La stagione delle Erinni




Sinossi. Marco Tullio Cicerone è un oratore giunto a un punto decisivo della carriera, Tito Annio Tuscolano un ex centurione disincantato. Unendo i loro talenti a quello di Flavia Polita, carismatica lenona della Suburra, sveleranno il gioco d’ombre messo in piedi per confonderli e fronteggeranno un complotto che potrebbe far riesplodere la guerra civile. Ingaggiati forzatamente per una missione ad alto rischio, Marco Tullio Cicerone e Tito Annio Tuscolano devono impedire a un gruppo di fanatici di attizzare il fuoco dei conflitti sociali. Con loro Flavia Polita, che nella vicenda ha un interesse personale. Intanto, sullo sfondo, vanno in scena le rivolte di Sertorio e Spartaco, la guerra contro Mitridate e le manovre politiche dei due ambiziosi pretori in carica, Marco Licinio Crasso e Quinto Ortensio Ortalo. Una matassa ingarbugliata che metterà alla prova l’intelligenza di Cicerone, l’esperienza di Tito, il coraggio di Flavia. E nella quale rimarranno impigliate donne risolute e letali, dal destino tragico, in cerca di vendetta.

 LA STAGIONE DELLE ERINNI

di Stefano De Bellis ed Edgardo Fiorillo

Einaudi 2023

Collana, Stile libero big

Thriller storico, pag.656

 Recensione di Salvatore Argiolas

“La stagione delle Erinni” è il seguito del fortunato e interessantissimo “Il diritto dei Lupi” pubblicato nel 2021 ma cronologicamente è da situarsi otto anni dopo le vicende narrate nel primo romanzo che hanno visto come protagonisti l’avvocato Marco Tullio Cicerone e l’ex centurione Tito Annio Tuscolano, detto il Molosso.

Erano anni difficili quelli, successivi alla guerra civile tra Mario e Silla, con la minaccia portata da Spartaco e il suo esercito di circa centoventimila schiavi ribelli, con costanti tentativi di impadronirsi del potere in una Roma dove la forma di governo repubblicana era fragilissima, aveva gli anni contati e restava da stabilire solo chi sarebbe stato tanto scaltro e forte da prendere il potere.

Siamo nel 72 a. C e la rivolta di Sertorio in Hispania è finita con la morte del militare ribelle che per dieci anni aveva resistito alla furia di Roma ma il suo esercito e i suoi infiltrati nell’Urbe mettono ancora paura.

Misteriosi messaggi segreti che partono dal campo di Sertorio e una successione contrastata, mettono Cicerone e il Molosso di nuovo assieme per sbrogliare un caso intricatissimo dove si intersecano spy-story, noir, thriller e romanzo storico in una ricerca lucidissima di un piano logico che leghi senatori, pretori, opportunisti, cinici, nostalgici dei tempi andati, tutti giocatori in una scacchiera dove solo il più scaltro potrà prevalere.

Su tutti incombe la figura minacciosa di Marco Licinio Crasso, il banchiere di Roma, l’uomo più ricco dell’antichità con un patrimonio stimato di circa 170 milioni di sesterzi, pari a circa un miliardo di euro attuali, che in seguito formerà il primo triumvirato con Cesare e Pompeo ma nel 72 a. C era pretore con Quinto Ortensio Ortalo senatore molto benestante e dalla grande ambizione.

I due pretori, avendo numerose spie decidono di vederci chiaro su tanti piccoli fatti che non seguono logiche lineari e sopratutto sulle misteriose morti di alcuni notabili legati al testamento di Lucio Valerio Flacco Poplicola che, si diceva, fosse pari a venti milioni e mezzo di sesterzi.

L’inchiesta di Cicerone e Tito Annio Tuscolano li conduce nei posti più malfamati e nelle ville più prestigiose dell’Urbe, seguendo tenui tracce che col tempo diventano sempre più convincenti e sempre più pericolose, perché la posta in gioco è la più alta in assoluto, il governo di Roma.

Se nel “Diritto dei Lupi” si seguiva una traccia narrativa che utilizzava gli stilemi dell’Hard Boiled americano, trasportandolo, con grande efficacia nell’Antica Roma, ibridandolo con il giallo deduttivo, grazie alla sagacia oratoria di Cicerone, “La stagione dell Erinni” introduce anche un filone dove lo spionaggio e il doppio e anche il triplo gioco hanno grande rilevanza rispecciando lo spirito dei tempi, dove ogni azione poteva avere molteplici sviluppi vista la quantità e la qualità degli attori impegnati a ritagliarsi un ruolo importante nel tramonto della Repubblica.

No, no caro Cicerone: i romanzi hanno bisogno di eroi e dei in carne e ossa da adorare, tradire e uccidere! L’individuo sta diventando più importante della Repubblica, il mondo si sta capovolgendo.”

E’ proprio questo il grande problema di Roma, una forma di governo che ha mostrato i suoi limiti nella veloce espansione dei Romani in Europa e nel bacino del Mediterraneo e che dovrà essere modificata per adeguarsi ai nuovi destini dell’Urbe ma ci sono usi e costumi ancestrali difficili da abbattere senza provocare sanguinoso conflitti e dopo la guerra civile scatenata da Mario e Silla gli aspiranti capi di una nuova impalcatura statuale, come Crasso, Ortalo e Pompeo Magno devono usare mille astuzie, tranelli e macchinazioni per trovarsi al posto giusto al momento adatto.

Cicerone in particolare è un potenziale leader, avendo carisma, eloquenza e facondia ma era, secondo la classica definizione di Machiavelli, “un profeta disarmato” e ciò gli costò in seguito la vita ma, in questi romanzi di Stefano De Bellis e Edgardo Fiorillo, mostra tutta la sua sagacia che lo portò ai massimi livelli del mondo politico repubblicano e sarebbe molto interessante vederlo agire in una delle sue cause più famose, quella contro il propretore della Sicilia Verre ricordata nelle famose orazioni chiamate “verrine”.

Anche Tito Annio, ex centurione, sfaccendato, mercenario e giocatore d’azzardo è un bel personaggio che ha tutte le attitudini per diventare un personaggio di rilievo, con giusta dose di ironia e di malinconia che gli eroi della scuola dei duri devono avere, per emergere dalla folla di protagonisti dei romanzi di genere.

Stefano De Bellis ed Edgardo Fiorillo, ridisegnano il giallo storico arricchendolo di nuove suggestioni, ibridandolo con diversi sottogeneri ma tenendo bene in luce suggestioni, citazioni e riferimenti che fanno dei loro romanzi una macchina del tempo che ci riporta indietro di duemila anni facendoci camminare per strade buie, colme di ogni genere di tentazioni e di pericoli ma ricchissime di attrattive e di incanti.

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De Bellis & Edgardo Fiorillo


Stefano De Bellis (1973) è consulente informatico amministrativo. Per Einaudi ha pubblicato, con Edgardo Fiorillo, Il diritto dei lupi (2021) e La stagione delle Erinni (2023).

Edgardo Fiorillo (1973) è biologo e divulgatore scientifico. Per Einaudi ha pubblicato, con Stefano De Bellis, Il diritto del lupi (2021) e La stagione delle Erinni (2023).