Recensione di Marianna Di Felice
Autore: Gigi Paoli
Editore: Giunti
Genere: Thriller
Pagine: 304
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Sono giorni di angoscia per Firenze dopo la misteriosa scomparsa di un bambino di quattro anni che stava giocando nel giardino della sua casa in collina: di lui rimane solo la piccola bicicletta grigia, appoggiata a un albero. Mano a mano che passano i giorni, le speranze di ritrovare Stefano in vita si affievoliscono, e in città si torna a respirare lo stesso terrore dei tempi del “Mostro”, il famigerato serial killer che uccideva e mutilava le coppiette appartate in campagna. Per il giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi e il suo collega della “nera”, l’Artista, sono ore di ansia e lavorofrenetico fra la redazione, i luoghi del delitto e un Palazzo di Giustizia sempre più cupo, proprio come il suo soprannome: Gotham. Un’inchiesta serrata che non dà tregua agli inquirenti, la tenace pm Simonetta Vignali, grande amica di Marchi, e il capo della Mobile Settesanti,segnato da un passato violento che non gli concede sconti. A dare una svolta alle indagini sarà l’inaspettata confessione di uno studente di psicologia: è stato lui a uccidere Stefano,per poi abbandonare il corpo sulle rive dell’Arno. Sta dicendo la verità? O si tratta solo di un mitomane? E mentre le sponde del fiume vengono batture a tappeto, un altro colpo di scena riaccende la paura. In una celebre basilica sulle oscure colline di Firenze viene ritrovata una lettera anonima che annuncia nuovi orrori: Stefano è stato il primo, ma non sarà l’ultimo… Poi, il caos si trasforma in silenzio, finché un’istituzione ribalta tutto, anche le storie personali, anche quella di Carlo Alberto Marchi che si ritrova davanti a qualcosa che mai aveva visto prima. Sullo sfondo di un malinconico autunno fiorentino, Gigi Paoli ci regala il suo libro pù toccante e intenso.
“Ogni atto in quanto atto è possibile soltanto perché abbiamo rotto i ponti col Paradiso, il cui ricordo, che avvelena le nostre ore, fa di ognuno di noi un angelo demoralizzato”
Emil Cioran
RECENSIONE
Gli angeli sono forti, ma esistono angeli che si piegano e si spezzano alla cattiveria umana, angeli che non sono in grado di reagire alla crudeltà, sono fragili davanti a persone perfide prive di empatia che a loro volta son state spezzate dalla negazione nel ricevere un dono, forse il più importante per certi esseri umani, e per questo si trasformano in mostri.
C’era già stato un mostro a Firenze e la paura ancora non si sedava, il ricordo era vivido anche se erano passati molti anni, ma certi accadimenti potevano risvegliare il dolore di vecchie cicatrici che non sarebbero guarite mai. Purtroppo i mostri sono sempre in agguato e a cadere sono, nella maggior parte dei casi, i più deboli.
Le azioni che sono al centro della trama del romanzo sembrano essere compiute da un seriale, per questo la squadra mobile e il pm cercano di impegnarsi al massimo per trovare il mostro o i mostri che stanno sconvolgendo la città!
Anche loro sono angeli che tentano di proteggere i cittadini da persone cattive e se arrivano tardi lavorano senza sosta per far sì che i pazzi criminali che hanno compiuto atti ignobili siano assicurati alla giustizia nella quale credono fermamente! In questo romanzo c’è molta attualità, son cose successe e che succedono, per questo il lettore si fa travolgere dagli eventi raccontati fino a emozionarsi. I personaggi sono descritti molto bene e grazie a questo il lettore non fa confusione e riesce a ricordarli tutti.
Tra di essi ci sono i cattivi che agisono nell’ombra e alzano al massimo il livello di inquietudine mentre si legge; i buoni che con le loro indagini, i loro sforzi, le loro nottate sono sempre un piccolo passo dietro il mostro e danno al lettore emozioni contrastanti che vanno dalla rabbia alla trepidazione e i deboli che risvegliano l’emotività del lettore.
Oltre a essi spiccano altre due figure, due giornalisti, uno di cronaca nera, chiamato l’Artista, e uno di cronaca giudiziaria, Carlo Alberto Marchi. Proprio attraverso quest’ultimo il lettore entra nella storia e dallo stesso viene accompagnato nelle varie vicende, anche personali.
A questo personaggio ci si affeziona perché si capisce anche cosa vuol dire scrivere su un giornale, soprattutto si capisce la difficoltà nel reperire notizie anche se ormai nel palazzo di giustizia e nella questura si hanno degli amici.
Marchi è un padre e sua figlia subisce i suoi orari sconclusionati, ma è anche un bravo giornalista e una brava persona.
È più umano degli altri personaggi e il lettore si avvicina di più a lui. Il romanzo è un concentrato di suspense ed emozione che, grazie a una scrittura semplice e incisiva, dura fino alla fine, interrotto a tratti dalle battute ironiche di Marchi e dei suoi amici, che stemperano per un po’ l’inquietudine.
Quindi buona lettura!
Gigi Paoli
Gigi Paoli (Firenze 1971), giornalista, è stato dal 2001 e per 15 anni il responsabile della cronaca giudiziaria della redazione di Firenze del quotidiano La Nazione. Dal marzo 2016 è caposervizio della redazione di Empoli. Vive a Prato assieme alla figlia teenager, una gatta nera e tanti libri. Per Giunti sono uscite con grande successo le prime due indagini del reporter Marchi: Il rumore della pioggia (2016, Premio Mazara Opera Prima) e Il respiro delle anime (2017, Premio Tettuccio).
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