I cani della pioggia




Sinossi. Marco Ferrari, ex poliziotto diventato autore di romanzi gialli in Germania, non ha più notizie della fidanzata Magda, scomparsa mentre era impegnata in un servizio fotografico ai confini tra l’Ungheria e l’Ucraina. Infischiandosene dei rischi, nel tentativo di riportarla a casa sana e salva Marco si imbarca in un avventato e rocambolesco viaggio verso Est, ritrovandosi nel bel mezzo dell’Operazione militare speciale ordinata da Putin. Troverà laggiù un alleato inatteso in un altro ex sbirro di origine italiana, Sergio Stokar. Assieme, i due uomini percorreranno le strade e i campi di battaglia di un paese martoriato da una guerra feroce e sanguinosa. Quella che hanno davanti è una mission impossible che solo due tipi fuori dagli schemi e dalle mille risorse come loro possono sperare di affrontare con successo. Mentre cercano di ritrovare Magda evitando di lasciarci la pelle, si imbatteranno anche in un losco traffico di minori e droga tra le frontiere dei paesi in guerra. Eroismo e crudeltà, luci e ombre, amore e mortesi incrociano in un romanzo duro e vibrante, ambientato nel momento più drammatico del nostro presente, che procede inesorabile verso un epilogo inaspettato. L’autore dell’Elenco telefonico di Atlantide fa incontrare i due protagonisti di alcuni dei suoi libri più recenti e fortunati e, divertendosi a ibridare generi e registri narrativi, ci regala una storia al tempo stesso avventurosamente romanzesca e di bruciante attualità, attraversata in molte pagine da vene di poesia e di humour.

 I CANI DELLA PIOGGIA

di Tullio Avoledo

Marsilio 2023

Giallo, pag.365

 Recensione di Sara Zanferrari

«Capisci perché ai russi sta sui coglioni questo paese?» fa Stokar, mangiando con soddisfazione il suo arrosto d’anatra. «Vivono troppo bene, per loro. Secondo gli standard occidentali questo è un paese in via di sviluppo, ma per un russo che non viva a Mosca o a San Pietroburgo è un paradiso terrestre. La terra di Bengodi. Non gli è sembrato vero fare razzia di lavatrici, telefoni cellulari e addirittura water. Buona parte dei soldati che hanno mandato a farsi ammazzare quaggiù non hanno nemmeno il cesso o l’acqua corrente in casa. Sono messi peggio di sessant’anni fa. Sono rimasti comunisti inside, ma comandati da turbocapitalisti. Miserabili senza un futuro aizzati a odiare altri poveracci come loro, governati da gente che può permettersi di cagare sulla Luna e di possedere yacht grandi come portaerei.». 

Eccola, in poche succinte e definitive righe, la filosofia di Sergio Stokar, il disincantato e (spesso) feroce ex poliziotto nato dalla penna del friulano Tullio Avoledo. 

Lo abbiamo seguito nel suo doloroso inferno in “Nero come la notte” (Premio Scerbanenco 2020), ritrovato protagonista di un viaggio distopico in giro per il mondo fino all’epilogo nella dittatura di Ard Alshams in “Non è mai notte quando muori”, torna ora, ancora una volta grazie ai tipi di Marsilio, in “I cani della pioggia”, altra avventura ambientata in un mondo ai confini del bene e del male, per così dire, ma stavolta reale e così terribilmente vicina a noi. Siamo infatti nell’Ucraina in guerra con la Russia, niente poteva essere più contemporaneo e più adatto a fare da sfondo per la vita rocambolesca di Stokar.

Chi lo trascina in una nuova pericolosa missione è Marco Ferrari, che condivide con lui l’ex professione e, purtroppo, una stretta conoscenza, familiare per il primo, famigerata per il secondo: Marco infatti è il nipote di quell’Alemanno Ferrari che altri non è se non l’eterno nemico e burattinaio della vita di Sergio. È lui a indirizzare il nipote dall’unico che può aiutarlo a ritrovare la fidanzata Magda, scomparsa mentre era impegnata in un servizio fotografico ai confini tra l’Ungheria e l’Ucraina. Da qui parte una missione impossibile fra droga, traffici, ferocia, dove la vita ha ben poco valore se non quello di portarla in salvo. 

