Si accettano colpevoli




Sinossi. Fortunato Terracotta ha 35 anni, vive ancora con i genitori nel centro di Napoli, odia gli imprevisti, il disordine e il contatto fisico, e adora le certezze di una vita scandita da abitudini cesellate dal tempo: il caffè d’orzo la mattina, la camicia abbottonata fino all’asola più alta, l’odore della grafite nella cartoleria di famiglia che gestisce con passione, tra quaderni e agende disposti in modo simmetrico e in ordine cromatico. Ma il giorno del suo compleanno, una serie di eventi inimmaginabili persino per un tipo ansioso come lui si abbatte sulla sua routine quotidiana. Fortunato perde tutto, casa, cartoleria e abitudini. Gli rimane solo la paura con cui dovrà affrontare la nuova vita che lo aspetta a Baianova, un piccolo paese in provincia di Napoli, dove da un giorno all’altro è costretto a trasferirsi. Lì, mentre prova disperatamente a farsi i fatti suoi e a riacquistare il controllo della sua vita, si imbatte in una stravagante comunità, nella delinquenza del rione, in un sentimento che tanto assomiglia all’amore e infine in un cadavere. Detective a sua insaputa, geniale suo malgrado, scopre però indizi curiosi e collegamenti inattesi che lo trascinano sulle tracce dell’assassino. Un protagonista diversamente brillante dalle inaspettate (ed esilaranti) doti investigative che si fa amare pur tenendo le distanze. 

 SI ACCETTANO COLPEVOLI

La prima indagine, controvoglia,

di Fortunato Terracotta


di Francesco Arienzo

Mondadori Electa 2023

thriller, pag. 264


Si accettano colpevoli

A cura di Chiara Forlani


 Recensione di Chiara Forlani

La comicità molto spesso nasconde verità profonde, ed è il caso di questo libro. Dietro i tic e le manie del protagonista, dietro la solitudine e l’insicurezza, dietro la sua famiglia ai limiti dell’assurdo c’è tanta realtà, ed è spesso cruda. Il protagonista di questa improbabile indagine fa il cartolaio, e lo fa con grande dedizione: allinea le matite sugli scaffali del negozio con precisione millimetrica, ha una vera passione per quaderni, agende e carte speciali, ma tutto questo gli viene tolto. Abita con una famiglia allargata di vecchi hippy un po’ fuori di testa, ma anche loro lo lasciano per abbracciare una nuova vita. Fortunato Terracotta vive una vero dramma, la lacerazione di ogni certezza, e questa perdita lo porta verso una nuova realtà, ancora più disastrata della prima. Si tratta di un dramma sociale che, se non fosse scritto con la verve comica di Arienzo, potrebbe dare vita a un testo tragico.

“Non mi piace entrare in casa degli altri, perché di solito rispecchia la personalità di chi la abita e io, che non sono interessato a conoscere le persone, ho un buon motivo per rimanere tra le mie quattro mura.” Invece Fortunato nelle case degli altri entrerà eccome, anzi dovrà cambiare la propria e modificare in modo radicale ogni abitudine di vita, ogni rito e ogni rapporto sociale.

Di certo per chi si aspetta un giallo classico questo romanzo può risultare deludente. Il “morto” arriva quasi a metà del libro, dopo una serie di disavventure del protagonista. E l’indagine, ovviamente goffa, è piena di pasticci. Ma la comicità, la battuta ha dei tempi ben precisi, e in questo romanzo troviamo diversi momenti esilaranti. Quello che segue ne è un esempio.  

“Una volta dall’altra parte, ebbi la sensazione di esserci già stato. D’altronde i cimiteri si somigliano tutti. I cipressi, il silenzio, gli occhi bassi delle persone vive che si perdono tra i viali, gli sguardi sorpresi dalla morte di quelli in foto sulle tombe. I fiori finti. Quelli veri e appassiti. Le sedie di legno lasciate accanto alle lapidi dei figli. I cocci dei vasi mai raccolti accanto ai defunti dimenticati. Il bianco del marmo e delle anime. I ceri accesi. L’odore dell’incenso. E quello di marijuana.”

Ci troviamo di fronte a una narrazione dove il mistero esiste e si risolverà, ma anche a un romanzo a metà tra la storia d’amore e la trattazione di un caso clinico, di quelli che vengono riportati nei testi di psicanalisi. La comicità è presente in tutta la storia e per chi ama il genere il libro di Arienzo è una vera chicca. Se invece se ne vuole fare una lettura più profonda, vi si trova il disagio di tante persone che sono in difficoltà, di chi è ai margini della società, di coloro a cui la vita offre una seconda opportunità. La nuova realtà potrebbe essere migliore, pur se celata da qualcosa che sembra una sventura.

“Questa, però, non era una scusa, era la verità. Forse per la situazione intima venutasi a creare, decisi di mostrarmi in tutta la mia vulnerabilità. D’altronde se non fossi riuscito a conquistarla fingendo di essere un maschio alfa, tanto valeva raschiare il fondo e provare a farle tenerezza.” Per Fortunato, dunque, la nuova realtà tanto problematica e misteriosa può rivelarsi un’opportunità, anzi celare l’amore con la A maiuscola, proprio dietro l’angolo, anzi di fronte a casa.

Chi cerca un thriller o un giallo classico non troverà in questo romanzo il ritmo narrativo e la costruzione serrata tipici del genere. Credo però che nessun lettore se lo aspetti, visto che l’autore del libro fa il comico di professione. Troverà invece una parodia tragicomica di un certo tipo di società, delle sue mancanze, delle sue ricchezze e delle manie più o meno innocenti che, a ben guardare, caratterizzano ciascuno di noi.

Tra un “tutt’appooost” e un “pisciò” trovano spazio aforismi profondi come: “a morire non si è mai in ritardo”.

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Francesco Arienzo


Francesco Arienzo napoletano classe ‘81, dopo un’adolescenza vissuta in provincia, si trasferisce a Roma dove intraprende il percorso teatrale – prima come attore, poi anche come regista e autore di commedie – che lo porta diretto alla comicità, fino a Milano. Personaggio eclettico, si muove tra tv, i podcast e i live con i suoi monologhi di stand-comedy. Da sempre innamorato della scrittura, aspetta il momento giusto per scrivere un libro, non lo trova ma lo scrive lo stesso. Si accettano colpevoli è il suo primo romanzo.