverso quali canali li cercate? Come avviene la selezione? Qual è il filone che unisce autori e libri tra di loro?

All’inizio abbiamo cominciato a “frugare” tra i romanzi inviati in casa editrice o a noi direttamente. Poi la chiarezza dei nostri confini narrativi ha creato un filtro naturale e necessario. Leggiamo i manoscritti e la selezione avviene sulla scrittura e sulla storia. Noi preferiamo limitare le uscite per avere la certezza di proporre ai lettori romanzi di qualità. Ma noi chiediamo agli autori un impegno preciso nel far parte di una collana che è anche progetto di crescita e condivisione. Per noi è importante che ogni singolo scrittore si senta parte di un gruppo che sviluppa un confronto continuo sulla letteratura e il mestiere dello scrittore.

 

Abbiamo visto che c’è una bella batteria di scrittori sardi, capeggiati da Pulixi…peschi molto nella tua terra

Piergiorgio Pulixi l’ho conosciuto ai tempi di Perdas de Fogu e fa tuttora parte del collettivo Sabot formato in maggioranza da sardi. La Sardegna è terra di autori e storie interessanti e monitorare la situazione è sempre utile. Oltre a Pulixi abbiamo accolto con grande entusiasmo il sardo-piemontese Pasquale Ruju, notissimo sceneggiatore di fumetti, con un romanzo che ci è piaciuto moltissimo.

 

La scelta del titolo della collana, sicuramente non è stato casuale. Vuoi spiegarci il perché della scelta di questo nome?

Sabot/Age è l’era dello zoccolo. Quello stesso zoccolo che gli operai delle filande, stanchi dei turni massacranti, gettavano nei meccanismi delle macchine. Noi gettiamo i nostri zoccoli/romanzi nei meccanismi di una macchina mediatica che propone ossessivamente una narrazione falsa del Paese, della realtà, degli individui. Per rivendicare un ruolo della letteratura “altro”, in grado di costruire ponti solidi con i lettori.

 

Quando leggi un noir, qual è l’aspetto che ti colpisce di più ?

La capacità di descrivere la complessità, cioè tutto quello che circonda gli avvenimenti narrati nel romanzo inserito in una concezione di tempo ben definita. Il noir di qualità “usa” la storia criminale per scandagliare, fotografare, radiografare ambienti, situazioni, singoli. Ovviamente all’interno di trame avvincenti e “nuove”.

 

Massimo Carlotto è uno dei più importanti scrittori italiani di noir. Il suo nome è legato soprattutto alle avventure del detective Marco Buratti, più noto come l’Alligatore. La sua formula narrativa ha ricevuto parecchi riconoscimenti (Premio Letterario Noir Ecologista Jean-Claude Izzo 2009, Premio Grinzane Noir 2007, Premio Selezione Bancarella 2006, solo per citarne alcuni). Com’ è cambiato il rapporto tra il noir e il territorio?

Il cambiamento è stato epocale perché nella letteratura di genere italiana il territorio è diventato un vero e proprio personaggio. Non è più lo sfondo della trama, vive, si sviluppa raccontando le diverse sfaccettature. Non va mai dimenticato che questa importante intuizione tutta italiana ha incrementato notevolmente le traduzioni all’estero. I lettori stranieri apprezzano di poter conoscere luoghi di un Paese ben radicato nell’immaginario.

 

Cosa pensi dell’avvento dei social networks e delle loro implicazioni, sia nella diffusione della cultura, sia nel contributo che danno nell’avvicinare l’autore ai lettori
Penso che rivestano un ruolo importante. Il ridursi delle pagine culturali, la quasi scomparsa a livello televisivo di trasmissioni dedicate, ha portato i lettori più appassionati a sviluppare una sorta di autorganizzazione sui social. Molti libri e autori passerebbero inosservati senza quello spazio. Si tratta ormai di un fenomeno mondiale, che permette agli autori un confronto continuo con i propri lettori. Ovviamente la qualità e l’autorevolezza contano.

 

In principio fu Peter Høeg con Il Senso di Smilla per la Neve, poi Stieg Larsson e la sua trilogia Millenium, in seguito, hanno ottenuto il meritato successo tra i lettori, autori del calibro di Jussi Adler-Olsen, Anna Grue, Jesper Stein, Dan Turèll, Åsa Larsson e altri. Cosa pensi del thriller nordico?

A partire da Il senso di Smilla per la neve, seguo il thriller nordico dai tempi de La rete a maglie larghe di Nesser , quindi in tempi non sospetti. Amo profondamente Indriðason, ho letto tutto di lui e di tantissimi altri autori scandinavi, molti già citati da te. Mi piacciono le atmosfere e i dialoghi serrati. Pur non essendo un thriller sono rimasta molto colpita da Gente indipendente di -Halldór Laxness Iperborea, un grande romanzo epico sulla vita nella campagna islandese. Un capolavoro.

 

Qualche anticipazione, per i nostri lettori, sulle prossime uscite.

Stiamo ancora definendo il piano editoriale per il 2017, quindi non mi sbilancio.

Colomba Rossi