Raymond Chandler
Traduttore: Gianni Pannofino
Editore: Adelphi
Genere: Hard boiled
Pagine: 283
Anno edizione: 2024
Sinossi. Per la prima e ultima volta nella sua carriera di investigatore privato, Philip Marlowe è in trasferta a Bay City, nella contea di San Bernardino, a un centinaio di chilometri da Los Angeles, con l’incarico di rintracciare la moglie di un riccastro. Ben presto, però, le donne scomparse diventano due: e quando dalle acque di un laghetto di montagna affiorano un braccio, poi una mano gonfia, poi una massa informe e senza lineamenti, senza occhi, senza bocca, un incubo con attaccati dei capelli, Marlowe è costretto a confrontarsi con il primo cadavere – e con il primo mistero. Altri cadaveri e altri misteri spunteranno in rapida successione. Starà come sempre a Marlowe – mentre dall’Europa giungono vaghi, sinistri echi della seconda guerra mondiale – indagare, destreggiarsi, battersi, riuscire a sopravvivere, fra inganni e tranelli di ogni sorta, fra violenza impulsiva e violenza calcolata, fra cinismo e corruzione, anche di chi, come gli sbirri, dovrebbe stare dalla sua parte. E ancora una volta Raymond Chandler, con occhio smaliziato e dolente e una lingua screziata di acume e sarcasmo, stende una livida patina di pietas losangelina sui mortiferi giochi di quelle marionette della vita che si spacciano per esseri umani.
Recensione di Bruno Vigliarolo
Esistono romanzi che trascendono i confini del genere letterario e riescono a ingannare lo scorrere del tempo: veri e propri classici la cui portata non si eclissa nella cogenza transitoria. La signora nel lago, di Raymond Chandler, appartiene senza dubbio a questa ristretta cerchia di opere.
Pubblicato nel lontano 1943, il testo assomma i migliori ingredienti del giallo di stampo hard boiled, nonché un protagonista d’eccezione: l’iconico detective Philip Marlowe, il personaggio più noto tra nomi partoriti dalla penna di Chandler.
La trama investigativa origina da un contesto quanto mai “tradizionale”: un facoltoso uomo d’affari, Derace Kingsley, preoccupato per la scomparsa della moglie, l’avvenente Crystal Kingsley. Assunto per ritrovare la donna, Marlowe si ritrova invischiato in una storia torbida, pruriginosa: un noir che serpeggia tra le vie di Los Angeles e sale fino ai sentieri montuosi della contea di San Bernardino.
Pagina dopo pagina, il lettore s’immerge in atmosfere e dialoghi dal sapore antico. A tratti una vera e propria sceneggiatura a cui si aggiungono descrizioni dettagliate e personaggi affrescati con maestria iperrealistica. Non mancano, poi, fotogrammi tesi a svelare le tante ombre che ammantano la società americana degli anni Quaranta: i bassifondi così come i quartieri alti.
Inizialmente ingaggiato per evitare un potenziale scandalo, Marlowe arriva ben presto a incappare nell’inquietante cadavere di Muriel Chess: un corpo, restituito dalle fredde acque del Little Fawn Lake, che sembrerebbe aver poco a che fare con la scomparsa di Crystal Kingsley.
Il detective privato è di tutt’altro avviso e continua a indagare, a unire le tessere di un mosaico sbiadito, fili invisibili che legano luoghi e crimini in apparenza sconnessi. Sfida le autorità, la logica, e mette in pericolo la sua stessa vita, mosso da un’abnegazione che va oltre la mera professionalità.
La scrittura di Chandler è scorrevole e al contempo raffinata. Concisa, rigorosa, mai leziosa, riesce a caricarsi di spessore nei momenti in cui la narrazione lo richiede. E diventa addirittura graffiante, quando le parole traspongono la ruvidezza e il malinconico cinismo del protagonista.
L’epilogo arriva in modo inatteso e, a mio parere, assolutamente brillante. L’intreccio giallo, com’è normale che sia, risente della lieve macchinosità tipica delle opere “datate”. Tuttavia, il modo in cui l’autore raccorda le trame, convogliandole nel colpo di scena finale, risulta ancora oggi straordinario, e può regalare un sussulto anche ai lettori più navigati.
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Raymond Chandler
Dopo essersi trasferito in Inghilterra e aver compiuto i suoi studi lì, ritorna in America e si stabilisce in California. Inizia a lavorare nel campo petrolifero, ma nel 1933 collabora con la rivista gialla «Black Mask» che aveva lanciato il genere poliziesco d’azione. Nel 1939 pubblica il suo primo romanzo, Il grande sonno. Nel 1943 firma un contratto con la Paramount e inizia a lavorare per il cinema come sceneggiatore (film come La fiamma del peccato, The Unseen e L’altro uomo). Entrato nel tunnel dell’alcolismo, a seguito della morte della moglie, tenta il suicidio. Iniziano i soggiorni in cliniche private per disintossicarsi. Tra gli altri suoi libri ricordiamo I racconti della semplice arte del delitto, Otto storie inedite, Blues di Bay City, L’uomo a cui piacevano i cani e altri racconti, Addio mia amata, La signora nel lago, Il lungo addio, Ancora una notte, editi da Feltrinelli.