Era il mio migliore amico




Recensione di Francesca Giovannetti


Autore : Gilly Macmillan

Traduttore : Tullio Dobner

Editore : Newton Compton

Pagine : 334

Genere : thriller

Anno di pubblicazione : 2017

Sinossi. Noah Sadler e Abdi Mahad sono due amici inseparabili. Per questo motivo, quando il corpo di Noah viene trovato in un canale di Bristol, il silenzio di Abdi è inspiegabile. Perché non parla? Il detective Jim Clemo è appena tornato dopo un congedo forzato che l’ha allontanato dal suo ultimo caso e la morte di Noah sembra l’incidente perfetto con cui tenerlo occupato. Ma ben presto quello che sembrava un gioco tra ragazzi finito molto male si trasforma in un caso che accende il dibattito pubblico: Noah è inglese, Abdi un rifugiato somalo. La tensione sociale, la paura e la rabbia cieca degenerano velocemente a Bristol, mentre le due famiglie combattono per ottenere le risposte che cercano. Non sanno quanto sarà lunga la strada per capire che cosa è successo davvero, né sono preparate all’orrore che dovranno affrontare. Perché la verità spesso può fare molto male.

Recensione

La vicenda che dà il via a questo thriller è legata all’incidente di uno dei protagonisti del quale si cerca il colpevole.

Ma la trama si sviluppa inanellando una serie di tematiche sociali che più di frequente si trovano in un romanzo, almeno dal punto di vista della quantità.

Si affrontano diversi temi sociali, primo fra tutti quello dell’integrazione culturale fra immigrati e paese ospitante, poi l’amicizia fra adolescenti, tra condivisioni, differenze e piccole invidie; si parla anche del rapporto di una coppia unita più da un figlio malato che dall’amore reciproco, del travaglio di una malattia terminale, dello shock di venire a conoscenza di verità inimmaginabili del proprio passato, del bisogno di riscatto da parte di un detective segnato da un precedente fallimento, e della gogna mediatica presente in casi di cronaca nera che ricerca più lo scoop della verità.

In tutto questo groviglio di tematiche sociali e personali viene infine narrata l’indagine vera e propria che lascia però un punto nebuloso nel suo svolgimento.

Dal punto di vista di un lettore di thriller lo scritto può risultare un po’ lento e a tratti prevedibile. Ma il contesto nel quale viene inserita la storia è sicuramente interessante, attuale e apprezzabile.

La narrazione inoltre si contraddistingue per uno stile pulito e diretto, e il cambio di narratore crea un movimento che facilita il lettore e lo porta a essere più consapevole dell’intera vicenda.

Gilly Macmillan


È cresciuta a Swindon, ha vissuto l’adolescenza nel Nord della California. Ha studiato Storia dell’arte alla Bristol University e poi al Courtauld Institute of Art di Londra.