Il Traghettatore




Justin Cronin


DETTAGLI:

Traduttore: Eleonora Antonini

Editore: Fanucci

Genere: thriller

Pagine: 528

Anno edizione: 2024

Sinossi. Fondato dal misterioso genio noto come il Designer, l’arcipelago di Prospera è nascosto dagli orrori di un mondo esterno ormai in declino. Su quest’isola paradisiaca, i fortunati cittadini godono di vite lunghe e appaganti fino a quando i monitor incastonati nei loro avambracci, destinati a misurare il loro benessere fisico e psicologico, scendono sotto il 10%. A quel punto si ritirano, imbarcandosi su un traghetto per l’isola conosciuta come Nursery, dove la loro memoria viene cancellata e i loro corpi deteriorati vengono rinnovati in modo da ricominciare una nuova vita. Proctor Bennett ha una carriera soddisfacente come traghettatore, accompagnando le persone nel processo di pensionamento. Ma c’è qualcosa che non va in lui. In primo luogo, sogna, cosa che si suppone sia impossibile a Prospera. In secondo luogo, la percentuale sul monitor incastonato nel suo braccio ha iniziato a diminuire in modo allarmante. E nel giorno in cui viene convocato per traghettare il proprio padre, quest’ultimo gli consegna un criptico messaggio dai risvolti inquietanti. Nel frattempo, il personale di supporto, uomini e donne comuni che forniscono la manodopera necessaria al funzionamento di Prospera, ha iniziato a mettere in discussione il proprio posto nell’ordine sociale. Con i disordini aumentano, si diffondono sempre di più voci su un gruppo di ribelli che potrebbe scatenare una rivoluzione. Ben presto, Proctor si ritrova a mettere in discussione tutto ciò in cui credeva, invischiato in una causa molto più grande di lui e in una missione disperata alla ricerca della verità.

 Recensione di Alessio Balzaretti


Il futuro della terra è incerto oppure, potremmo già dire con buona certezza, che se l’uomo continuasse di questo passo, il nostro pianeta presenterebbe un conto molto salato e forse definitivo. Con questo presupposto dallo sfondo drammatico, prende vita il romanzo di Justin Cronin, Il Traghettatore.

Prospera è un’isola bellissima, un microcosmo perfetto, dove vive un popolo fiorente e molto longevo. Esseri umani che non muoiono in senso convenzionale ma che, alla fine della loro vita scandita da un bracciale computerizzato, vengono traghettati verso la Nursery, l’isola della rinascita, da cui torneranno per ricominciare una nuova esistenza, con una nuova identità e con un futuro da scrivere infinite volte.

I prosperiani sono uomini e donne in piena forma, professionisti di successo e fruitori di privilegi quasi paradisiaci. Possono decidere se vivere una vita di lusso e benessere oppure se mettere su famiglia e diventare tutori di quei giovani che tornano dalla Nursery alla ricerca di nuovi genitori a cui affidarsi.

In questo microcosmo però non possono mancare coloro che si occupano di mantenere la stabilità e l’equilibrio, nonché di chi si occupa dei servizi di cui i prosperiani necessitano per sostenere la loro agiatezza.

Polizia e servitù. Da una parte il controllo garantito dagli addetti alla sicurezza e dall’altro i servigi faticosi a cui sono assegnati gli abitanti dell’Annesso, la terza isola del piccolo arcipelago.

Nel mondo di Prospera, Proctor Bennet è uno di quelli che vengono definiti traghettatori, cioè coloro che si occupano di accompagnare verso l’ultimo viaggio chi è arrivato alla fine, quelli il cui display segnala una carica vitale sotto il dieci per cento.

Oltre ad aver scelto un lavoro molto stimato, Proctor è sposato con Elise da diversi anni e, come da contratto, se le cose andranno bene come spera, il loro matrimonio si estenderà per molto tempo ancora.

Qualcosa però tra loro non funziona alla perfezione e il giorno in cui conosce la giovane Caeli, i suoi dubbi sul futuro si infittiscono ancora di più.

Su Prospera nessuno sogna, o così almeno vengono considerate le persone che godono di ottima salute. Gli altri, quei pochi, vengono visitati, seguiti, curati e poi, se non guariscono del tutto, nella peggiore delle ipotesi, vengono traghettati di nuovo la dove possono rigenerarsi senza quel piccolo difetto.

La vita di Proctor cambia repentinamente, quando i suoi sogni inconfessati si combinano con la sorte che lo obbliga ad accopagnare suo padre per l’ultimo viaggio.

In lui si insinua il tarlo che quel mondo tanto perfetto, abbia in realtà qualcosa di innaturale, qualcosa che non funziona, qualcosa che sfugge ai Controllori e che invece lui vede riflesso negli occhi di chi vive nell’Annesso, in quei lavoratori e servi che incrocia tutti i giorni e che di tanto in tanto ripetono un motto: “Che arrivo sia”.

Cronin ci racconta una realtà che forse appartiene alla miglior versione di ciò che desideriamo noi come esseri umani, ma questo idilio, proprio perchè impossibile da raggiungere, appare artefatto. Partendo da questa evidenza, l’autore ci porta pian piano a scendere dal palco di questa splendida messinscena per scoprire cosa si nasconde al largo del mare di Prospera.

Egli ci fa tornare alla premessa e da lì ci fa capire che l’autodistruzione che abbiamo messo in moto sulla terra è quasi impossibile da fermare e quindi come può esistere il mondo di Prospera se non nei nostri sogni?

Fuggire dai nostri disastri è difficile ma non impossibile e allora perchè non utilizzare la nostra immaginazione e le risorse scientifiche a nostra disposizione per viaggiare verso una nuova terra?

Il Traghettatore è un libro visionario, che sembra raccontare qualcosa di surreale ma che rischia di aprirci la mente ad una possibilità terribile ma anche necessaria.

Il testo è molto scorrevole e la storia è avvincente, un crescendo di azione mescolata a ragionamenti di rara finezza intellettuale.

C’è un fondo filosofico in tutto ciò che accade e soprattutto nell’epilogo finale, dove Proctor Bennet assumerà il ruolo di Designer cercando di correggere il male per trasformarlo in bene e gli errori in guasti riparabili.

Un romanzo super consigliato a chi ha amato The Island e Matrix.

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Justin Cronin


nato nel New England, è professore di letteratura inglese alla Rice University e vive con la sua famiglia tra Huston, in Texas, e Cape Cod, in Massachusetts. Nel 2010, Il passaggio è stato un fenomeno editoriale. L’indimenticabile capolavoro che critici e lettori hanno paragonato ai romanzi di Cormac McCarthy, Michael Crichton, Stephen King e Margaret Atwood ha incantato i lettori di tutto il mondo. Stephen King lo ha definito “avvincente… una volta letto questo libro il mondo ordinario scomparirà” e nel 2019 è diventato una serie tv prodotta da Scott Free Productions e Fox Television. Ora Justin Cronin, vincitore del PEN/Hemingway Award, dopo aver debuttato nel catalogo Fanucci Editore con La città degli specchi, la conclusione della sua epica trilogia, ritorna con un nuovo romanzo ambientato in unfuturo distopico, Il traghettatore. Sempre in questa collana, verranno ripubblicati Il passaggio e I Dodici, i primi due capitoli della serie The Passage.