Recensione di Sara Ferri
Autore: Piera Carlomagno
Editore: Rizzoli
Collana: Nero Rizzoli
Genere: Thriller e gialli
Pagine: 220
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Accadono fatti terribili nella terra di mezzo tra Matera e Potenza, frontiera selvaggia che si ripiega su se stessa come le ripide gole che la solcano. E così una notte di giugno, nei calanchi vicino Pisticci, un uomo e una donna vengono assassinati brutalmente. Lui è Sante Bruno, architetto con entrature che contano. Lei, Floriana Montemurro, una ragazza bellissima, figlia di un potente notabile. Il duplice omicidio scuote la monotonia di una provincia in cui il pettegolezzo vola di bocca in bocca e le lingue sono affilate come rasoi. Indagare sul caso tocca a Loris Ferrara, magistrato in crisi che vuol rifarsi una vita, e all’anatomopatologa Viola Guarino. Abilissima nel leggere la scena del crimine, convinta sostenitrice dei metodi scientifici d’indagine, la Guarino ha un sesto senso prodigioso. “Strega” la chiamavano da bambina. “Strega” pensano oggi di lei i suoi concittadini. E del resto, è la nipote di Menghina, celebre lamentatrice funebre della Lucania, una che ha trasformato la morte in professione e di stranezze se ne intende. Turbata dai sentimenti che prova per l’ombroso Ferrara, Viola si getta a capofitto nell’inchiesta. Mentre incombono i preparativi per Matera 2019 Capitale della Cultura e il futuro si porta appresso milionarie speculazioni sugli antichi Sassi, dovrà confrontarsi con i misteri di un Sud in cui tutto sta cambiando anche se nulla cambia mai davvero.
Piera Carlomagno svela, con eleganza e discrezione, il male profondo di una terra insieme ai tormenti e alle malinconie delle donne che la abitano.
Recensione. Ai più è conosciuta come la città dei sassi… l’autrice l’ha definita la città di pietra. Tutti questi nomi la indentificano come un qualcosa di immoto, fisso nel tempo, antico come le pietre che l’hanno originata.
In qualsiasi punto della città si trovasse, le toglieva il respiro affacciarsi su quel groviglio di pietra e luci soffuse, che non sono finestre. Quelle, col buio, restano sbarrate, proprio come l’animo dei lucani, ma hanno tutte davanti una lampada, che significa accoglienza, vita, disponibilità, e che nei Sassi è uguale ai lampioni dell’arredo urbano, sobria, portatrice di fascino discreto.
In realtà, Matera, in queste pagine è viva. Talmente viva e colma di vissuto da essere la scena ideale per un delitto efferato. I calanchi, le scogliere a picco sul mare, i paesini della Lucania, questo territorio aspro e imponente che nasconde un segreto. Quello celato dietro il ritrovamento di due corpi. Abbracciati.
Stretti l’uno all’altro in un ultimo gesto di amore, prima della morte. Nelle pagine di Piera Carlomagno le parole sono piene di tradizione. Di richiami alla terra di Basilicata. Le asperità che caratterizzano i luoghi descritti sembrano trasferirsi a ciò che accade. Il crimine sembra avere il sapore della salsedine. Quella che dal mare, non molto lontano da Pisticci, arriva fino al luogo del ritrovamento.
L’autrice ha una capacità descrittiva talmente elevata che è possibile immaginare con gli occhi quei luoghi. Questi dirupi che sembrano graffiati dal vento e dalla pioggia e che formano lingue di roccia dura all’interno dei quali si nascondono… segreti. I segreti inconfessabili di una popolazione legata alla propria terra. Legata alle leggende, ai miti e alle superstizioni. La verità scivola di bocca in bocca, tra le persone avvezze ai pettegolezzi. Ma il lettore non intuisce quale sia il vero crimine fino alla fine del libro. Non coglie quale sia il reale segreto che si nasconde dietro a ciò che è accaduto alle due vittime.
