Un millimetro di meraviglia




Manuel Bova


DETTAGLI:

Editore: Sperling & Kupfer

Genere: Narrativa

Pagine: 400

Anno edizione: 2024

Sinossi. Il ristorante del loro primo appuntamento, Rossano con i capelli tagliati di fresco e la barba incolta: a Nina sembra una serata perfetta. È convinta che finalmente le chiederà di sposarlo, e per l’occasione indossa il suo adorato vestito rosso. Tutto sembra come dovrebbe essere, fino a quando Ross pronuncia le fatidiche parole: «Ti devo parlare». E, andandosene, lascia Nina da sola, affranta, a pensare a tutto ciò che avrebbe potuto essere e non sarà mai. Nella stessa sera, qualcun altro vive un tremendo dolore: è un uomo anziano, che affida a un diario i suoi pensieri per la figlia, con cui non parla più. Non sa cosa farsene della sua vita, e passa le notti insonni a controllare quali lampioni non funzionano, per segnalarli al comune. Infine, un uomo tormentato, dall’animo oscuro, diventa il protagonista di un delitto che coinvolgerà Genova, Nina e l’anziano signore. Tre personaggi legati dal filo rosso del destino, tre voci narranti distinte, tre vicende che si intrecciano prendono vita nei caruggi, in un romanzo fatto di contrasti: dolce e amaro, felicità e malinconia, fallimento e rinascita. Manuel Bova si conferma un narratore di storie suggestive e reali, capace di adattare il suo stile anche ai temi più duri come la violenza sulle donne e di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.

 Recensione di Simona Burgio

Questo è un romanzo che scuote, che cambia chiunque lo leggerà. Manuel Bova non ha raccontato una storia tra le tante storie di cui sono pieni i telegiornali, no. Lui ha scritto una storia che scuote la coscienza, che cambia la visione delle cose. Ci presenta tre voci narranti che si alternano tra loro. 

Una donna, Nina, che fa la prestigiatrice alle feste per bambini senza pensare troppo al futuro. Una ragazza fragile con l’emotività compromessa da un uomo che l’ha lasciata e un uomo (suo padre) che non la riconosce più per colpa dell’Alzheimer.  Nonostante questo, Nina sente che le manca qualcosa, qualcosa che cerca fuori ma che le manca dentro. Non si trova mai al suo posto però può stare in qualsiasi posto. 

Giuseppe, un uomo anziano devastato dal senso di colpa che scrive i suoi pensieri su un diario. Un uomo che ha sbagliato, un uomo che la figlia non vuole più vedere perché è un ex alcolista. Gli piace girare per la città, gli piace guardarsi intorno, ma è come l’acqua con l’olio. Non riesce a mescolarsi. È quell’anziano invisibile che incrociamo in un bar. Quel vecchietto seduto su una panchina al parco. 

E poi c’è un uomo frustrato (niente nome, altrimenti mega spoiler) arrabbiato con il mondo, incompreso, possessivo e geloso. Non riesce a trovare la donna giusta per lui, ma alla fine realizza che sono tutte giuste. Quello sbagliato è lui. 

Cit. Quando un concetto ha bisogno di essere urlato è perché è necessario convincere gli altri che sia fondato. Ma la verità parla piano. 

Credo che siano i libri a sceglierci, e non il contrario.

La lettura di questo romanzo è iniziata in un periodo per me molto difficile e doloroso. Perdere una persona cara non è facile per nessuno, ma in qualche modo, in punta di piedi, questo romanzo mi ha permesso di respirare un po’, di fermarmi e lasciare che tutto passi per vedere cosa rimane. Per vedere chi rimane.

Quanto dolore in queste pagine, quanto desiderio di mostrare che si può cambiare, che si può essere migliori, che a volte serve solo un’altra possibilità. Ho riso e sofferto con i protagonisti, grazie ai dialoghi secchi, brillanti, a volte profondi e struggenti. Una narrazione introspettiva assolutamente meravigliosa. Per certi versi, il suo stile ironico e a volte cinico, mi ha ricordato quello di Daniel Pennac.

Colpisce molto il rispetto che l’autore ha per gli anziani che popolano queste pagine, non puoi non amarli e rispettarli. E non si può rimanere insensibile alla descrizione della devastazione della demenza senile e dalle perle di saggezza che solo un anziano può insegnare. 

Quindi grazie a Manuel Bova per aver scritto questa storia incredibilmente bella che vorrei dimenticare per rileggerla ancora e ancora. E grazie per la serietà degli argomenti trattati, a volte, con ironia. Perché è così che ci si salva: con ironia e leggerezza. Questo è quello che io cerco nei libri quando leggo, quel millimetro di meraviglia che è stato scritto per me. 

Cit. A quel millimetro di meraviglia che, finché sei in grado di provarlo, tutto sommato hai ancora una speranza. Una possibilità di stupirti, di tornare bambino, di volare sull’isola che non c’è. 

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Manuel Bova


nasce a Genova il 3 febbraio 1983. Nel 2020 apre la pagina Facebook Manuel Bova Autore, dove ogni giorno pubblica un racconto e si fa notare raggiungendo quasi 100.000 followers in pochissimo tempo. Nel 2023 pubblica con Sperling & Kupfer il suo primo romanzo intitolato Al mare non importa, che riscuote grande successo. Un millimetro di meraviglia è un’opera che lo costringe a uscire dalla sua zona comfort esplorando nuove forme di scrittura, che lo portano a confrontarsi con tematiche impegnate mantenendo uno stile fresco e immediato. 

A cura di Simona Burgio

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