I colori della copertina, l’azzurro del cielo e il giallo del grano, ci indirizzano quasi subito nel luogo dove si svolge questa nuova avventura di Sergio Stokar, resa ancora più drammatica dalla realtà in cui stavolta la cala: la guerra in Ucraina e un’operazione militare speciale ordinata da Putin.
Magda, la compagna di Ferrari, dispersa ai confini dell’Ungheria, era stata lasciata in sospeso in un romanzo precedente: non si sapeva che fine potesse aver fatto, e così a fronte delle richieste di molti lettori, che gli chiedevano di salvarla, Avoledo ha deciso di ingaggiare il mitico Sergio Stokar per l’impresa.

Da qui alla cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina il passo è stato breve.

Stimar e Ferrari attraversano il Paese alla ricerca di Magda, offrendoci uno spaccato dei luoghi di battaglia, quelli che i media ci hanno offerto più volte dall’inizio della guerra reale tuttora in corso, e quelli che tutti abbiamo immaginato, o anche no. Ed anche qui, come in altri suoi romanzi, ferocia, assenza di regole, pericoli e disumanità fanno vedere il loro volto peggiore, a volte addirittura confondendo buoni e cattivi (vi suona familiare, vero?). 

Il tutto condito dalla sapiente scrittura di Avoledo e dal mix di generi, in cui si destreggia meravigliosamente: non teme di calarsi nell’attualità, l’autore, ibridandola con la fantasia, con registri narrativi diversi, terre, storie, regimi, unendo con un certo ardimento l’humour alla lirica. Gli piace rischiare, un po’ come al suo protagonista, col risultato di consegnarci una storia forse più esplosiva del solito, che i lettori non potranno che amare.

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Tullio Avoledo


Nato a Valvasone, in Friuli, il 1º giugno 1957. Laurea in giurisprudenza, lavora presso una banca di Pordenone. Con il suo romanzo d’esordio, L’elenco telefonico di Atlantide (gennaio 2003) pubblicato da Sironi, ha ottenuto un lusinghiero successo di critica e di pubblico e vinto il premio «Forte Village Montblanc – scrittore emergente dell’anno». Nel novembre 2003 viene pubblicato il suo secondo titolo, Mare di Bering (Sironi) e nel 2005 i due romanzi Lo stato dell’unione (Sironi) e Tre sono le cose misteriose (Einaudi), Premio Super Grinzane Cavour 2006 e finalista, nello stesso anno, al Premio Stresa. Nel marzo del 2007 è stato pubblicato il suo quinto romanzo: Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi), Premio Letterario Castiglioncello-Costa degli Etruschi e Premio “Latisana per il Nord-Est”. Suoi racconti appaiono in antologie pubblicate da Guanda e da Mondadori. Il suo sesto romanzo, La ragazza di Vajont, è uscito per Einaudi nel giugno del 2008. È la storia di un amore impossibile, sullo sfondo apocalittico di un Nord-Est “parallelo” tormentato da una guerra civile e dai fantasmi della pulizia etnica. A settembre 2008 è stato pubblicato nella collana “VerdeNero” delle edizioni Ambiente il romanzo breve L’ultimo giorno felice (Premio “Tracce di Territorio”, Pavia), che narra la crisi esistenziale di un architetto cinquantenne coinvolto nella ecomafia delle discariche friulane. A novembre 2009 è uscito per Einaudi il romanzo L’anno dei dodici inverni, storia d’amore e di viaggi nel tempo, finalista al Premio Stresa e vincitore del Premio dei Lettori di Lucca 2010. In maggio 2011 è uscito per Einaudi Stile Libero il romanzo Un buon posto per morire, un “romanzo storico sulla fine del mondo” scritto a quattro mani con Davide “Boosta” Dileo, tastierista del gruppo Subsonica. A settembre 2016 è stato pubblicato, per Marsilio, il dodicesimo romanzo, Chiedi alla luce. Il 25 ottobre 2018 è stato pubblicato nella collana “Altrove” dell’editore Chiarelettere il romanzo Furland, una distopia in cui il Friuli del 2035, dopo aver dichiarato l’indipendenza nel 2023, è diventato un colossale parco di divertimenti a tema storico. Nel 2020 è stato insignito del Premio Scerbanenco per il romanzo Nero come la notte, il cui protagonista, Sergio Stokar, è un convinto nazista che il destino fa finire alle Zattere, un complesso di edifici occupati da abusivi di tutte le nazionalità. Nel 2021 è uscito per Marsilio il romanzo Come navi nella notte, il primo dei tre noir con protagonista Marco Ferrari, ex poliziotto in esilio in Germania, nel 2022 Non è mai notte quando muori, nel 2023 I cani della pioggia, tutti con Marsilio.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress