Il genio delle donne




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Piergiorgio Odifreddi

Editore: Rizzoli

Genere: non fiction

Pagine: 288

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. La prima è Ipazia, astronoma e studiosa eclettica nella dotta Alessandria tra il IV e il V secolo, rimasta vittima di un pogrom ante litteram. Poi vengono Ildegarda, la visionaria che intuì l’importanza del corpo (idea pericolosamente controcorrente nel Medioevo), Madame de Chatelet, compagna di Voltaire, e Sophie Germain, amica di Gauss, entrambe amanti della scienza e donne anticonformiste nell’Età dei Lumi. Questo è solo l’inizio di una meravigliosa sfilata femminile, anch’essa controcorrente. A essere presentate in Il genio delle donne non sono infatti le classiche top models ma menti brillantissime che dovrebbero essere considerate “vere modelle” da ambo i sessi. È una sfilata che, per fortuna, diventa sempre più numerosa man mano che passa il tempo, grazie alla graduale caduta degli stereotipi sessisti e degli ostacoli nell’accesso agli studi scientifici. Con maschile ammirazione, Odifreddi ricostruisce i percorsi di vita, le difficoltà affrontate, i colpi di genio, la dedizione assoluta e la libertà di pensiero di figure quali Rita Levi Montalcini e Maryam Mirzakhani (prima Medaglia Fields in rosa), Marie Curie e l’astronauta Judith Resnik, l’imbattibile scacchista Judit Polgár e la farmacista cinese Tu Youyou, Nobel per la Medicina. La lettura di questo libro è un viaggio entusiasmante nella versatilità della mente femminile, capace di raggiungere le massime vette in tutte le discipline portando avanti il cammino dell’umanità. Al tempo stesso può servire da sprone alle ragazze di oggi, affinché finalmente si affaccino agli studi scientifici senza un ingiustificato senso di inadeguatezza.

Recensione

Cinque matematiche, quattro fisiche, tre astronome, tre biologhe, un’informatica, un’inventrice, una monaca benedettina costituiscono il campionario di donne scelto da Odifreddi per raccontare il genio femminile nella storia.

Sono in gran parte nomi noti al grande pubblico, da Ipazia a Ildegarda,a Marie Curie, ad Ada Lovelace, a Rita Levi Montalcini e le loro vite si intrecciano con quelle della ricerca filosofica e scientifica dai primi secoli dopo Cristo fino ai giorni nostri.

Il linguaggio è divulgativo, adatto a chiunque desideri avere informazioni di base sui percorsi familiari e di studio di queste ventiquattro celebri donne.

Premi Nobel e medaglie Fields (l’equivalente del Nobel per la matematica) sono stati raggiunti da una parte delle protagoniste e sfuggite per un soffio ad altre, spesso non per questioni di merito ma piuttosto per il sessismo dilagante, anche in ambito scientifico, che privilegiava le ricerche condotte da scienziati maschi.

Il lungo percorso mostra che, per fortuna, se un tempo era raro per una donna studiare e addirittura emergere in un qualsiasi settore, oggi le cose stanno lentamente cambiando e non è più così insolito che una donna raggiunga le vette della ricerca scientifica. Quel che più difficilmente raggiunge, fa notare l’autore, sono le posizioni di potere.

Il che però, secondo Odifreddi, non guasta perché significa che la donna tra la vita vissuta e la carriera sceglie la prima dimostrando così maggiore saggezza dell’uomo.

Al di là di pareri e considerazioni personali, quel che risulta più interessante in questo breve excursus storico e geografico è osservare come la donna, fino a pochi decenni fa, abbia dovuto superare ostacoli, che sembravano a volte insormontabili, per potersi dedicare allo studio e alla ricerca. L’ostracismo dei colleghi maschi e della società l’ha messa talvolta di fronte anche a scelte drastiche sul piano affettivo, costringendola a rifiutare anche solo l’idea di un legame familiare che non le avrebbe consentito di applicarsi interamente alle ricerche.

Benché, come si diceva, la parità di genere non sia ancora pienamente realizzata, tuttavia ai giorni nostri l’accesso allo studio e alla ricerca non è più appannaggio maschile e le donne hanno finalmente la possibilità, quasi ovunque, di dimostrare le loro capacità in tutti gli ambiti dello scibile umano e senza essere costrette a rinunce affettive.

Infine, un’ultima osservazione estemporanea. Da brava veneziana, confesso che in questa galleria mi sarei aspettata di incontrare anche Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, considerata da molti la prima donna laureata, che conseguì il titolo di dottore in filosofia nel 1678 a 32 anni. In fondo in compagnia di Ipazia e Ildegarda non ci sarebbe stata poi tanto male

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

Piergiorgio Odifreddi


nato nel 1950 ha studiato matematica in Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica, e insegnato logica presso l’Università di Torino e la Cornell University. Collabora a «la Repubblica» e «Le Scienze», e nel 2011 ha vinto il premio Galileo per la divulgazione scientifica. Tra i suoi libri ricordiamo la trilogia logica C’era una volta un paradossoIl diavolo in cattedra (Einaudi, 2001 e 2003) e Le menzogne di Ulisse (Longanesi, 2004), la trilogia geometrica C’è spazio per tuttiUna via di fuga e Abbasso Euclide! (Mondadori, 2010, 2011 e 2013), la trilogia biografica In principio era Darwin (Longanesi, 2009), Hai vinto, Galileo (Mondadori, 2009) e Sulle spalle di un gigante su Newton (Longanesi, 2014) e il volume scritto con Benedetto XVI Caro papa teologo, caro matematico ateo (Mondadori, 2013). Per Rizzoli ha pubblicato Come stanno le cose (2013) e Il museo dei numeri (2014).

 

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