Recensione di Cristina Bruno
Autore: Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli
Editore: Giunti
Genere: giallo
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. La frenesia della città sembra all’improvviso lontanissima, i tornanti si snodano in mezzo a una fitta vegetazione, il segnale telefonico si interrompe: e poi, dietro una curva, ecco una radura dominata da una quercia maestosa e da un’antica casa in pietra. A Maurizio e a Marta sembra che quella casa sia lì ad aspettarli da sempre. A dire il vero Maurizio, da buon scrittore di romanzi, qualche sospetto per le case isolate nel bosco lo nutre, ma l’entusiasmo della moglie vince ogni resistenza. E così i due approdano tra gli Appennini, poco desiderosi di stringere amicizia con i ruvidi abitanti del paese vicino e determinati a godersi il loro incantevole buen retiro. Però non sono soli: dalle profondità della cantina – che i locali chiamano “l’inferno” – emerge un grosso gatto che si considera il vero padrone di casa e che, in virtù del suo pelo nerissimo, accetta l’epiteto di Minosse con felina condiscendenza. Ma non è tutto. Una notte dopo l’altra, a far loro compagnia si susseguono strani accadimenti: ombre fruscianti in giardino, luci che si accendono nel buio, Minosse che gonfia il pelo come se qualcosa lo avesse terrorizzato… Guccini e Macchiavelli, cantori dell’Appennino dimenticato, giocano con i fantasmi per rendere omaggio allo spirito misterioso e inafferrabile delle loro amate montagne.
Recensione
Maurizio e Marta si stanno godendo una domenica di relax sull’Appennino. Una buona trattoria e un bel giro tra i tornanti e i colori della montagna sono quel che ci vuole per lasciare alle spalle lo stress cittadino.
Poi qualcosa attira la loro attenzione: una quercia secolare e un antico edificio con torre, all’apparenza abbandonato e con il cartello “In Vendita”. Per i due è un vero colpo di fulmine e così procedono rapidi all’acquisto dell’immobile. Nel giro di breve tempo lo ristrutturano e lì trasferiscono la loro residenza.
La coppia di mezz’età sembra aver realizzato il proprio sogno con Marta che si dedica al giardino e Maurizio che scrive il suo nuovo romanzo. Pochi giorni dopo il trasloco sbuca fuori dalla cantina un gatto nero che subito entra a far parte della famiglia con il nome di Minosse, non si sa se quello dantesco o quello cretese.
Ma Pietrapesa, questo il nome del luogo, riserva loro ben presto anche altre sorprese. Strani rumori notturni, cigolii, luci nel bosco e persino il gatto che soffia a una presenza invisibile scuotono gli animi dei due nuovi proprietari.
Maurizio decide così di indagare, infatti l’aspetto paranormale della vicenda non lo convince. La loro governante li consiglia di andare dal Professore, che conosce tutti i segreti della zona. La soluzione del caso li lascerà stupiti, sempre ammesso che sia la vera soluzione…
Guccini e Macchiavelli ci regalano una storia di fantasmi perfetta per le giornate nebbiose novembrine, dalla sottile ironia che ricorda, nelle atmosfere, certi racconti delle “Veglie alla fattoria di Dikanka” di Gogol.
L’Appenino Tosco Emiliano è il protagonista della vicenda con il suo carico di storie, leggende e scorci ora aspri ora dolci. La coppia abituata ai ritmi cittadini si trova immersa in un ambiente nuovo, dove il tempo sembra si sia fermato o addirittura riavvolto su se stesso.
Tutto risuona di una vita propria, anche la quercia secolare, anche la casa con la sua torre che domina il paesaggio dall’alto. E il genius loci prende forma e si incarna nel gatto, rigorosamente nero, mediatore tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile.
Oltre ai due protagonisti spiccano Isolina, la scaltra governante, il parroco e naturalmente il Professore che sa tutto di tutti. Ma anche le poche comparse hanno una loro intrinseca vitalità che rappresenta lo stile di vita montanaro, che i due nuovi arrivati non esitano a definire “strano”, perché fuori dai loro schemi abituali.
