Basta un caffè




per essere felici

 


Recensione di Fiorella Carta


Autore: Toshikazu Kawaguchi

Traduttrice: Claudia Masseguerra

Genere: Narrativa

Pagine: 177

Editore: Garzanti

Anno: 2021

Sinossi. Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita. L’aroma dolce del caffè aleggia nell’aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un’esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l’esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata. Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l’unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.

Recensione

Tornare in un posto che abbiamo amato tanto può suscitare emozioni contrastanti: la prima è sentirsi a casa, al sicuro. La seconda è un senso di smarrimento, perché qualcosa è cambiato, c’è una nota stonata, un profumo differente. 

Ecco, rimettere piede in questa caffetteria ha creato entrambe le situazioni. 

Ritrovare i proprietari, la signora in bianco seduta al suo posto, mi ha ricordato la meraviglia di “Finché il caffè è caldo”. Non che qui non ce ne fosse, ma in alcuni frangenti, per rimanere in tema, l’autore pare allungare il brodo, ripetendo le regole in modo ripetitivo, gesti e azioni che niente hanno a che fare con la scorrevolezza della storia.  Io non lo avrei certo additato se anziché 177 pagine fossero state 150😉.

La brevità di una storia non toglie nulla all’intensità, anzi… Spesso la rende coerente e continua e questo coinvolge il lettore in maniera più appassionata. 

I personaggi che affronteranno il viaggio, questa volta fra passato e futuro, sono dipinti delicati che solo l’oriente può regalare e non mancherà il ritorno di vecchie conoscenze o il pieno coinvolgimento dei proprietari della caffetteria. 

Grandi emozioni dunque, una la storia che più mi ha fatta sentire dolorosamente esclusa da un rituale che, ora più che mai, avrei voluto affrontare. 😔

In conclusione, il romanzo, tagliato a dovere, pur non superando il primo, si fa leggere con piacere e spinge ad attendere il 4 gennaio 2022 per il seguito.

Toshikazu Kawaguchi


Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo, suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.

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