“Una favolosa estate di morte” è IL giallo italiano per eccellenza, con tinte noir. Capace di regalare sensazioni che tengono avvinto il lettore tra le pagine. Un lettore che, nello scorrere del libro trova un paese, l’Italia, in tutto il suo splendore. Dove spicca ciò che rende famoso il nostro bel paese in tutto il mondo. Il nostro territorio. Zone che ci contraddistinguono. Ma anche usanze, dialetti, tipicità che molti ci invidiano. Il sapore del sud.
Una sensazione che scivola tra le dita. Dita sporche di sangue, in questo romanzo. Dove anche i personaggi creano un connubio perfetto con il contesto. La protagonista è Viola, una donna forte, con un carattere granitico, come le pietre di Matera. Questo nome che ricorda il fiore del pensiero. Perché, in effetti, è proprio il pensiero che contraddistingue questa donna. Legata fortemente al suo passato. Alle storie che gli abitanti della zona le hanno cucito addosso. Storie secondo le quali Viola sarebbe dotata di una dote sopraffina che le permette di vedere ciò che è accaduto, anche quando il fatto è già avvenuto da tempo
Si, strega, strega, dicevano i compagni di classe, e strega sussurravano le maestre maligne. Comunque, una cosa era vera: il formidabile intuito di cui era dotata e che, a volte la portava a credere che, forse sì, qualche potere magico doveva averlo.
È così che Viola riuscirà a leggere e ad ascoltare ciò che le pietre le hanno da dire. Portando alla Luce la verità che si nasconde nelle pieghe dei calanchi.
Piera Carlomagno
Piera Carlomagno, giornalista professionista, scrive su Il Mattino e cura la Comunicazione per alcuni Enti. Il suo ultimo romanzo giallo, “Intrigo a Ischia”, pubblicato da Centauria Libri nell’aprile 2017, ha vinto il Premio Speciale Giuria Costa D’Amalfi Libri e la Menzione Speciale Giuria Premio Giallo Garda III edizione 2017. “Le notti della macumba” (CentoAutori 2012), è stato finalista al Premio Tedeschi 2011, mentre “L’anello debole” (CentoAutori 2014) ha vinto il Premio Garfagnana in Giallo sezione ebook IV edizione (2014), il Premio Speciale Giuria Proviero Città di Trenta VII edizione (2014), il Premio Assoluto Casa Sanremo Writers V edizione (2015), il Premio Lomellina in Giallo V edizione (2015), la Menzione Speciale Giuria Premio Giallo Garda II edizione (2016). Il romanzo, scritto a otto mani, “Corte Nera”, pubblicato da Runa Editrice nel 2014, ha vinto il Primo Premio “Raccontami la Storia 2015”. Il romanzo breve “L’invito” (marzo 2016), passion-noir in ebook, è stato finalista al Premio Garfagnana in giallo sezione ebook VI edizione (2016). Nel 2013 ha vinto il Terzo Premio Carlo Levi della Fondazione Giorgio Amendola di Torino con il racconto “L’elettore”. Per l’attività di giornalista e autrice di romanzi ha ricevuto ancora i Premi Libri Meridionali (2014), Principessa Sichelgaita (2015) e la medaglia d’oro alla carriera dell’Associazione Giornalisti Salernitani (2017). Ha ideato e curato le antologie noir “I delitti della città vuota” e “I delitti della gelosia” (giugno 2016 e gennaio 2017). Altri racconti sono presenti in antologie. Ha scritto per il teatro il monologo: “Il giorno prima dellasentenza”, messo in scena al teatro del Giullare di Salerno nel febbraio del 2017. E’ presidente dell’associazione “Porto delle nebbie” che organizza “SalerNoir Festival, le notti di Barliario” e collabora con il Salerno Letteratura. Ha pubblicato guide turistiche. E’ laureata in Lingua e letteratura cinese e ha tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian.
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