Canzoni d’inverno




Recensione di Antonella Bagorda


Autore: Christian Floris

Editore: CUEC editrice

Genere: Narrativa, Giallo

Pagine: 194

Anno di pubblicazione: gennaio 2016

Sinossi. Il protagonista del libro è Claudio, un giovane cagliaritano di 33 anni, laureato in giurisprudenza, da tempo disoccupato e messo alla prova dalla crisi economica, che trascorre i suoi giorni a distribuire il proprio curriculum e a bussare alle porte delle agenzie di lavoro, sperando di trovare prima o poi una nuova occupazione. La passione per la musica contribuisce a stemperare la frustrazione per la sua difficile condizione; una passione condivisa con Ciccio, Chix ed Enzo, gli altri componenti del gruppo musicale Avatar Robots, nel quale suona la chitarra elettrica. La musica, per Claudio, non è appena un passatempo: diventa il modo con cui trasfigurare le sue giornate grigie, leggere le varie situazioni, capire la propria vita e analizzare svariati crocevia della sua esistenza (quando, ad esempio, interrompe il rapporto con Lori, la sua fidanzata). Inoltre, la personalità di Claudio è molto sensibile e la musica sembra essere il fattore che scopre e alimenta il proprio desiderio di realizzazione umana, che talvolta affiora, anche in maniera comica e scomposta.

Recensione


Claudio è un trentatreenne laureato in giurisprudenza, disoccupato, che passa le giornate dandosi da fare per trovare un impiego che lo appaghi. Anzi, per trovare un impiego e basta; uno qualsiasi gli andrebbe bene per il momento.

Perché purtroppo si ritrova a cercare lavoro nel pieno di unimportante crisi economica, tra il diffondersi di miseri stipendi e tagli al personale.

Claudio è un protagonista che fa di tutto per non arrendersi, per mostrarsi sempre forte anche quando la tentazione di mollare gli piomba addosso aggressiva e invadente.

Dev’essere forte per se stesso ma anche per i suoi genitori, che sono preoccupati quanto lui per questa situazione di incertezza. Dev’essere forte perché ha fatto una scelta difficile di cui porta addosso tutto il peso: quando tutti i suoi coetanei hanno preferito scappare e andare a cercare fortuna altrove, lui ha deciso di restare e di combattere per costruirsi una posizione nel suo Paese, per realizzarsi a casa sua.

La fortuna di Claudio, che oltre a essere una fortuna è anche una salvezza, è il fatto di avere dalla sua parte la musica. La musica per lui è tutto. La sente ovunque, la immagina ovunque, la comprende e la fa sua in ogni situazione; la musica gli parla e lui la accoglie, e si lascia travolgereda essa, e lascia che la musica lo guidi e faccia da colonna sonora alle sue emozioni, alle sue giornate, alla sua vita. Lascia che la musica gli scorra sulle ferite con la funzione di cicatrizzante, e questo gli permette di affrontare con serenità i suoi fantasmi del passato senza mai sentire la necessità né la fatica di rimuoverli dalla memoria.

Quando le cose sembreranno prendere finalmente una piega favorevole, per Claudio inizieranno a susseguirsi degli episodi di cui rischierà ben presto di perdere il controllo.

A quel punto la sua vita si immergerà in un vero e proprio giallo che lui stesso dovrà riuscire a risolvere, da solo, stando bene attento a non fare mosse false e scelte sbagliate.

Christian Floris è una piacevole scoperta. È la prima volta che mi ritrovo un suo romanzo tra le mani e chiudo il libro soddisfatta, con molte certezze e con qualche dubbio, ché quelli non me li faccio mancare mai.

Tra le certezze posso annoverare sicuramente la sua conoscenza e padronanza della scrittura narrativa. Floris non sbaglia un colpo. Il libro è scritto in prima persona, tempo presente, e il protagonista vive una situazione in cui chiunque si può immedesimare, quindi le scelte di narrazione e trama sono assolutamente vincenti. In più l’autore riesce a districarsi con maestria tra salti temporali, flashback, ricordi, ritorno al tempo presente, tutto senza mai far perdere il filo della storia.

I personaggi sono ben caratterizzati e fin da subito riconoscibili. Anche la scelta del genere è molto particolare, o forse dovrei dire dei generi, al plurale: Floris dà una spintarella al lettore lasciando che si immetta nella corsia di una tranquilla e ordinaria vita e poi, senza troppo clamore, trasforma le tonalità dell’atmosfera e le fa diventare di un bel giallo acceso e prepotente; e dunqueanche il fattore sorpresa è assicurato.

E per finire, cosa assolutamente non scontata, scrive un finale sorprendente che non ci si aspetta e che si spera riservi colpi di scena fino all’ultima parola del romanzo. E così sarà.

Christian Floris è un grande appassionato di musica esattamente come il protagonista del suo libro, e non crederei al contrario nemmeno se fosse possibile dimostrarlo. A prova di questa mia affermazione c’è l’enorme presenza di musica in tutto il suo romanzo, in ogni pagina.

Ogni capitolo è intitolato col titolo di un brano musicale e il suo relativo autore, e nel corso dei capitoli quelle canzoni saranno un perfetto mezzo per esaltare i climax della narrazione, per sviscerare le sensazioni del protagonista, per sottolineare dei passaggi importanti e a volte fondamentali della trama. La tattica funziona; non posso dire che non funzioni. Mi chiedo però quanto possa essere eccessivo inserire tutta quella terminologia tecnica all’interno della narrazione; e con terminologia tecnica intendo anche solo le precise note musicali che formano il passaggio della canzone di cui si sta servendo l’autore di volta in volta.

Io sono un’appassionata di musica, strimpellatrice ossessivo compulsiva di una povera chitarra innocente, eppure non sono riuscita ad apprezzare tutta quella ostentazione di conoscenza musicale. Un musicista vero, probabilmente, uno che fa colazione con latte e note musicali e spalma la marmellata su fogli pentagrammati, gradirebbe, apprezzerebbe ed empatizzerebbe col protagonista senza alcuna difficoltà e molto meglio di chi la musica la mastica poco.

Infatti io, che a mente non riesco proprio a immaginare cosa accada in un passaggio da Fa minore a La maggiore né tantomeno riesco a distinguere il suono di un clavicembalo da quello di un pianoforte scordato, non sono riuscita ad apprezzare quei punti come avrei voluto.

C’è di buono, in tutto ciò, che da questo romanzo ne esco con una cultura musicale più vasta e con la conoscenza di alcuni artisti di cui ignoravo l’esistenza.

E se l’autore di un romanzo, oltre a lasciarti addosso le emozioni di una buona storia e le vite di personaggi che non dimenticherai mai, ti insegna anche qualcosa, direi che può ritenersi decisamente soddisfatto del dono che ha fatto ai suoi lettori.

Che sia messo agli atti: Christian Floris ha scritto una gran bella storia.

 

 

Christian Floris


Christian Floris è nato a Cagliari nel 1975. Vive e lavora a Cagliari, dove esercita la professione di dottore commercialista. Ha pubblicato diversi romanzi, con uno di questi, In fondo alla strada, è risultato finalista al premio Alziator 2008 nella sezione Narrativa Opere Inedite. Nel 2009, ha pubblicato il racconto In fondo alla strada, per l’antologia Made in Sardinia (ed. Cuec).

 

Acquista su Amazon.it: