Il delitto di Via Etnea




Sinossi. Manfredi era un brillante poliziotto ma ha lasciato il lavoro quando il destino, con un tiro mancino, gli ha tolto ciò che di più prezioso aveva. Mariolina invece, rimasta per sempre promessa sposa, ha solo sfiorato una felicità che non ha fatto in tempo ad afferrare, perdendo l’unica cosa che le rimaneva: il senno. Diventati amici per caso, mentre erano alla ricerca di risposte difficili da scovare, hanno trovato conforto in un’amicizia che li sostiene ancora oggi. Oltre alla passione per i casi da risolvere, in comune hanno la capacità di vedere e sentire cose che altri non riescono a percepire. In questa strana e ufficiosa indagine, i due si muovono tra le vie del malfamato quartiere Bottegaccia, cercando di capire chi possa avere ucciso Momar, il senegalese che vendeva cd in via Etnea. Ad aiutarli, l’ex collega e amico di Manfredi, l’ispettore Nicola Romano. Catania è la principale protagonista di questo romanzo, con le sue tante ferite ancora aperte e una storia che sembra volerla condannare all’eterna infelicità.

“… la vita è come uno schiaccianoci manovrato dalla mano del destino, che preme forte per spezzarci la spina dorsale…”

 Un’indagine catanese

di Mariolina e Manfredi

di Roberta Castelli

2023

Giallo, pag.208

 Recensione di Loredana Cescutti

A colpirmi fin da principio, in questo romanzo, è il noir che trasuda dalle pagine, che ti si appiccica addosso, accompagnato da un’onda di dolore forte, profonda, irreversibile.

Senza cura alcuna.

L’odore delle strade, il disagio che si percepisce a pelle, dolore che ha le sembianze di un qualcosa di indefinito ma che, allo stesso tempo, appare fin troppo concreto.

Una storia che nasce nei bassifondi, perché non c’è altro nome per definirli, ma dai quali trasuda più umanità e cameratismo rispetto a quello assente, per l’appunto, delle vie lussuose della “Catania bene”.

Ma che differenza c’è fra la città ricca e le vie del “ghetto”?

Secondo alcuni, ci vivono sempre persone, esseri umani ma, la differenza risiede tutta nella provenienza, nelle origini, nel colore della pelle.

Perché alcuni, non mettono le persone tutte allo stesso livello, poiché non tutti dovrebbero avere gli stessi diritti.

Perché i vantaggi dovrebbero essere di alcuni, ma non di tutti.

“… i ricordi, spesso e volentieri, feriscono. Ogni scatto di oggi diventerà la sofferenza di domani, dove assenze ingombranti toglieranno fiato e sonno.”

Personaggi importanti ha forgiato con la sua penna la Castelli, ricchi di umanità e pregni di dolori che non se ne vogliono andare, ma che allo stesso tempo li accompagnano e li aiutano ad agire con umanità, tentando di dare DIGNITA’ a chi hanno davanti, anche quando ormai potrebbe sembrare troppo tardi.

Ma in verità, per restituire la giusta dignità non è mai tardi, anche come dono prezioso nei confronti di chi resta.

Una scrittura invischiante, quella dell’autrice, che sa raccontare e incuriosire ma, senza illuderti con la favoletta, perché per quella non c’è più tempo quando la gente soffre.

Quando le persone hanno perso TUTTO.

Anche sé stesse.

“Quel baratro, quel pozzo nero di disperazione la terrorizza, e vedere altri che ci cascano dentro le fa capire quanto sia facile perdersi. Si chiede quando le capiterà di nuovo… quando percorrerà ancora una volta quel bordo come un’equilibrista, aspettando una mano che la sorregga per evitarle di cadere. Sa di essere fragile, in balia delle ombre…”

Manfredi ti entra nel cuore, assieme all’ombra che lo accompagna e Mariolina, che dire, un’anima che non si è mai cicatrizzata dopo il colpo subito, che si è fatta del male ma che grazie alla volontà e a una mano solida e importante, si è ricostruita una vita, che  ora in parte condivide con Freddino, aiutando lui e il prossimo, in una sorta di azioni salvifiche.

“… a volte, serve un’anima ferita per guarirne un’altra e la sofferenza riporta le persone su uno stesso livello di umanità.”

Uno stile solido, fluido e ricco di umanità ed empatia, che si percepisce a pelle leggendo, accorgendoti, anche una volta appoggiato il libro, che in realtà lui è ancora lì che ti insegue.

Perché il pensiero vola sempre lì.

Agli ultimi, che si arrabattano giorno dopo giorno, nel tentativo di darsi una possibilità di futuro.

Immigrazione, disagi sociali, razzismo, diffidenza nei confronti del diverso, il destino che si accanisce sui più deboli, questi una parte dei temi cardine dell’intera storia e un luogo, il quartiere Bottegaccia (nel romanzo) o Berilli (nella realtà), esempio di una fallimentare gestione di riqualificazione.

Una storia da leggere tutta d’un fiato, che vi suggerisco di accogliere senza pregiudizio alcuno.

Non ve ne pentirete.

“Ogni nostro gesto lascia almeno una traccia, anche se facciamo di tutto per evitare che ciò accada.”

Buona lettura!

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Roberta Castelli


(classe ’78) è un’autrice siciliana che vive in Toscana. La scrittura è da sempre la sua grande passione e nel 2019, dopo una lunga esperienza come blogger, scrive due racconti che le fanno vincere una menzione speciale e una pubblicazione. Nel 2020 vede la luce il suo primo romanzo, La traccia del pescatore, edito da Golem edizioni, finalista a EtnaBook 2021. Nel febbraio 2021 il racconto Mandorlo d’autunno viene scelto e pubblicato sul quotidiano ‟la Repubblica” di Parma. Successivamente ha pubblicato il racconto Asia (Odio e Amore in noir, Fratelli Frilli Editori, 2021), La bambina di cera (Golem Edizioni, 2022, semifinalista a EtnaBook 2022), Alla ricerca di Turi testa grossa (Quei sorrisi noir, Fratelli Frilli Editori, 2022), Eternità, con incipit di Carlo Lucarelli (Meraviglia, Bacchilega Editore, 2023, finalista Turno di Notte).