CHE INGANNÒ ILMONDO
Autori: Nick Toscano, Beau Donelly
Traduttore: Martina Rinaldi
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Biografia
Pagine: 320
Anno edizione: 2025
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Sinossi. Belle Gibson ha convinto il mondo di essere guarita da un cancro terminale al cervello grazie a una dieta priva di carne, latticini e caffè. Quasi senza muoversi da Melbourne, è diventata un’eroina digitale nel mondo del wellness, seguita da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Ha stipulato contratti per libri dalla diffusione internazionale, ha venduto a ogni latitudine un’applicazione per smartphone di grande successo, si è arricchita. C’era solo un problema: non aveva mai avuto il cancro. La fama e la fortuna conquistate da Gibson in pochi mesi si sono sciolte come neve al sole insieme alle sue bugie, con cui ha infranto le speranze di tanti malati di tumore, e ingannato innumerevoli follower e grandi imprese come Apple e Penguin. Anche questo è possibile, nell’era dei social media. Scritto dai giornalisti che hanno scoperto e raccontato nel dettaglio le menzogne della finta guru, La donna che ingannò il mondo svela tutti i retroscena di questa storia sconvolgente, che ha ispirato la serie Netflix Apple Cider Vinegar.
Recensione di Ilaria Bagnati
Se c’è una cosa sicura in questa storia è che Belle Gibson sia una bugiarda di lunga data, fin da ragazza era conosciuta per le sue storie fantasiose, per le sue palesi bugie. Le bugie sono sempre sbagliate ma fino a quando vengono dette da ragazzi, con leggerezza e al massimo fanno male alla tua reputazione possono essere perdonate.
Quando però le bugie vengono raccontate per attirare l’attenzione, la pietà degli altri, per arricchirsi e arrivano a ledere la salute altrui queste sono una delle cose più sbagliate che possano esistere.
Belle Gibson, una giovane donna australiana, ha raccontato a tutti di avere un cancro terminale al cervello, ha affermato di aver abbandonato le cure convenzionali per abbracciare uno stile di vita più sano e un’alimentazione priva di carne, latticini e caffè. Il suo aspetto sano ha fatto credere a tutti che questo stile di vita potesse funzionare e anche quando, a detta sua, il cancro si è esteso ad altri organi in tantissimi le hanno creduto.
“Senza dubbio sei la persona più stimolante che abbia mai incontrato”, le disse una di loro. “Non ti ho mai incontrato ma ti conosco. Non ti ho mai sentito parlare, ma ti sento. Non ti ho mai visto di persona, ma ti guardo con stupore, meraviglia e la più grande ammirazione che abbia mai provato per qualcuno”.
Belle ha creato un impero su queste menzogne, ha creato con Apple una famosissima applicazione e ha pubblicato insieme a Penguin un libro di ricette,“The Whole Pantry”. In molti hanno lasciato le cure convenzionali per abbracciare il suo stile di vita e sono ritornati ad esse quando purtroppo era troppo tardi. Quando le sue bugie sono venute a galla sono rimasti tutti increduli, come si può arrivare a tanto?
La donna che ingannò il mondo è un reportage che colpisce molto, fa rabbia pensare a quanto le menzogne della Gibson abbiano ingannato e illuso tanti malati di cancro. Questa storia fa anche riflettere sull’uso di internet e in particolare dei social media, grazie a questi Belle ha potuto raggiungere un’ampia platea di persone e ingannare con i suoi post strappalacrime e di grande ispirazione per molti.
Gli autori hanno illustrato anche altri casi simili di frode, persone che si sono spacciate per medici o guaritori che hanno illuso tanti malati di cancro. Le storie sono tutte strazianti, quanto dolore tra queste pagine.
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Nick Toscano, Beau Donelly
Nick Toscano è un giornalista specializzato in questioni sociali e politiche. Scrive per «The Age» e «The Sydney Morning Herald». Ha ricevuto il premio Grant Hattam Quill per il giornalismo investigativo e ha vinto due volte il Walkley Award per aver smascherato un grave scandalo di sfruttamento del lavoro.
Beau Donelly, giornalista australiano, si è occupato di questioni sociali per «The Age» e «The Sydney Morning Herald». Le sue abilità investigative e di reportage sono state riconosciute dalle Nazioni Unite e dal Melbourne Press Club.
A cura di Ilaria Bagnati