Lungomare Nostalgia




Sinossi. Se la scelta è fra trattenere e lasciare andare, io voglio trattenerti mentre ti lascio andare. Trattenerti qui, almeno. Attraverso quelle parole, fatte di carta e inchiostro, che ci uniscono da sempre.
I libri: una passione che accomuna nonno e nipote. Il primo tipografo linotipista, il secondo scrittore ed editore. Ma quando Andrea va a trovare l’anziano ricoverato e in fin di vita si rende conto che, con lui, sta per perdere anche la sua storia che da anni si era ripromesso di scrivere. E così gli tocca fare i conti con i ricordi. Aneddoti singolari e vicende comuni, che tuttavia hanno lo stupore e la potenza dello straordinario. Le bravate da ragazzo del nonno. La fuga rocambolesca dalla guerra. La minaccia di fucilazione da parte di nazifascisti e partigiani e poi la salvezza. La sorprendente vittoria alla Lotteria durante il boom degli anni Sessanta. Il lungo e doloroso addio alla compagna di tutta una vita. Nel mezzo, circa cinquant’anni a comporre libri con la sua linotype, l’odore di piombo, una precisione maniacale e quella volta che Cesare Pavese montò su tutte le furie…

Un racconto, quello di Andrea Malabaila, in equilibrio tra nostalgia e dolcezza, capace di strappare risate e lacrime, drammatico e leggero insieme, che irradia calore familiare e procede a doppio passo: passato e presente corrono su due binari che alla fine convergono in una parola. Futuro.

 LUNGOMARE NOSTALGIA

di Andrea Malabaila

Spartaco 2023

Romanzo/Memoir, pag.248

 Recensione Davide Piras

Il Lungomare Nostalgia è il lungomare di Finale Ligure, in provincia di Savona, Liguria.
È questo il luogo al quale l’autore Andrea Malabaila ha affidato la certezza della sua esistenza.

Tutti abbiamo un posto che ci tiene inchiodati al passato, che sta lì a testimoniare la concretezza della nostra esperienza di vita. Prestare i propri ricordi a un territorio ci impedisce di perderli quando se ne vanno le persone che lo hanno abitato assieme a noi: ogni edificio, ogni curva, ogni paesaggio, ogni profumo, ogni suono hanno il potere di tenere piantati a terra i chiodi della memoria, che il dolore per la perdita avrebbe altrimenti sconficcato lasciandoci senza un passato.


E così che nascono i nostri posti del cuore, i nostri lungomari nostalgia.

Ritornarci spesso fa male, perché se è vero che le emozioni vengono trattenute e saltano fuori a ogni angolo di strada, è altrettanto vero che a quelle stesse sabbie e pietre e cementi e acque manca qualcosa, un elemento irrecuperabile come la sagoma e lo spirito di chi è partito per quello spazio infinito da cui nessuno è mai tornato per dirci di che colore sia l’acqua di quel mare. Andrea ci andava con suo nonno Natale a Finale Ligure, tutte le estati da quando era bambino.

Figlia unica la madre di Andrea, figlio unico Andrea: questo aveva contribuito a creare un rapporto unico ed esclusivo tra nonno e nipote, talmente forte da spingere Andrea, in età adulta, a promettere di scriverci un libro sulla vita avventurosa di suo nonno.
Per stessa ammissione dell’autore, avvezzo a scrivere storie di occasioni mancate o sprecate, sarebbe stata un’opera diversa, in fondo Natale era tutt’altro che un uomo con rimpianti per i treni passati: partito dalla povertà di Cuneo, sopravvissuto da disertore alla Seconda guerra mondiale, era diventato uno dei tipografi linotipisti più apprezzati della Stamperia Artistica Nazionale, a Torino, che stampava persino i libri della Einaudi. Aveva avuto l’onore di ricevere un rimbrotto da Cesare Pavese e aveva abitato accanto alla casa della famiglia di Mario Soldati; per di più, grazie a una vincita alla lotteria, aveva acquistato casa in città e aveva potuto sistemare la famiglia divenuta quasi borghese. Insomma, la vita di Natale Pennello detto nonno Atà era stata più di un romanzo. 

