L’Angelo




Recensione di Simona Sireus


Autore: Sandrone Dazieri

Editore: Mondadori

Pagine: 456

Genere: Thriller

Anno Pubblicazione: 2017

 

 

 

 

Secondo appuntamento col thriller per Dazieri con il sequel di “Uccidi il padre”.
Incontriamo nuovamente Colomba Caselli e Dante Torre, questa volta alle prese con l’inseguimento, tra Roma, Milano, Berlino e Venezia, di un Angelo; più precisamente dell’Angelo della Morte.Si tratta di una donna di nome Giltinè, della quale, grazie ai flashback che l’autore ha inserito tra i capitoli, si delinea il profilo dalla sua infanzia, che rasenta i limiti della tollerabilità da parte di un essere umano, passando per il periodo della sua vita durante il quale matura la sete di vendetta, sino all’ esistenza attuale nella quale è affetta da una apparentemente incomprensibile malattia.
Le indagini coinvolgono Colomba quando, sul Frecciarossa appena giunto alla stazione Termini di Roma da Milano, viene scoperto che su una carrozza tutti i passeggeri sono stati uccisi.Il fatto viene inizialmente classificato come un attentato dell’isis ma le ricerche di Colomba presto abbandonano tale pista per dirigersi all’inseguimento della donna che in passato era stata addestrata dal KGB per eliminare i dissidenti sovietici.
Quasi subito però iniziano i problemi di Colomba coi suoi superiori per motivi di incomprensioni e sfiducia pregresse ma anche per il modus operandi della Vicequestore che non sempre risulta ortodosso e tra cui rientra la sua collaborazione con Dante Torre, conosciuto come “l’uomo del silo” per essere stato rapito da bambino e rinchiuso in pochi metri quadrati per undici lunghi anni. Questa esperienza ha segnato profondamente il resto della sua vita con forti ripercussioni nei suoi rapporti con gli altri e con frequenti crisi di panico, difficili da gestire nel quotidiano, legate anche a forti problemi di claustrofobia che interferiscono fortemente nella sua qualità della vita.

Tra le eredità della sua esperienza gli si è sviluppata però la capacità di interpretare i segnali del corpo e di scovare le anomalie riuscendo a sintonizzarsi con le emozioni di vittime e carnefici solo entrando in contatto con la scena del crimine.
Per questo, saltuariamente, viene richiesta la sua collaborazione dalla Polizia e, durate le indagini in “Uccidi il padre”, Colomba ha stretto con lui un rapporto d’amicizia.

Ma anche Colomba Caselli presenta qualche problema col suo passato col quale deve fare quotidianamente i conti: è infatti rientrata in servizio dopo un’assenza dovuta al forte stress provocato da un caso di cui si è occupata.
Parallelamente alle indagini, che dovrà proseguire in autonomia perché temporaneamente rimossa dal suo incarico ufficiale, Colomba si troverà impegnata anche ad aiutare Dante nella ricerca del fratello e alle prese con una nascente avventura sentimentale che renderà Dante geloso e consapevole dei suoi veri sentimenti nei confronti dell’amica.

Chi ha letto altri romanzi di Dazieri troverà conferma in quest’ultimo del fatto che egli non si accontenta della sola narrazione, per quanto ben costruita. In punta di piedi la farcisce coi dettagli, mai casuali e valore aggiunto della storia. La scena viene arricchita da numerosissimi personaggi secondari e da altrettanti riferimenti politici e sociali quali il nesso al KGB e al periodo della guerra fredda, il più attuale riferimento alla fobia degli attentati terroristici legati all’isis e…le sue lezioni sul caffè che vengono impartite attraverso i gusti raffinati di Dante: Kopi Luwak e Black Ivory nonché la sofisticata macchina utilizzata per prepararli. Io non sono una grande intenditrice di caffè per cui per me la ciliegina sulla torta è rappresentata dall’auto di Dante: la mitica DeLorean.

Cosa non darei per vedere sullo schermo Dante e Colomba salire e scendere da quest’auto!
Sono inoltre sicura che dopo da lettura di questo libro molte più persone utilizzeranno l’app di snapchat a seguito delle argomentazioni di Dante.

E questi sono solo alcuni dei raffinati dettagli che ci propone l’autore tra le righe.
Il finale poi è superiore alle aspettative, veramente imprevedibile e epilogo di un gran bel romanzo che non fa che consolidare quanto iniziato dall’autore nel precedente “Uccidi il padre” nel filone thriller.
 

 

Sandrone Dazieri


Sandrone Dazieri è nato a Cremona nel 1964. Dopo aver svolto numerosi mestieri – cuoco, buttafuori, facchino – si è dedicato al giornalismo e alla scrittura.

 

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