La parata




Recensione di Francesco Morra


Autore: Dave Eggers

Traduzione: Francesco Pacifico

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa

Pagine: 140

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Per commemorare l’armistizio in un paese sconosciuto del Terzo mondo appena uscito dalla guerra, viene commissionata una nuova strada che connette le due metà dello stato fratturato. Sono incaricati del lavoro due uomini che vengono da un paese del Primo mondo, due contractor mercenari. Per ragioni di sicurezza, prima di iniziare, si sono dati degli pseudonimi numerici. Numero Quattro, quello incaricato di guidare l’avveniristica macchina asfaltatrice RS-90, si attiene a una disciplina monastica: devono fare una strada perfettamente dritta, lunga 260 chilometri, e i tempi sono stretti, il lavoro deve essere completato prima della parata celebrativa. Numero Nove, che in sella al suo quad si assicura che non ci siano ostacoli davanti e dietro, è invece in vena di avventure e curioso di ciò che lo circonda. Conosce la lingua locale, mangia le cose del posto invece di limitarsi ai frullati di proteine della razione, fa amicizia come può sulla strada e, in generale, fa di tutto per non attenersi al rigoroso protocollo previsto. Quattro capisce immediatamente che Nove è un “agente del caos”, che rischia di compromettere il lavoro e che, peggio, rende più incerto il ritorno a casa. La grande protagonista de “La parata” è l’attesa. Quattro è a modo suo simile al nostro Giovanni Drogo del Deserto dei Tartari di Buzzati: la sua fortezza è la macchina asfaltatrice in cui passa le sue giornate e i suoi Tartari sono il collega Nove e la popolazione locale. Ma il romanzo è anche la storia di scontro vizioso fra i due protagonisti, fra Oriente e Occidente, e fra le due anime contrastanti di Quattro, quella scientifica e quella umana ed empatica. Stranieri in una terra straniera devastata dalla guerra, Quattro e Nove sono protagonisti di un’allegoria che vuole mostrare l’assurdità della loro posizione e le conseguenze della loro presenza.

Recensione

La strada porta comprensione

Dave Eggers, tra i più talentuosi scrittori americani, come sempre sorprende e regala forti emozioni parlando del mondo che lo circonda.

In un paese all’indomani di un conflitto, una multinazionale è incaricata di asfaltare una strada che permetta al sud ,poco sviluppato, di congiungersi più agevolmente al nord  ,urbanizzato, del medesimo paese. Due operai saranno gli artefici di tale opera.

Persone diametralmente opposte che l’autore spersonalizza dandogli come nomi dei numeri. Quattro, colui il quale guiderà la macchina asfaltatrice, uomo preciso ligio al contratto che non vuole in alcun modo entrare in contatto con le persone e la società circostante. Invece, il suo collega, Nove, guiderà un quad e andrà in avanscoperta per liberare la strada da eventuali ostacoli, quest’ultimo entra subito in empatia con questi luoghi, contravvenendo ad ogni protocollo e vivendo quasi da turista.

Quattro non lo aveva mai visto prima, e non si era mai attribuito capacità profetiche, ma in un istante seppe che Nove era un agente del caos e avrebbe reso il difficile lavoro che li aspettava ancora più difficile.

Il manovratore vivrà con grande acredine quella che per lui è poca professionalità del suo collega e vi rimuginerà per numerose pagine. Ora a metà libro Eggers, capovolge i ruoli tra i due. Quattro si troverà ad essere aiutato e smusserà i suoi atteggiamenti aprendo gli occhi, riacquistando quel senso di pietà e umanità che il cinismo gli aveva fatto perdere nei meandri della sua anima.

Un romanzo scorrevole estremamente attuale, dove si evidenzia che si è sempre a sud di qualcuno, inteso come situazione di subalternità. Una fotografia dell’ homo homini lupus e del nichilismo.

Eggers, non ci dice che andrà tutto bene e non fornisce happy ending favolistici. La vita è dura e niente viene regalato.

Un forte messaggio didascalico e input nel voler risvegliare ,in tutti, un senso di comunione con l’altro. La strada come mezzo che mette in circolo e a contatto culture diverse, niente muri ma ponti

Ogni volta che il poliedrico autore americano pubblica una nuova sua opera riesce a coinvolgere e scuotere il lettore, riesce nell’impresa dell’affrontare temi spinosi e divisivi come l’immigrazione, lo stato di necessità materiale, l’impoverimento dei sentimenti e il proliferare di una avidità egoistica. Tutto ciò, in un libro che si legge in pochissimo tempo, tanto si è calamitati dalla trama dove appare la natura, il silenzio e i rapporti umani dove vi è aiuto reciproco disinteressato.

Eggers autentico narratore dei nostri giorni.

A cura di Francesco Morra 

 

Dave Eggers


(Chicago 1970) ha esordito con L’opera struggente di un formidabile genio (2001), grande successo che ha imposto il suo nome sulla scena internazionale. Instancabile promotore culturale, è tra l’altro il creatore della rivista letteraria «McSweeney’s».