Quella cosa pericolosa




Sinossi. Dal carcere di Rovigo, il 3 gennaio 1982, un commando di Prima Linea fa evadere tre pericolose terroriste. Dieci anni dopo, nei gorghi di Trecenta, due studenti ritrovano un barile con un corpo umano all’interno. Ai giorni nostri, Marco Pavan, ex poliziotto e investigatore privato senza arte né parte, diviso tra i problemi familiari con l’ex moglie e la figlia Martina, si trova a indagare sul misterioso passato di un collega con il quale ha un debito morale. Ad aiutarlo, il poliziotto Manfron e Caterina, un’abile hacker dalla doppia vita. Queste tre storie apparentemente lontane e slegate tra loro, si avviluppano in un noir incisivo e temerario, che attraversa gli anni di Piombo con personaggi potenti e indimenticabili, legati a filo doppio alla vera storia d’Italia, quella che non si insegna nelle scuole. Scavando e riportando alla luce segreti dimenticati, Pavan dovrà fare i conti con l’odio antico e implacabile di un nuovo antagonista: il vasaio. In un finale pirotecnico, pieno di colpi di scena, ancora una volta l’investigatore dovrà mettere in gioco tutto, compresa la sua vita.

 QUELLA COSA PERICOLOSA CHIAMATA AMORE

di Antani & Mascetti

Golem 2023

thriller, pag.480

 Recensione di Pier Livrieri

E’ tutto merito del duo diaboliko che si cela sotto i nomi d’arte, e che arte!, di Corrado Antani ed Ettore Mascetti se il Polesine torna in auge per raccontarci delle belle storie.

Storie nere e nerissime, più di quello delle seppie, come l’inchiostro e la pece, in questo secondo episodio editoriale (fa seguito al fortunato “Le eredità del male”) salgono dalle nebbie polesane affondando le radici nella Storia recente del nostro Paese.

Gli anni di piombo, fardello indimenticabile per la nostra penisola, hanno visto contrapporsi terrorismi di varia matrice e colore, collocati su versanti diametralmente opposti ma uniti dall’intento di affermare con la forza e la morte le proprie allucinate ragioni. Un lungo periodo che ha caratterizzato le vicende umane, sociali e politiche della nostra quotidianità.

L’investigatore Pavan rientra in scena per districare una matassa con le radici nel passato ma con i rami ben proiettati al presente. Quando nel 1982 tre terroriste fuggono dal carcere di Rovigo lui non può nemmeno lontanamente immaginare quanto quell’evento successivamente saprà inciderà sulla sua vita.

La lettura delle quasi 500 pagine scorre fluida e suadente, accarezza paure e vellica piani temporali che si alternano sapientemente e con la capacità di incrementare la qualità della narrazione.

Lo stile è netto e asciutto, senza fronzoli nè sbavature, la struttura complessiva è solida e ha schiena per reggere degnamente il confronto con il primo romanzo della coppia autorale.

I tre protagonisti (Pavan, Cate e Mafron) hanno caratteristiche e toni differenti, ma ciascuno a modo suo è capace di bucare la pagina e di uscire dal libro, entrando senza dubbio nella testa e forse anche nel cuore del lettore.

Si accende un faro su un angolo di Paese solitamente escluso dai radar della narrativa di genere, che in quel quadrante è solitamente incentrata nella Laguna veneziana o in Romagna, mettendo al centro una zona a cui sono fortemente legato per ragioni familiari con una tessitura narrativa di pregio e valore.

Gli autori agiscono con penne di qualità e con la capacità di presentare con profili interessanti le ragioni sociali e umane che portarono molti giovani a optare per le strade della disobbedienza, dell’anarchia e del terrorismo. Scelte che strapparono tanto loro quanto i loro coetanei alla serenità e alla libertà di autodeterminazione del proprio destino che dovrebbero appartenere ad ogni essere vivente.

La lettura di queste pagine ci offre però una soluzione che mi trattengo dal definire consolatoria perchè la immagino come prima opzione e non come scelta residuale: mi riferisco all’amore e al suo ruolo, che non può essere che da protagonista, nel determinare ogni umana decisione.

L’amore come ingrediente protagonista di un noir: essenziale come la menta nel moijto!

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Antani & Mascetti


Antani & Mascetti, entrambi di Rovigo e amici di infanzia, coltivano da sempre la passione per la letteratura e i romanzi, in particolare per il genere Giallo nel senso più ampio del termine. Lettori onnivori, amano confrontarsi da decenni sulle letture reciproche in un continuo gioco di contaminazione, suggerendosi libri e autori. Nel tempo hanno maturato esperienze diverse nel campo della scrittura. Antani ha una lunga esperienza di autore teatrale, essendosi cimentato per anni nella direzione di una compagnia amatoriale di cui curava testi e regia degli spettacoli, mentre Mascetti è un raccoglitore ossessivo di storie, personaggi e immagini sui suoi taccuini. Da una serie di incontri alcolici al pub e da lunghe passeggiate nella campagna polesana è nata in loro l’idea di scrivere una serie di romanzi che avesse come sfondo la lor terra: Rovigo e il Polesine. Mascetti ha aperto il suo libro delle storie e dei personaggi, mentre Antani ha messo la sua esperienza di tessitore di storie.