L’infermiera di Hitler




Recensione di Giulia Manna


Autore: Mandy Robotham

Traduttore: Giada Fattoretto

Editore: Newton Compton

Genere: narrativa, romanzo

Pagine: 340

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Germania, 1944. Prelevata dal campo di concentramento in cui era prigioniera, Anke Hoff non ha idea del destino che la attende. Quando le viene ordinato di assistere, come ostetrica, qualcuno molto vicino a Hitler è costretta ad accettare: in caso contrario tutta la sua famiglia verrebbe uccisa. Nonostante l’odio per il regime che ha perseguitato lei e i suoi cari, Anke dovrà fare del suo meglio per prendersi cura della misteriosa donna e del bambino che porta in grembo, la cui vita è legata a doppio filo alla sua. Ma nel rifugio di Berghof, la residenza segreta del Führer tra le Alpi bavaresi, niente è come sembra. Molte delle persone lì presenti, infatti, sono sottoposte allo stesso ricatto di Anke. E affezionarsi a uno di loro potrebbe complicare ancora di più le cose, mettendola davanti a una scelta impossibile da compiere. L’amore può sopravvivere agli orrori di una guerra?

Recensione

Si narra che Adolf Hitler avesse avuto molte donne anche se si professava sposato solo con il Reich. Quando ormai la fine fu alle porte, si sposò con Eva Braun, la sua storica amante.

Anke è una giovane levatrice tedesca. E’ ariana, ma è stata sorpresa dai nazisti ad aiutare famiglie ebree, pertanto lei ed i suoi famigliari sono stati ritenuti nemici della Germania e spediti nei campi di lavoro.

Non ha più contatti con il padre, la madre e la sorella, ma vista la sua particolare bravura, assiste le donne ebree incinte nel campo di concentramento che cercano in ogni modo di mettere al mondo i loro bambini, anche se il mondo è contro di loro.

Un bel giorno, viene fatta chiamare con un chiaro ricatto e segretamente portata a Berghof, la tranquilla residenza tra le Alpi bavaresi di Hitler. Da quel momento, si trova ad affrontare il più grande dilemma morale del suo lavoro: aiutare la madre a far nascere il figlio di un uomo spietato o accettare la proposta della resistenza.

Finzione letteraria ben radicata nella storia anche se effettua una deviazione nella vita personale di Adolf Hitler, così come la conosciamo.

E se Hitler avesse avuto un figlio?

Se la gravidanza della madre fosse stata tenuta nascosta per evitare che un’eventuale complicazione potesse indebolire la forza del Reich?

Il bambino sarebbe stato un mostro come il padre o un’altra vittima innocente?

La moralità di Anke viene messa a dura prova e di riflesso anche quella del lettore.

Riuscirà Anke a considerare quel bambino un essere innocente nonostante il padre e tutto quello che rappresenta?

Riuscirà a rimanere imparziale anche se sta uccidendo lentamente la sua famiglia e tantissimi innocenti?

E così le pagine scorrono veloci verso un finale plausibile.

Mandy Robotham


ha due passioni: la scrittura e i bambini. Per questo è diventata un’ostetrica e ha completato un master in scrittura creativa alla Oxford Brookes University. Con questo romanzo ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica.

 

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