Morte di un bravo ragazzo




Recensione di Elsa Flacco


Autore: Paolo Gentili

Editore: Sovera Editore

Genere: saggio

Pagine: 151

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Molte storie cominciano in silenzio, lontano da tutti, coperte dall’indifferente oscurità della notte e dei cuori. Così è cominciata, o meglio è finita la storia di Mario Biondo ed è cominciata quella di Pippo, Santina, Andrea, Manuela e di tutte le persone che gli vogliono bene. Mario è morto solo, in compagnia forse di un segreto che non avrebbe mai dovuto scoprire, del quale non avrebbe mai dovuto parlare con nessuno e che l’ha accompagnato nell’oblio insieme a quel “mostro dagli occhi verdi” che è la gelosia. Mani ignote hanno spento il lume della sua vita e, grottescamente, hanno voluto farci credere che fosse stato lui stesso, Mario, a farlo. Altre mani, altre menti si sono finora ostinate a non voler guardare in faccia una verità che urla vendetta ed hanno trasformato questa già triste vicenda in un vero e proprio intrigo internazionale.

Recensione

Morte di un bravo ragazzo di Paolo Gentili racconta una storia vera, intrigante e misteriosa. La morte improvvisa e inspiegabile, o forse con troppe spiegazioni contraddittorie, di un giovane cameraman italiano sposato con una presentatrice televisiva spagnola: una coppia bella, radiosa, baciata dalla fortuna, all’apparenza, ma che rivela una fragilità foriera di tragici sviluppi.

Mario Biondo viene trovato morto il 30 maggio 2013 nel suo appartamento madrileno, impiccato con una pashmina a una fragile libreria, con i piedi che toccano terra. Era solo in casa, la moglie fuori per lavoro. Il caso viene frettolosamente archiviato come suicidio, suicidio forse involontario, con la bizzarra ipotesi di un gioco autoerotico finito male. Ma la famiglia siciliana dei Biondo, genitori e fratelli della vittima, non ci sta, e inizia una battaglia contro quella che ritiene l’insabbiatura malriuscita di un omicidio. Tra accuse e controaccuse, perizie e controperizie, strane dimenticanze, omertà e negligenze, una torbida storia di gelosia ossessiva e insidie via web, con l’onnipresente vedova dal comportamento ambiguo quando non manifestamente restio alla scoperta della verità, in un gioco di specchi che disorienta chi cerchi di appigliarsi a una qualsiasi certezza, pagina dopo pagina il lettore si trova invischiato in un meccanismo diabolico che solo la tenacia di mamma Santina e gli altri familiari riesce in parte a disinnescare, ottenendo la riapertura dell’inchiesta e nuove perizie sul corpo di Mario.

La ricostruzione serrata e precisa di Paolo Gentili non si limita però a una cruda cronacadelle circostanze e degli avvenimenti che hanno scandito questi cinque anni: il tentativo è quello di andare oltre la denuncia dei ritardi, delle omissioni, della superficialità colpevole degli investigatori e dei giudici spagnoli e, in subordine, italiani. L’autore si spinge fino a ipotizzare una possibile spiegazione a una morte così repentina e oscura: attraverso l’analisi puntigliosa di tutte le anomalie emerse nei giorni successivi alla scoperta del cadavere, delle contraddizioni della vedova e dei testimoni, delle parole e dei comportamenti di Mario nelle settimane precedenti la tragica fine e di altri indizi trascurati fino a questo momento, riesce a mettere in piedi una ipotesi convincente e degna di approfondimento, che non riveliamo per non guastare la lettura di questo che è un vero e proprio giallo.

Lo stile non è ovviamente letterario, ma saggistico, più che giornalistico: non mancano passaggi frettolosi e poco curati nella forma, che testimoniano la natura di resoconto appassionato e veemente, che non si cura nemmeno di apparire obiettivo, visto anche che la stesura si è avvalsa del contributo di Santina, madre di Mario, pronta a collaborare a un’operazione che giunge a coronare un impegno pluriennale per la verità e la giustizia. Per Mario Biondo, per fare chiarezza sulla sua morte che non merita di essere archiviata come grottesco esito di una notte di follie.

Paolo Gentili


Paolo Gentili è psicoterapeuta e docente di Psicologia clinica presso il Dipartimento di scienze psichiatriche all’Università La Sapienza di Roma.