Madame le commissaire





Recensione di Antonella Bagorda


Autore: Pierre Martin

Traduzione: Roberta Scarabelli

Editore: Beat

Genere: poliziesco

Pagine: 269

Pubblicazione: dicembre 2021

Sinossi. Dopo aver definitivamente lasciato Parigi, il commissario Isabelle Bonnet ha deciso di rimanere a Fragolin, il paesino nel dipartimento del Var, nel Sud della Francia, dove ha trascorso l’infanzia e dove è tornata dopo l’attentato che le ha lasciato profonde ferite nel fisico e nell’animo. Per farlo ha rinunciato alla sua vita precedente: non è più a capo di una squadra speciale della Police nationale, ma è stata degradata a semplice commissario e ora dirige, come Madame le commissaire, un ufficio di polizia con compiti speciali, occupandosi di vecchi casi irrisolti della zona, i cui dossier da decenni prendono polvere sugli scaffali. In una notte in cui il Mistral soffia impetuoso, togliendole il sonno, Isabelle si ritrova a camminare lungo la spiaggia senza meta, fino a raggiungere la baia di Pampelonne. Qui, alle prime luci dell’alba, si imbatte nel corpo senza vita di un uomo. Che a Fragolin sia stato commesso un delitto è già di per sé un fatto insolito, ma a rendere ancora più sconcertante il ritrovamento sono le condizioni del cadavere, su cui l’assassino si è accanito con brutale violenza. Aiutata dal sous-brigadier Jacobert Apollinaire Eustache, un uomo pieno di fissazioni e bizzarrie ma dalla mente brillante, Isabelle inizia un’indagine che la porterà a scontrarsi con un caso irrisolto avvenuto dieci anni prima in un bosco nei pressi di Fragolin: il feroce omicidio di un uomo trovato supino con un forcone infilato nel petto e delle lettere tratteggiate a pennarello sulla fronte. Un caso che ha delle inquietanti similitudini con quanto accaduto alla baia di Pampelonne, e che può voler dire solo una cosa: l’assassino è ancora a piede libero. Secondo volume dei romanzi gialli provenzali con protagonista il commissario Isabelle Bonnet e il suo bizzarro assistente Jacobert Apollinaire Eustache, Madame le commissarie e la vendetta tardiva presenta un’indagine dal ritmo serrato, tra profumo di lavanda, buon cibo francese e paesaggi mozzafiato.

Recensione

A guidarci in questa storia troviamo un commissario di polizia, anzi, più precisamente Madame le commissaire Isabelle Bonnet.

Niente di nuovo sul fronte caratterizzazione personaggio: passato burrascoso, un caso che l’ha segnata nel profondo e che non potrà dimenticare mai, infatti lo ricorda di continuo, e crisi personale/lavorativa in corso.

Isabelle ha deciso di degradarsi a semplice commissario dopo aver preso parte a una missione antiterroristica che le ha lasciato segni sul corpo e nella mente. È in riabilitazione e ha scelto di riabilitarsi nel suo paesino d’origine, Fragolin, uno di quei posti in cui non è mai successo niente e tu ci vai proprio perché sai che non succede mai niente e invece appena arrivi succede qualcosa.

Ebbene Isabelle, ormai trasferitasi ufficialmente a Fragolin, e preso posto in una sorta di commissariato creato ad hoc per lei grazie alle sue conoscenze molto in alto, inciampa letteralmente in un cadavere mentre passeggia sulla spiaggia. Il caso non è di sua competenza e lei diviene addirittura quasi una sospettata, anche perché cosa potrebbe mai farci una donna sola, nel buio del mattino prestissimo, a passeggiare su una spiaggia nemmeno così vicina alla sua abitazione tanto da dover fare un bel giretto in auto per arrivarci?

Isabelle dimentica presto l’accaduto, e decide di dedicarsi con tutte le sue forze allo scopo per cui le è stata concessa quella stanza divenuta il suo ufficio nel palazzo del municipio. Il suo compito è quello di risolvere casi irrisolti del passato. E lei, dopo aver convinto le sue conoscenze a farsi assegnare almeno un assistente, che ha anche bene in mente chi dovrebbe essere, inizia a indagare su un caso di omicidio irrisolto avvenuto dieci anni prima.

La nostra commissaire Bonnet e il suo assistente, una vecchia e bizzarra conoscenza di nome Jacobert Apollinaire Eustache, daranno così il via a delle indagini che all’inizio sembreranno portare con troppa semplicità a una soluzione, ma i fallimenti inizieranno a presentarsi molto presto, susseguendosi uno dietro l’altro finché Isabelle non si costringerà a seguire il suo istinto. E il suo istinto continua a sussurrarle che l’omicidio su cui sta indagando e quello avvenuto sulla spiaggia pochi giorni prima sono in qualche modo collegati.

Nel frattempo, a Isabelle verrà assegnato anche un altro compito top secret che renderà ancora più faticoso e complicato lo svolgimento delle indagini.

Pierre Martin ha creato una protagonista solitaria. È sentimentalmente impegnata con un uomo molto innamorato di lei ma ognuno a casa sua, e ha pochissime ma sincere amicizie che frequenta poco, basate sulla fiducia e sulla comprensione, almeno finché cause di forza maggiore non ne impediscano la totale trasparenza. Anche nelle indagini è un lupo, preferisce agire da sola e senza paura, persino quando si tratta di situazione sicuramente pericolose.

Il carattere della protagonista non è del tutto chiaro, credo sia necessario leggere il capitolo precedente per conoscerla meglio e capire alcune scelte e alcuni lati della sua personalità che spesso possono sembrare insensati. Ma, nonostante questo, la storia fila, i colpi di scena ci sono e sono sempre sorprendenti e poco scontati, i personaggi che stanno attorno a Isabelle sono chiari e ben delineati e le ambientazioni vengono descritte in modo minuzioso e sufficiente a poterle visualizzare.

Il ritmo è costante, non c’è mai una tensione che porta all’angoscia né sono presenti momenti di lentezza o di noia, e tutto ciò fa di questo romanzo una lettura godibile da chiunque, non solo dagli amanti del genere.

Buon finale. Uno dei migliori che abbia letto negli ultimi tempi restando in tema polizieschi.

Una pecca da sottolineare svariate volte, però, secondo me c’è: la traduzione. Se dovessi dare un voto al romanzo immaginandolo scritto nel modo che secondo me gli renderebbe più giustizia, gli darei 3,5 punti su 5. La traduzione gli fa perdere mezzo punto abbondante.

Ma chiudiamola qui col solito domandone.

Consiglio la lettura?

Romanzo piacevole, scorrevole, protagonista interessante che ho voglia di incontrare ancora, belle ambientazioni e simpatici i personaggi che ruotano tutto attorno, forse dal tono più vicino alla narrativa generale che a quello del poliziesco classico, problemi con la traduzione trascurabili, quindi direi di sì.

Consiglio la lettura. A tutti i tipi di lettori, di tutte le età.

 

 

 

Pierre Martin


Dietro lo pseudonimo di Pierre Martin si cela un autore che si è fatto un nome scrivendo romanzi ambientati in Francia e in Italia. Per la sua protagonista Madame le commissarie si è creato una nuova identità. Il primo volume della serie, Madame le commissarie e l’inglese scomparso, è uscito in BEAT nel 2021.

 

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