Sarà lunga la notte




Sarà lunga la notte


Autore: Santiago Gamboa

Traduzione: Raul Schenardi

Editore: edizioni e/o

Genere: Noir

Pagine: 416

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Quando si verifica uno scontro terribilmente violento nei pressi di un paesino del Cauca, con l’impiego di un elicottero, l’unico testimone è un ragazzino indigeno. Gli assalitori non lasciano tracce. E nessuno ha visto né sentito nulla. Finché una giornalista e la sua assistente – un’ex guerrigliera delle Farc –, con l’attivo sostegno di un procuratore, non si fanno carico dell’indagine. Si ritroveranno in un mondo sconosciuto e pericoloso di “guru mistici” che pensano di regolare i loro conti personali lasciando una scia di sangue. Fedele alla sua ispirazione e alla sua scrittura, Gamboa conduce il lettore nelle vie di Bogotá e di Cali, fino a Caienna, nella Guyana francese, nei villaggi abitati da minoranze etniche, negli ambienti della polizia e nei bassifondi, e traccia un affresco della Colombia alle prese con la violenza endemica, il narcotraffico, il cupo passato della lunga guerra civile e la problematica pacificazione.

Recensione di Salvatore Argiolas

Sarà lunga la notte” è un viaggio, lungo, duro e impegnativo nella storia della Colombia, Paese noto da noi solo per il narcotraffico ma questo noir di Santiago Gamboa ci offre un quadro molto più complesso e sfaccettato di quello che viene percepito superficialmente, seguendo le notizie sui media, come un paese governato dai trafficanti di droga.

Tramite Julieta Lezama, agguerrita giornalista indipendente conosciamo meglio

la dura realtà, l’ordine pubblico, i crimini e il sangue che esce dall’interno dei corpi per dare un colore tragico agli esterni di questo bel paese, che sia sull’asfalto o sull’erba, o sopra i soffici tappeti delle case borghesi.”

Il libro comincia con un un conflitto a fuoco tra due organizzazioni rivali che ricorda da vicino battaglie di guerra e che pare uno scontro tra bande rivali di trafficanti di droga.

Julieta capisce subito che c’è materiale scottate per un bel reportage e assieme alla segretaria e e collaboratrice tuttofare Johana, ex terrorista delle FARC, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia e decide di accettare l’invito del procuratore Edilson Jutsiñamuy che le propone di far luce sulla vicenda che in tanti tentano di insabbiare.

Jutsiñamuy riceveva di solito questo tipo di informazioni a qualsiasi ora del giorno, perciò ascoltò il dispaccio distrattamente. Un combattimento con armi pesanti? Cavolo, e di cosa si tratterà questa volta? Ancora la “dissidenza”? Contro chi? E’ intervenuto l’esercito?”

La sparatoria è avvenuta nel dipartimento meridionale di Cauca che

con le sue comunità andine, era stato e continuava ad essere uno dei grandi vivai della violenza del Paese.”

e l’inchiesta delle due donne porta alla luce tanti aspetti bui della Colombia, esemplificata dalla capitale, Bogotà, dove

bambini imploravano le madri di non drogarsi e di dar loro da mangiare, padri che picchiavano quegli stessi bambini, uomini che maltrattavano donne incinte, mariti ubriachi che violentavano le mogli di fronte ai figli minorenni. Non tutto era così, ovvio. Perlopiù quelle case erano abitate da famiglie impegnate nella dura lotta per la vita, gente onesta che cercava di andare avanti con lavori estenuanti e malpagati, ma la sua esperienza si ostinava a mostrargli l’altra faccia: il volto selvaggio della città indifferente e feroce, la pelle cosparsa di cicatrici e piaghe di questa metropoli spietata che ingoiava i suoi figli più deboli.”

Julieta e Johana, con grande caparbietà e capacità riescono a trovare indizi e riferimenti ben precisi facendo ipotizzare uno scenario sconvolgente che vede protagonisti dello scontro due pastori della chiesa evangelica pentecostale in guerra tra loro, il brasiliano Henriquez e il colombiano Almayer, il cui nome ha riferimenti conradiani.

Le varie tappe dell’inchiesta sia giornalistica sia poliziesca si intersecano e si integrano e mostrano in controluce le tante ferite non cicatrizzate che cospargono il corpo martoriato di questo sfortunato paese sudamericano che ha vissuto nei decenni più recenti talmente tanti traumi che il più sconvolgente l’ho trovato in una nota a margine che parla dei “falsi positivi”.

Naturalmente non si tratta di persone che sono state erroneamente diagnosticate malate di Covid ma è uno scandalo impressionante che vide più di seimila civili innocenti uccisi dall’esercito colombiano nell’ambito della repressione delle FARC, fatti passare per terroristi, per gonfiare le cifre delle statistiche ed esaltare l’efficienza dei militari.

Santiago Gamboa, con “Sarà lunga la notte” dipinge un quadro a foschissime tinte che colpisce e ferisce il lettore con le descrizioni vivide e circostanziate,viste con gli occhi dei protagonisti, credibili testimoni di una vicenda tanto crudele quanto emblematica.

Tra i tanti punti di forza di questo romanzo ci sono infatti anche i personaggi delle due giornaliste e del procuratore che fa da collante tra le due indagini e che ricorda certe caratteristiche di Maigret, con la sua flemma che ben si sposa ad un carattere ostinato e incorruttibile.

Sono però Julieta e Johana i due personaggi più riusciti, con le loro storie tanto diverse ma che tracciano un percorso storico ben delineato, fatto di violenze e soprusi e con i loro caratteri ricchi di forza e fragilità, che le rendono estremamente funzionali nel ruolo di giornaliste investigative, guidandole in giro per la nazione e anche nella Guyana Francese per seguire tracce ambigue come ambigui sono i pentecostali che si rifanno alle parole di Dio ma che vivono come narcotrafficanti e come loro uccidono per pochi pesos.

Acquista su Amazon.it:

Santiago Gamboa


è nato a Bogotá nel 1965. Tra i suoi romanzi ricordiamo Gli impostori, Ottobre a Pechino, Perdere è una questione di metodo e Vita felice del giovane Esteban. Dello stesso autore le Edizioni E/O hanno pubblicato Morte di un biografo, Preghiere notturne, Una casa a Bogotá e Ritorno alla buia valle.