CARMEN MOLA
Traduttore: Sara Cavarero
Editore: Salani
Genere: Noir
Pagine: 432
Anno edizione: 2025
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Sinossi. Quando l’ispettrice Elena Blanco, capo della Brigada de Análisis de Casos, fa irruzione nella stanza di un adolescente come tanti altri non può immaginare quello che troverà sul suo computer: il video in diretta di due uomini incappucciati che torturano una giovane donna. La BAC sa di cosa si tratta, sono mesi che indaga sulla Rete Porpora, un’organizzazione criminale che affondale sue radici nel lato più oscuro del Deep Web, che commercia video di omicidi a un pubblico anonimo disposto a pagare cifre astronomiche. Quello che la BAC non sa, però, è che anche la formidabile ispettrice Elena Blanco ha un punto debole. Nel suo passato c’è una zona cieca, di cui non ha mai parlato a nessuno, nemmeno al suo collega e intimo confidente Zárate: la scomparsa di suo figlio Lucas, rapito quando era un bambino, potrebbe essere avvenuta proprio per mano della Rete Porpora. Ma se questo fosse vero, cosa ne è stato di Lucas? E in che modo è collegato a quegli uomini incappucciati a cui la BAC sta dando la caccia? Pur di rimettere insieme i pezzi della sua famiglia, Elena Blanco accetterà di immergersi nel male e affrontarlo fino alle più estreme conseguenze.
“… ognuno è responsabile delle proprie azioni…”
Recensione di Loredana Cescutti
“La rete porpora” presenta una scrittura dirompente che sin da subito, incasella, pagina dopo pagina, dolore, violenza, solitudine e più in generale, tutto ciò che può provare una persona.
Scavando sino in profondità.
Passiamo così tanto tempo circondati dalla parte peggiore dell’essere umano che ci dimentichiamo che non tutti sono così.”
Come si può riempire un vuoto infinito che non riesce a trovare un fondo dal quale, poi risalire fino all’orlo?
Semplicemente, non si può!
“Il suo sguardo potrebbe essere di sfida, ma è uno sguardo morto.
Dimmi che mi vuoi bene, dopo che avrai visto questo…
… Fossi in te non continuerei a guardare…” (La sposa gitana – Salani 2024)
Questo libro, se avete letto il precedente, “La sposa gitana”, riparte proprio da lì, dove era finito il precedente, riportando in luce lo shock e il dolore con il quale avevamo chiuso l’altro romanzo e catapultando subito, noi assieme a Elena Blanco, nel dolore e nell’incredulità.
Non accettazione ma anche un tentativo di rincorrere la speranza.
Pro e contro.
Luce e ombra.
Dubbio infinito e solitudine.
Vuoto totale.
“Fa sempre più fatica a sentire. Come se il tatto le si fosse atrofizzato. Le carezze, il sesso, persino l’alcol si sono trasformati in una disperata pulsione per riuscire di nuovo a provare qualcosa che non sia dolore. Per uscire dalla sua pelle.”
Una scrittura che ti imbroglia, che ti tiene avvinghiata alla storia seppur nella sua drammatica aggressività.
A colpire sarà la violenza ma anche e soprattutto, verso chi è destinata.
“… il più grande timore di Elena: rendersi conto, a un certo punto, che l’amore per il figlio scomparso è ormai irrecuperabile e che, se fa ancora un passo avanti, questo vuoto finirà per annegare nell’odio.”
Una Elena Blanco tormentata, portata al limite, che ormai sarebbe disposta a tutto, anche a discapito della sua stessa sicurezza.
Il rischio di perdere la lucidità è forte e ormai, niente riesce a sedare il suo costante bisogno di rimanere sola e di allontanare chi cerca di darle conforto.
Un ritmo intrigante, caldo, mantenuto in piedi senza fatica alcuna, che “i” Mola riescono a trasformare da sei mani a due in una fusione che non muta mai, che rende la storia UNA e UNICA, senza cambi di passo, come se veramente fosse stata scritta da una sola persona.
Il tema di fondo è spietato e per nulla inventato e leggerne, non lo nego, si preannuncerebbe difficile, non fosse che le penne conoscono il loro mestiere e per il lettore, l’attrazione per lo stile da subito ruba il posto alla paura nell’affrontare certi argomenti.
Le pagine scorrono veloci per il bisogno vitale di sapere, e in men che non si dica, ci si ritrova in fondo, con quasi quasi l’idea, di affrontare subito anche “La bambina senza nome” ma forse, dopotutto, un attimo di pausa prima di riprendere e rituffarsi nel buio potrebbe essere anche necessario.
C’è da chiedersi solo per quanto resisterò, prima di cominciarlo.
Che dire, se avete già letto “La sposa gitana”, tuffatevi su “La rete porpora”, altrimenti recuperate entrambi.
“… un figlio fa sempre parte di noi, per quanto sia lontano, per quanto ci possa ripugnare ciò in cui si è trasformato.
Lo perdoni o si pentirà per tutta la vita di non averlo fatto…”
Buona lettura!
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Carmen Mola
è lo pseudonimo dei tre scrittori e sceneggiatori spagnoli Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez, che hanno rivelato la loro identità con grande scalpore durante la cerimonia di assegnazione del Premio Planeta, il più importante premio letterario iberico. A lungo è stata considerata l’Elena Ferrante spagnola. Frutto di una scrittura collaborativa moderna, di cui i tre autori sono tra gli esponenti più acclamati a livello internazionale, La Bestia ha venduto oltre un milione di copie e sarà pubblicato in quindici Paesi.