LUIS LANDERO
Traduttore: Giulia Zavagna
Editore: Fazi
Genere: Narrativa
Pagine: 216
Anno edizione: 2025

Sinossi. Marcial, origini umili e un’infanzia difficile alle spalle, lavora in un’azienda di macellazione della carne e conduce un’esistenza piuttosto solitaria. È però un uomo molto esigente: forse non sarà bello, forse non avrà frequentato le migliori scuole, ma è un ottimo conversatore, un orgoglioso autodidatta con una sua filosofia del mondo, in grado, all’occorrenza, di sfoderare un linguaggio forbito e una cultura tali da far invidia a chiunque. La sua vita è perfettamente sotto controllo, finché un giorno l’incontro con Pepita lo sconvolge; elegante, acculturata e di buona famiglia, la donna rappresenta tutto ciò a cui Marcial ha sempre aspirato. Se ne innamora perdutamente. Convinto di possedere tutte le qualità giuste per far colpo su di lei, è pronto a mostrarle i suoi molteplici talenti: snocciolerà gli aneddoti di cui è più fiero, la inviterà a uscire con galanteria irresistibile, affronterà a testa alta gli altri pretendenti e sarà disposto a fingersi scrittore pur di partecipare al salotto letterario che si terrà a casa dell’amata. Lui ancora non lo sa, ma è proprio in quest’occasione che si deciderà il suo destino.
Una storia ridicola, selezionato da «El País» come uno dei migliori dieci libri dell’anno, è il racconto tragicomico di un corteggiamento impossibile. Con questo nuovo romanzo Luis Landero si conferma maestro della letteratura spagnola di oggi: tagliente, ingegnoso e capace di raffigurare, a partire da vicende apparentemente di poco conto, tutta l’ineluttabilità e la tragicità dell’esperienza umana.
Recensione di
Bruno Vigliarolo
Ci sono romanzi che sfuggono a generi univoci, a facili categorizzazioni. Una storia ridicola, di Luis Landero, appartiene senza dubbio a questo eterogeneo gruppo di opere. La voce narrante, rigorosamente in prima persona, coincide con quella del protagonista Marcial: un personaggio che fin dalla prima pagina del racconto – quasi un memoir – instaura un dialogo diretto con il lettore.
Scopriamo la vita di un uomo peculiare, la cui bassa estrazione sociale stride con lo smisurato orgoglio, con le profonde riflessioni filosofiche in cui indulge ossessivamente, soppesando ogni piccolo evento, ogni scena che gli si para alla vista.
Nella sua personale visione del mondo, amore e odio sono sentimenti più simili di quanto possa sembrare. L’odio è praticato da Marcial come passatempo quotidiano, e il più delle volte non travalica le innocue scaramucce con i suoi storici antagonisti. Quando ciò avviene, tuttavia, oscure forze si scagliano contro l’autore dell’offesa, in quello che il protagonista non esita a definire come un vero e proprio fenomeno paranormale.
In amore la sua vita è scandita da relazioni “a bassa intensità”: l’amicizia affettuosa con Marche, donna di aspetto non avvenente ma di grande dolcezza; la frequentazione con la prostituta Natalia, un rapporto più passionale ma non per questo in grado di scalfire una solida routine.
La vera svolta arriva dopo il casuale incontro con la bella Pepita: una donna colta, altolocata, per la quale, fin dal primo istante, Marcial inizia a nutrire un sentimento dirompente. Un’attrazione incontenibile, da cui scaturisce un tentativo di corteggiamento tanto audace quanto improbabile.
Il registro narrativo è quello di una commedia, ma all’orizzonte si intravedono molti elementi propri della tragedia. I desideri del protagonista si scontrano con un amore non corrisposto, con un divario sociale che lascia poco spazio all’ottimismo. E il lettore si trova da un lato a empatizzare con i goffi escamotages di Marcial; dall’altro a scorgere i segni di una psiche maniacale, sopra le righe.
La scrittura è limpida e potente, efficace nel trasporre i percorsi tortuosi, ma coerenti, che tratteggiano la mente del protagonista; le sue continue, ridondanti digressioni. Collima magistralmente con il monologo di un uomo che compensa la scarsa istruzione con una vasta cultura acquisita per curiosità e ambizione.
Il finale è di fatto il vero fulcro della storia. Il culmine di una vicenda che si presta a molteplici chiavi di lettura. Se l’ironia tragicomica resta il principale collante del testo, non mancano spunti di riflessione e sferzate, neanche troppo nascoste, agli innumerevoli vizi della società contemporanea.
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Luis Landero
Nato ad Alburquerque, in Estremadura, nel 1948, ha conseguito la laurea in Lettere all’Università Complutense di Madrid. Ha insegnato Letteratura alla Scuola di Arti Drammatiche di Madrid ed è stato professore ospite all’Università di Yale. Ha esordito con successo nel 1989 con il romanzo Giochi tardivi. A partire da allora, la sua carriera di scrittore è stata prolifica e costellata di numerosi premi: oggi è considerato uno dei maggiori scrittori spagnoli contemporanei. Nel 2022 ha vinto il Premio Nacional de las Letras Españolas, uno dei più importanti riconoscimenti alla carriera.