Il romanzo è piacevole e veloce da leggere e il finale ci stupisce, rovesciando le certezze e lasciando spazio alla fantasia, come accadeva con le storie di Calvino dove il punto segnava solo l’inizio di un nuovo percorso che il lettore doveva compiere da sé senza più la guida dell’autore.
Un percorso intrigante e diverso per ciascuno, libero di appropriarsi delle parole e delle emozioni lette e trasformarle in esperienza di fruizione squisitamente personale.
A cura di Cristina Bruno
http://fabulaeintreccio.blogspot.com/
Francesco Guccini e Loriano Machiavelli
Francesco Guccini: cantautore mito di più di una generazione, anche la sua attività di scrittore si configura come una delle esperienze più originali e suggestive della scena letteraria italiana dell’ultimo decennio. Sporadicamente anche attore, autore di colonne sonore e di fumetti. Fino alla metà degli anni Ottanta ha insegnato lingua italiana al Dickinson College di Bologna, scuola off-campus dell’Università della Pennsylvania. Ha anche lavorato come docente presso la sede bolognese della Johns Hopkins University (Washington, DC, USA). La sua vita si è svolta tra Modena, Pàvana e Bologna. Tra i suoi libri si ricordano: Cronache epifaniche (Feltrinelli 1989, ripubblicato da Mondadori nel 2013), Vacca di un cane (Feltrinelli, 1993), Storie d’inverno (Mondadori 1994), La legge del bar e altre comiche (Comix, 1996), Un altro giorno è andato (Giunti 1999), Cittanova Blues (Mondadori, 2003), L’uomo che reggeva il cielo (Libreria dell’orso 2005), Icaro (Mondadori 2008), Non so che viso avesse la storia della mia vita (Mondadori 2010), Dizionario delle cose perdute (Mondadori 2012) e Il piccolo manuale dei giochi di una volta (Mondadori 2015), Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (Mondadori 2015), Magnifici malfattori. Storia illustrata dei briganti toscani (Baldini + Castoldi 2018), Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto (Giunti Editore 2019). Con Loriano Macchiavelli ha scritto per Mondadori la raccolta di racconti Lo spirito e altri briganti (2002) e numerosi romanzi tra cui Macaronì (Mondadori 1997), Un disco dei Platters (Mondadori 1998), Questo sangue che impasta la terra (Mondadori 2001), Tango e gli altri (2007), Malastagione (Mondadori 2011), La pioggia fa sul serio (2014), Tempo da elfi. Romanzo di boschi, lupi e altri misteri (Giunti Editore 2017), Non so che viso avesse. Quasi un’autobiografia (Giunti 2019) e con Loriano Macchiavelli Che cosa sa Minosse (Giunti 2020).
Loriano Macchiavelli: Ha frequentato l’ambiente teatrale come organizzatore, come attore e, infine, come autore; alcune sue opere teatrali sono state rappresentate da varie compagnie italiane. Dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi divenendo uno degli autori italiani più conosciuti e letti. Da alcuni dei suoi romanzi sono stati tratti sceneggiati televisivi per la Rai. Il suo personaggio più conosciuto, Sarti Antonio, è entrato anche nel fumetto (Orient Express) con una serie di avventure tratte dai romanzi. Inoltre numerosi scritti sono stati tradotti all’estero. Dal 1997 scrive a quattro mani romanzi gialli con Francesco Guccini. Assieme a Marcello Fois e Carlo Lucarelli ha fondato il “Gruppo 13” e con Renzo Cremante ha fondato e dirige la rivista Delitti di Carta che si occupa esclusivamente di poliziesco italiano. Vincitore di numerosi premi (Gran Giallo Città di Cattolica, premio Tedeschi, XIV edizione del Premio di letteratura per l’infanzia, Premio letterario Alassio, Police film festival, edizione 2007 del Premio Scerbanenco…) ed è stato finalista in numerosi altri (Premio Ennio Flaiano, nel Premio città di Ostia…).
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