I continui rimandi hanno però portato a una situazione che Andrea non aveva preventivato: Natale muore in una casa di riposo e a suo nipote non resta che scrivere davvero una nuova storia di occasioni mancate, solo che stavolta l’occasione mancata è la sua, il libro che doveva scrivere non è stato scritto. Cominciano così un viaggio introspettivo e un estenuante lavoro di ricerca per ricostruire tutti gli elementi necessari a tramandare la vita di Natale.

Il romanzo segue la struttura di “Va dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro, tuttavia la narrazione è rovesciata: in Lungomare nostalgia è chi rimane a scrivere a chi non c’è più, al contrario della Tamaro che racconta in modo epistolare i sentimenti di Olga, malata e prossima alla morte, verso sua nipote Ilaria. Anche Teobaldi in “Arenaria” sviscera il rapporto nonno e nipote; stesso sistema di Giulio Perrone in “America non torna più”, ma incentrato sulla relazione figlio e padre. 

L’opera si dipana attraverso due spazi temporali, il presente in cui si muove l’autore e il passato nel quale vengono narrate le vicende di Natale dall’adolescenza fino alla morte avvenuta a novantuno anni. La scrittura è delicata, con uno stile minimalista che non sottrae attenzione alla tormenta emotiva che scatena la lettura, creando quasi un percorso terapeutico per il lettore. Andrea si rivolge a suo nonno Natale come se egli fosse ancora in vita. C’è una spiegazione che l’autore dà a questa condizione: la realtà non è ciò che abbiamo davanti agli occhi. Non solo, altrimenti saremmo senza storia né passato. Il tempo è come i luoghi, e se noi siamo in un posto non significa che gli altri posti non esistano: non li vediamo ma ci sono; allo stesso modo il tempo presente che noi viviamo non esclude che esistano altri tempi, anche passati, in cui Natale può essere ancora a Finale Ligure, a passeggiare nel lungomare.

La vicenda di Natale Pennello scorre parallelamente alla storia d’Italia, più di cinquant’anni nei quali assistiamo alla costruzione del nuovo Paese fatto di televisione, lavatrice, frigorifero, industria, automobili, benessere e boom economico. Una grande epopea che però racchiude tante microstorie che messe assieme compongono il trascorso di un intero popolo. Lungomare Nostalgia è la storia di Natale, è la storia di Andrea, è la storia di Natale e Andrea, ma è anche la storia della loro famiglia e della loro Italia.
E come tutti gli avvenimenti che hanno come protagonisti gli uomini, vengono mostrati i risvolti pirandelliani che impone la società: la maschera, che tutti indossiamo, copre anche il viso di Andrea, che per pudore rinuncia ad andare a prendere suo nonno alla casa di riposo per una fuga romantica prima del buio; che per non turbare la serenità delle vacanze estive sceglie di non manifestare in alcun modo il suo dolore per la morte del nonno. Tutto però trova una fine e un compimento dopo la scrittura del libro: la promessa mantenuta che trasforma l’uomo delle storie mancate nel nipote capace di raccontare la più importante di tutte, quella di suo nonno, quella dell’uomo forse più rilevante nel suo percorso di crescita umana.

Lungomare Nostalgia è un libro che parla di sentimenti, della caducità dell’esistenza e delle cose veramente importanti nella vita. È un romanzo di sogni, nei quali appare Natale a raccontare la bellezza di quell’Aldilà in cui lui e Andrea potranno ancora passeggiare sulla battigia di Finale Ligure. Un’altra promessa, una rassicurazione meravigliosa e effimera nella stessa misura: ai sogni non crede più nessuno. O forse sì. D’altronde sognare è un po’ come perdersi ad ammirare il mare durante il tramonto, sul lungomare. Lungomare nostalgia.    

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Andrea Malabaila


è nato a Torino nel 1977. Ha pubblicato i romanzi “Quelli di Goldrake” (Di Salvo, 2000), “Bambole cattive a Green Park” (Marsilio, 2003), “L’amore ci farà a pezzi” (Azimut, 2009; Clown Bianco, 2021), “Revolver” (BookSalad, 2013), “La parte sbagliata del paradiso” (Fernandel, 2014), “Green Park Serenade” (Pendragon, 2016), “La vita sessuale delle sirene” (Clown Bianco, 2018). Nel 2007 ha fondato Las Vegas edizioni, di cui è direttore editoriale. Insegna Scrittura Creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Torino