Nel fumo di Londra




Recensione di Marina Morassut


Autore: Margery Allingham

Traduzione: Simona Garavelli

Editore: Bollati Boringhieri

Genere: Giallo

Pagine: 336

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Una nebbia impenetrabile avvolge le strade di una Londra faticosamente impegnata nella ricostruzione post bellica. Una situazione di caos perfetta per pianificare un violento omicidio. Albert Campion, detective gentiluomo, è sulle tracce di un uomo misterioso che, nelle fotografie in cui è ritratto, sembra assomigliare incredibilmente al marito, morto, di una delle vedove di guerra più in vista della società londinese. Una donna che peraltro si è appena riavuta faticosamente dal lutto, cominciando una nuova relazione. Ma la discesa di Campion nei recessi del crimine rivela scenari molto più sinistri di un semplice ricatto. Ambientato nella classica fumosa Londra dell’età d’oro della crime novel, il romanzo è forse il più elegante e sofisticato dell’autrice.

Recensione


Agli appassionati lettori dei gialli stile Agatha Christie, consigliata la lettura di questo romanzo, che non assomiglia in nulla alle vicende create dalla famosissima collega, ma che porta il lettore a vivere nuovamente atmosfere d’altri tempi in una fumosa Londra post-bellica ed in piena età d’oro della “crime novel”, alla caccia di manigoldi, scellerati, scherzi della natura, ricche ed ingenue bellissime fanciulle e soprattutto del bene e del male assoluto.

Una trama solida che l’autrice manipola a piacimento, portando a spasso i lettori dove e come vuole lei – nei modi e nei tempi che ritiene necessari, prima di cambiare completamente scenario, personaggi, talvolta ambientazione e motivazioni del giallo stesso.

Cornice primaria è la città di Londra, con una nicchia speciale rappresentata dall’oasi di pace ed al contempo violenza velata che è il quartiere di St. Petersgate Square, dove attaccata alla chiesa c’è la casa del canonico Avril, padre della giovane, bellissima ed innocente Meg Elginbrodde, che venticinquenne, si è finalmente ricostruita una vita dopo la morte in guerra del giovane marito.

Dopo cinque anni, finalmente ha trovato un uomo, Geoffrey Levett, trentenne self-made man, che potrebbe essere il fratello del morto, tanto caratterialmente gli somiglia. Retto, forte, energico e vigoroso quanto coraggioso, appassionato e capace di far soldi. Un uomo che sta per sposare Meg e che farà di tutto per proteggerla, ora che la ragazza sta ricevendo delle cartoline illustrate che sembrano esserle state spedite dal marito… morto in guerra.

Ad aiutarla, oltre al fidanzato Geoffrey, la persona che dovrebbe essere la protagonista di una delle serie di gialli di questa scrittrice, Albert Campion. Per inciso, la prima volta che quest’uomo appare nei romanzi di quest’autrice è il 1929. Tanto successo riscosse, che la Allingham decise di farne proprio il protagonista di una serie. “Campion, il dilettante… l’aspetto da gentiluomo inglese di mezza età, era tipico dell’epoca e del suo ambiente sociale. Gentile, misurato, intelligente e pieno di risorse, tutte virtù innate…”

In realtà in questo romanzo i protagonisti sono numerosi, è infatti più un romanzo corale, perché un protagonista vero e proprio che spicchi per grandezza non c’è, a meno di non voler considerare protagonisti il Bene ed il Male stessi, che qui ritroviamo in quantità.

Come dicevamo Albert Campion, che con i propri ragionamenti dipana di non poco la matassa e salva qualche vita. La moglie Amanda, suo utile contraltare ed amica della giovane vedova di guerra. L’ispettore capo Charles Luke, di grande intelligenza e levatura morale, membro della polizia metropolitana di Londra in quel di Crumb Street. Geoffrey stesso e perché no, anche il marito di Meg, di origini francesi, morto in battaglia e che celava segreti di famiglia. Il padre di Meg, il canonico Avril, che avrà un ruolo importante nel dipanarsi della seconda parte delle vicende, quando l’autrice ci accompagnerà in una Londra famigerata, ad incontrare colui che incarnerà le sembianze furbe, rapaci ed assurde di un Male che quando si avvicina, non perdona puri e farabutti. E che, insieme al canonico Avril, impersonerà e scatenerà la lotta tra Bene e Male, alla ricerca di un tesoro segreto e che non risparmierà alcuno, se non l’innocente inconsapevole del male stesso.

Come dicevamo un romanzo dalle molteplici voci che si intersecheranno e che faranno provare al lettore il brivido proibito del passeggiare in una Londra pericolosa e invasa da una nebbia fitta e densa dove tutto può accadere, anche di essere malmenati, rapiti e poi portati a spasso senza che la gente che ti incontra si accorga di nulla.

Imperdibile la scena che avviene a circa tre quarti del romanzo e che la Allingham dipinge con i colori più foschi della notte e le tinte più tenui di un’innocente alba: una conversazione in bilico tra il filosofico e la pazzia più pura, dove tutto sembra avere un senso e dove l’equilibrio verrà spezzato da un coltello che si abbatterà su chi è rimasto in contemplazione estatica della vita e finalmente incontra personalmente quella vita stessa.

Un giallo dove il mistero si accompagna ad una trama difficile da svelare, finchè Margery Allingham non decide di cambiare registro e farci conoscere la persona che incarna il male. E da questo momento in poi correremo per le vie di una Londra violenta e povera insieme ad un assassino e il nostro pensiero fisso diverrà non tanto chi ha ucciso, ma chi ucciderà ancora e soprattutto che tipo di tesoro è stato nascosto e dove si trova la lettera che il marito di Meg ha nascosto perché venisse ritrovata proprio dal futuro marito di Meg…  Curiosi?

Non vi resta che immergervi nella nebbia di una uggiosa Londra ed impersonare uno dei personaggi protagonisti di questo romanzo: ma attenzione, potreste non essere esattamente chi pensate di aver scelto.

In fondo lo sapete benissimo anche voi: gli scrittori di gialli sono dei maestri nel mescolare le carte che loro stessi dispensano!

A cura di Marina Morassut

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Margery Louise Allingham


Margery Louise Allingham è nata a Ealing (Londra), nel 1904. Margery era la prima figlia nata dal matrimonio di due cugini: la madre era una scrittrice, mentre il padre fu scrittore e giornalista. Dopo che suo padre abbandonò la carriera giornalistica, la famiglia si trasferì a Colchester nell’Essex. Allingham è autrice di “Il premio del traditore” (Bollati Berlinghieri, 2016) e “Morte di un fantasma” (Bollati Berlinghieri, 2017). Ha pubblicato il suo primo romanzo, Blackkerchief Dick, nel 1923, giovanissima. La sua prima detective story è uscita a puntate sul Daily Express nel 1927, con il titolo The white cottage mistery. Il primo romanzo, The crime at black dudley, è del 1929: compare qui Albert Campion, all’inizio un personaggio secondario, ma che riscosse così tanto successo presso i lettori che la Allingham decise di renderlo il protagonista di altri diciasette romanzi.