Tre di notte




Silvia Nirigua


Editore: Fernandel

Genere: Narrativa

Pagine: 128

Anno edizione: 2025


Sinossi. Una villa nel tranquillo nord-est italiano. Una coppia affiatata, sposata da oltre vent’anni. Una ragazza conosciuta in una chat erotica. Una cena a tre per incontrarsi, con l’intento di trascorrere insieme una nottata di trasgressione e di puro divertimento. Ma nulla va come previsto, e ben presto la cena porta i tre sull’orlo di un dirupo, a picco sugli errori commessi e sui fantasmi che ne popolano l’esistenza. Una notte in cui ognuno si ritrova a fare i conti con il proprio passato ingombrante e con verità difficili da ammettere. Potrebbe essere l’occasione per un riscatto, per un cambiamento. Lo sarà davvero?

 Recensione

di

Giusy Ranzini


Silvia Nirigua ci regala un romanzo intenso e teso, un thriller psicologico che affonda le mani nelle ombre più oscure delle relazioni umane. Tre di notte è un racconto di desideri proibiti, segreti inconfessabili e conseguenze inaspettate, che si snoda in una sola notte, ma che pesa sulle vite dei protagonisti come un macigno.

La storia si apre con una situazione che sembra il preludio di una trasgressione consensuale e priva di complicazioni: una coppia sposata da oltre vent’anni organizza un incontro con una ragazza conosciuta in una chat erotica. L’idea è quella di vivere una serata di svago, senza implicazioni emotive o morali, in una villa situata nel tranquillo nord-est italiano. Tuttavia, fin da subito si percepisce che le cose non andranno come previsto.

La cena, che avrebbe dovuto essere un momento di leggerezza e gioco, si trasforma lentamente in una trappola psicologica. Emergono tensioni sottili, non detti, giochi di potere e dinamiche che rivelano crepe profonde nelle vite dei protagonisti. Il passato, che ognuno di loro ha cercato di seppellire, torna a galla con una forza devastante. E così, mentre la notte avanza, il confine tra ciò che è reale e ciò che è frutto di paure e sensi di colpa si fa sempre più labile.

Il punto di forza del romanzo è senza dubbio la caratterizzazione dei personaggi. La coppia protagonista è ben delineata: il marito e la moglie hanno una relazione apparentemente solida, ma sotto la superficie si nascondono insicurezze, insoddisfazioni e questioni irrisolte. Il desiderio di rompere la routine sembra essere solo un modo per colmare un vuoto ben più profondo.

La giovane donna, che inizialmente appare come l’elemento estraneo e destabilizzante, si rivela invece un catalizzatore di verità dolorose. Non è solo una presenza fisica, ma un simbolo di tutto ciò che i due coniugi hanno cercato di ignorare per anni. Il suo ruolo cambia nel corso della narrazione: da ospite desiderata a enigma inquietante, da complice a giudice silenzioso.

L’ambientazione gioca un ruolo cruciale: la villa isolata diventa uno spazio quasi claustrofobico, nonostante l’ampiezza degli ambienti. Il silenzio della notte, il buio che avvolge la casa e la sensazione di trovarsi lontani da tutto amplificano il senso di inquietudine. Nirigua descrive con maestria ogni dettaglio, facendo sì che l’ambientazione stessa diventi un personaggio che osserva e giudica.

La narrazione è incalzante, con un ritmo che alterna momenti di apparente calma a improvvisi colpi di scena. L’autrice gioca con le aspettative del lettore, lasciandolo sempre in bilico tra ciò che è detto e ciò che è solo suggerito.

Sesso, desiderio, potere, colpa, redenzione. Questi sono alcuni dei temi che attraversano il romanzo. Nirigua non si limita a raccontare una storia di trasgressione, ma scava nel profondo della psiche umana, mettendo a nudo paure e debolezze universali.

Uno degli aspetti più affascinanti è il modo in cui il romanzo mette in discussione il concetto di controllo: chi è veramente al comando in questa serata? Chi manipola chi? E, soprattutto, cosa significa davvero essere liberi nelle proprie scelte?

Silvia Nirigua scrive con una prosa raffinata e tagliente, capace di costruire un’atmosfera di suspense crescente. Il suo stile è asciutto ma evocativo, privo di inutili orpelli, eppure incredibilmente ricco di suggestioni. I dialoghi sono studiati con cura, ogni parola sembra avere un peso specifico, contribuendo a costruire la tensione emotiva che permea l’intera storia.

Senza rivelare troppo, il finale di Tre di notte è all’altezza delle premesse. Non offre facili risposte né soluzioni consolatorie, ma lascia il lettore con una sensazione di inquietudine e riflessione. È un epilogo che chiude il cerchio, ma allo stesso tempo apre nuove domande sulla natura dei protagonisti e sulle scelte che li hanno portati fino a quel punto.

Tre di notte è un thriller psicologico che va oltre il semplice intrattenimento: è un viaggio nelle zone d’ombra della mente umana, un’indagine sulle fragilità che tutti cerchiamo di nascondere. Con una scrittura elegante e una trama che tiene con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, Silvia Nirigua conferma di essere un’autrice da tenere d’occhio.

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Silvia Nirigua


Silvia Nirigua vive a Bologna ed è scrittrice e sceneggiatrice. Ha pubblicato Trema, fanciulla, trema (Zoe, 2003), Un quarto di me(Meridiano Zero, 2006, da cui è stato tratto uno spettacolo teatrale), La metà di tutto (Sartorio, 2008) e il racconto Due minuti nella raccolta Giovani cosmetici (Sartorio, 2008).