La doppia vista




Sinossi. Un maturo scrittore si sveglia una mattina in uno stato di grande confusione, non ricorda più chi sia. Incomincia così a confondere i personaggi dei suoi numerosi libri già pubblicati e di quelli che medita di scrivere, con le persone che ha più amato nella sua esistenza. Re Ludwig II, Lucifero e san Francesco d’Assisi si mescolano con la sorella Emilia, il padre, l’amatissimo amico Sandro. La “doppia vista”, proiettando la sua ambiguità su invenzioni letterarie e affetti privati, gli farà temere di essere in procinto di concludere la sua avventura terrestre, minacciata da una grave malattia, finita e pure aperta come quelle dei suoi personaggi di carta. Sarà una fra le più belle di queste figure, un’imperatrice romana del tardo impero, a venirgli in soccorso, aiutandolo a conciliare vissuto e immaginato, presente e passato. L’autoritratto che Roberto Pazzi tratteggia, senza nulla concedere al microautobiografismo, mette in scena la possessione visionaria che lo ha ispirato in molti dei suoi romanzi di successo, dove la carne e la sua ombra s’inseguono e si compenetrano, fra sogno e memoria, finzione e realtà.

 LA DOPPIA VISTA

di Roberto Pazzi

La nave di Teseo 2023

Narrativa biografica, pag.208

 Recensione di Agnese Manzo

Il bene, il male, e tutto ciò che li divide: La doppia vista. 

La doppia vista è un romanzo sorprendente: in apparenza è destinato solo agli amanti delle atmosfere oniriche, di cui è impregnato, ma in realtà, grazie a una scrittura sempre piacevole e trascinante, risulta coinvolgente anche per gli appassionati di vicende storiche poco note, e per chi di solito predilige testi dalla trama più lineare. 

Con un tratto conciso ma sicuro, con pochi accenni, Pazzi riesce a catturare l’attenzione del lettore e a spingerlo a desiderare di sapere qualcosa di più di quei piccoli scampoli di Storia che gli ha mostrato, di quella Beatrice Cenci appena nominata, della tragica fine della famiglia Romanoff, della vicenda umana dell’imperatrice Galla Placidia, di San Francesco e del suo viaggio per mare verso la Terra Santa.

Mondi lontani nel tempo e nello spazio si incontrano in un unico romanzo, che parte con il voler raccontare gli ultimi deliri di un uomo di mezza età che non si muove dallo stesso luogo se non con la fantasia, e approda a interrogativi universali sulla condizione umana.

Il protagonista senza nome è dotato di una doppia vista, che è un po’ condanna e un po’ benedizione, un oscillare tra l’inferno del caos mentale e momenti di illuminazione, è un’interminabile passeggiata nel purgatorio di chi ha smarrito la strada.

Quest’uomo, con comprensibile ansia, in queste incredibili peregrinazioni mentali si ritrova a interpretare addirittura Dio, o Lucifero, a incontrarsi con San Francesco, a vivere la frustrazione di un re deposto e segregato nel suo stesso palazzo, che progetta omicidi ed è testimone di un prodigio biblico; è nella sua natura di veggente vivere mille vite, pur senza capirne nessuna sino in fondo.

Anche il confine tra vita è morte è labile, lui stesso non sa da quale lato si trova: è ancora vivo? O non ha, invece, attraversato la soglia fatale senza neanche rendersene conto? Da quando ha ricevuto la diagnosi di un male che potrebbe rivelarsi letale, neanche questo gli appare chiaro.

Né riusciranno a illuminarlo in proposito le persone che ha amato di più, e che ormai sono scomparse, nonostante siano venute a trovarlo proprio con l’intento di trasmettergli un messaggio.

Il padre, l’amico Sandro, la sorella Emilia, la compagna Angela: tutti gli appaiono e gli parlano, ma questi incontri sono inefficaci. Lui non li comprende, e anche le ombre andranno via insoddisfatte per non essere riuscite a spiegarsi. 

A riportarlo alla realtà, inaspettata guida e amica, sarà proprio la figura più antica, quella di Galla Placidia, da cui il protagonista è ossessionato sin dall’infanzia, quando, decenne, ne ha visitato il mausoleo a Ravenna.

L’imperatrice romana riuscirà a pacificarlo, e con gradualità affiorerà in lui il ricordo dell’evento centrale della sua “doppia vista” : quello del viaggio compiuto con San Francesco in Terra Santa, allo scopo di scongiurare una guerra senza fine. 

La scopo non sarebbe stato raggiunto, ma al rientro il protagonista esprimerà la sua ammirazione per il santo e la sua meraviglia di fronte all’inconoscibile:

Chissà quanti disastri ha già allontanato dalla nostra terra, questo spirito infinito, nonostante la nostra irresistibile attrazione per il male!”

Parole che sono un riconoscimento dell’inesauribile bisogno di trascendente che anima l’uomo, che sia dotato o meno della doppia vista.

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Roberto Pazzi


poeta, narratore e giornalista tradotto in ventisei lingue, con più di trenta pubblicazioni fra sillogi e romanzi, è considerato uno dei più originali scrittori italiani. Già collaboratore del “Corriere della Sera” e del “The New York Times”, oggi è opinionista di “QN”. Ha insegnato nella scuola e nell’università a Ferrara e a Urbino. Della sua opera ricordiamo, fra i titoli di poesia, Calma di vento (1987, premio Montale), Felicità di perdersi (2013, premio Lerici Pea), Un giorno senza sera (La nave di Teseo 2020, premio Rhegium Julii) e, fra i romanzi, Cercando l’Imperatore (1985, premio Selezione Campiello), La principessa e il drago (1986, finalista premio Strega), Vangelo di Giuda (1989, superpremio Grinzane Cavour), La stanza sull’acqua (1991, nuova edizione La nave di Teseo 2022), La città volante (1999, finalista premio Strega), Conclave (2001, superpremio Flaiano), L’ombra del padre (2005, premio Procida Elsa Morante), Mi spiacerà morire per non vederti più (2010) e Verso Sant’Elena (2019). Del 2018 Come nasce un poeta, suo epistolario con Vittorio Sereni, prefatore dell’esordio in poesia. Per La nave di Teseo nel 2021 è uscito Hotel Padreterno.