La banda dei carusi




Sinossi. Da quando si è trasferita sotto l’Etna, al vicequestore Vanina Guarrasi non era mai successo di lasciarsi coinvolgere tanto da un caso. Ma ora il brutale omicidio su cui deve indagare è quasi un fatto personale. Per lei, per la sua squadra e per un gruppo di «carusi» che già in passato le è stato d’aiuto. In una mattina di aprile, alla Playa, l’unica spiaggia sabbiosa di Catania, viene scoperto il cadavere di Thomas Ruscica, qualcuno lo ha ucciso con un colpo di rastrello alla testa. Thomas era uno dei «carusi» di don Rosario Limoli, parroco di frontiera che opera nel difficile quartiere di San Cristoforo. Vanina lo conosceva: un ragazzo con una famiglia e un passato pesanti alle spalle, però determinato a rifarsi una vita e ad aiutare altri come lui. Criminalità organizzata o delitto passionale? Questo è il dilemma che da subito si trova davanti la polizia. Finché gli indizi non cominciano a convergere tutti sulla stessa persona. Eppure né Vanina, né il suo vice Spanò, né l’inossidabile commissario in pensione Biagio Patanè, di cui alla Mobile nessuno può più fare a meno, credono alla sua colpevolezza. Per scagionarla saranno pronti, ognuno a modo proprio, a trascurare o a mettere in gioco anche la loro vita privata.

 LA BANDA DEI CARUSI

di Cristina Cassar Scalia

Einaudi 2023

Collana Stile libero big

Thriller, pag.296 p., Brossura

 Recensione di Sabrina De Bastiani

Mamma mia, quanti giri aveva fatto.

Quattro anni di penitenza, di «scippamento di cuore», per dirla con le parole di Thomas, per poi fare che? Tornare al punto di partenza.

Perché cos’altro era se non il punto da cui era partita, anzi fuggita, quello in cui si trovava adesso? Stava inseguendo criminali che al solo guardarli le facevano venire voglia di cancellarli dalla faccia della terra, con il cuore in gola per qualcuno cui voleva bene e che proprio a causa sua poteva essere in pericolo. Forse era inutile opporsi. Forse vivere sempre con quella paura era il suo destino, e al destino è inutile resistere.

Ah Vanina, Vanina, cosa succede quando  scipparsi il cuore pare l’unica possibilità che si ha?

Ce lo racconta Cristina Cassar Scalia ne “La banda dei Carusi”, nuova indagine per il vicequestore Guarrasi e vero crocevia nel suo percorso di vita.

Perchè avere tra le mani un caso che le entra più che mai sotto pelle, che la morde lasciandola a carne viva

Fin dall’inizio era stato difficile trattare quel caso come gli altri.

Soprattutto, era stato difficile mantenere il distacco necessario. La sua corazza s’era incrinata. La storia di Thomas si delineava ogni  giorno di piú e ogni giorno di piú Vanina se lo rivedeva davanti, allegro e pieno di vita. Coraggioso. E s’arrabbiava, ogni giorno di piú.

la mette a confronto con una se stessa che da troppo tempo ormai aveva cercato di sopire, fuggendo e sfuggendosi, nel tentativo di cauterizzare ferite troppo grandi del passato e anestetizzare il cuore per eventuali incognite future. 

Proprio la “fuga” da Palermo a Catania, comprendiamo oggi,  galeotta fu per la Guarrasi.

Un generare nuove abitudini, coccole e attenzioni di chi si preoccupa che mangi, che rientri a casa, una Squadra via via sempre più rodata e dalla quale il vicequestore si  lascia sempre maggiormente avvicinare.

Questo è e ha fatto Catania:   l’ha abbracciata, curata, rimessa in forze. 

E tale  bene ricevuto chiede di essere ricambiato, senza esitazioni, senza più cautele. 

I tempi sono arrivati, insomma, perchè Vanina accetti il rischio di vivere, completamente.

Vivere nell’angoscia che alla persona che ami possa accadere qualcosa da un momento all’altro era una tortura che non augurava nemmeno al suo peggior nemico. E la cosa piú grave era che non c’era verso di sfuggire a quel dolore. Allontanarsi, tagliare i ponti, non serviva a niente. Si finiva sempre per tornare al punto di partenza.

E ciò comporta tenersi accanto il passato, andò dritta verso la cornice con la foto di suo padre. Lo salutò, e accettare quello che del passato manca e soprattutto quanto sia legato a  Palermo.

A Mondello pareva estate, con la differenza che la spiaggia era ancora vuota. Sotto l’antico stabilimento il mare era azzurro, chiaro come la sabbia bianca e cristallino come solo fuori stagione riusciva a essere. Ogni volta che passava davanti al celebre edificio, emblema di quel lungomare, Vanina finiva sempre per constatare che Palermo le mancava piú di quanto fosse disposta ad ammettere.

Questo il quadro emotivo di Guarrasi che va ad incunearsi nel brutale omicidio di Thomas, un caruso che  Vanina avrebbe tanto voluto proteggere, 

Strapparli al mondo infame in cui inevitabilmente a eccezione di alcuni casi virtuosi sarebbero cresciuti, era il piú grande atto d’amore nei loro confronti. 

di cui ammirava il coraggio, la dignità

‘sto picciotto, da quando s’era smarcato dalla droga e dall’ambiente in cui era cresciuto, s’era prefisso una specie di missione: salvare quanti piú ragazzi poteva dal giogo della criminalità.

Aveva cominciato aiutando don Rosario, poi, a poco a poco, era andato per la sua strada. Si era messo a fare il giornalista d’inchiesta, a scrivere articoli di cronaca, infilandosi ogni giorno in una rogna nuova. Aveva scippato due prostitute al giro degli Zinna, aveva salvato una ragazza madre da un padre violento. S’era offerto pure di collaborare con la polizia, e non con una sezione qualunque, ma con la sezione

Criminalità organizzata, quindi con la Dda, i nemici numero uno della gente in mezzo alla quale era cresciuto. Ci vuole coraggio per fare ‘Ste cose, Tito. E, soprattutto, ci vuole consapevolezza. Che da certe situazioni non si torna piú indietro… sono una condanna a vita.

E una condanna a vita, un marchio indelebile, pare essere il passato fatto di ombre di questo ragazzo, lo stigma che farà sì che moventi e possibili assassini siano cercati tra la criminalità organizzata, forse a punire eventuali delazioni del ragazzo, colluso, ai loro occhi, con la Polizia. Ma andando vieppiù a scavare nella vita e nelle giornate di Thomas, gli scenari che si apriranno saranno molti e diversi e sarà soprattutto la verità sempre a sgusciare tra le dita degli investigatori.

Con la sua scrittura piena e pulita, capace di far immergere il lettore nella quotidianità sia dell’indagine che del vivere dei protagonisti, intersecando e assecondando  senza alcuna forzatura il ritmo delle indagini e lo scorrere delle vite private con i loro accadimenti, Cassar Scalia, che da sempre ci ha abituato al suo farsi portatrice di contenuti importanti, che meritano riflessione e ci invitano a farla, ci consegna la storia di questa banda di giovani   una congrega sono, ‘sti carusi, commentò Giustolisi. Vanina dissenti.

– Io direi piú una banda – Con una capa femmina e spatti aspirante sbirra, che non si fermeranno davanti a nulla per dare il proprio contributo alle indagini e agli investigatori  e  portare alla luce la verità sul compagno assassinato, generando e descrivendo una sinergia talmente pura e talmente potente, così  come lo sono i colori della Sicilia, che sanno farci  strizzare gli occhi per la luce forte, ma anche per trattenere la commozione. E la bellezza.

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Cristina Cassar Scalia 


è originaria di Noto. Medico oftalmologo, vive e lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi Sabbia nera (2018), La logica della lampara (2019), La Salita dei Saponari (2020), L’uomo del porto (2021), Il talento del cappellano (2021), La carrozza della Santa (2022) e La banda dei carusi (2023) – tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero – che hanno come protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi; da questi libri, venduti anche all’estero, è in progetto la realizzazione di una serie tv. Con Giancarlo De Cataldo e Maurizio de Giovanni ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020).