Delitto alla Baia d’Argento




Sinossi. Il commissario Alvise Terranova non ha grandi sogni nel cassetto; dopo il ritorno a Carloforte, in questo momento il suo più grande desiderio è poter festeggiare il proprio compleanno con una buona bottiglia di vino, un piatto di spaghetti, la musica di Tom Waits in sottofondo, e la compagnia di Elisabetta. Non sembra un sogno così irraggiungibile, visto che mancano tre giorni e che al commissariato non capita mai nulla, se non si considerano le incessanti telefonate di un contadino che denuncia la scomparsa di galline. Ed è proprio quando Alvise pensa di potersi dedicare un po’ a sé che arriva il morto. Appena fuori Carloforte, in una caletta dalla natura incontaminata, minacciata dalla costruzione di un albergo di lusso, l’hotel Baia d’Argento, incubo degli ambientalisti, viene trovato il corpo di un uomo. Potrebbe essere il classico caso di morte bianca, se non fosse che il muro che gli è crollato addosso, la sera prima, all’orario di chiusura del cantiere, era in perfetto stato. Una volta scoperta l’identità del morto, un uomo molto amato nella zona, Alvise indaga sulla vita della vittima, non priva di scheletri. Ma la soluzione, come sempre nei casi che segue il commissario Terranova, si nasconde in un dettaglio che lui è l’unico a vedere. Dopo Omicidio a Carloforte, Antonio Boggio ci regala un altro giallo perfettamente congegnato, con un’ambientazione molto suggestiva e cara ai lettori, e un protagonista straordinario nella sua umanità.

 DELITTO ALLA BAIA D’ARGENTO

di Antonio Boggio 

Piemme 2023

thriller, pag.432

 Recensione di Salvatore Argiolas

Delitto alla Baia d’Argento” è il seguito di “Omicidio a Carloforte” e conserva i protagonisti e le ambientazioni che avevano determinato il successo del primo giallo di Antonio Boggio.

Le peculiarità di Carloforte, caratteristica cittadina di un isola nell’isola, popolata dai discendenti di esuli liguri fuggiti dall’isola tunisina di Tabarka e detti perciò tabarchini, sono raffigurate in modo affascinante anche in questo nuovo romanzo con il commissario Alvise Terranova, che deve indagare sulla morte di un ricco imprenditore trovato morto nel cantiere di un lussuoso albergo, il Baia d’Argento, situato in una caletta paradisiaca.

Il morto è Giulio Mazzini, il proprietario dell’hotel e uomo dalle molteplici attività per cui non è facile ipotizzare chi potesse avere interesse ad ucciderlo ma alcuni indizi portano a sospettare di un popolare ambientalista che cerca di impedire la creazione di un ecomostro.

Essendo raggiungibile solo con il traghetto o con barche private, l’Isola di San Pietro, il colpevole può essere solo uno degli abitanti visto che le indagini escludono la presenza di estranei e in tal modo si ricrea uno dei topoi più forti e longevi del giallo, quello del cerchio chiuso di sospettati, tutti potenzialmente colpevoli ma poi scagionati dall’inchiesta serrata dell’investigatore che alla fine escluderà false piste e depistaggi.

Pian piano vengono alla luce tanti fatti che creano un vasto numero di possibili moventi, con una pista investigativa che lambisce motivi esoterici che riguardano la simbologia e la numerologia di cui era appassionato l’imprenditore assassinato che prima di morire era riuscito a scrivere un numero sul terreno, che poteva essere il 6 oppure il 9.

L’indagine di Alvise Terranova pone in rilevo diversi personaggi e, come contrasto, anche la sua personalità con alcune retrospezioni che fanno risaltare il suo vissuto e accrescono la complessità dell’uomo, afflitto da momenti di malinconia derivati da ferite del destino che faticano a cicatrizzarsi.

Antonio Boggio dimostra ancora una volta di conoscere perfettamente la ricetta giusta per un giallo vincente, inserendo in un una trama classica, tesa alla scoperta dell’assassino, numerosi temi di grande interesse come la disperante disoccupazione che attanaglia il Sulcis e il mancato sviluppo della parte sud-occidentale della Sardegna, illusa da un’industrializzazione rapace che non assicura un lavoro stabile agli abitanti, il conseguente traffico illecito di rifiuti pericolosi, lo sfascio della sanità pubblica e lo sfruttamento turistico delle coste isolane.

Tutti questi spunti di riflessione si intersecano nell’inchiesta di Alvise Terranova, che è anche un’indagine su Carloforte e sui suoi abitanti, mostrati in tutta la loro umanità, con pregi e difetti, ma con uno sguardo sincero da un loro concittadino che li conosce alla perfezione come conosce benissimo i posti più affascinanti e pittoreschi di un angolo d’Italia poco noto.

Nello scorrere della pagine non mancano anche i siparietti umoristici ma pienamente coerenti con lo sviluppo delle vicende incentrate sulla definizione del concetto di “amore”.

La verità, vi prego, sull’amore” è il titolo di una raccolta di poesie di Wystan Hugh Auden (grande amante del genere giallo, tanto che in uno suo saggio sul romanzo poliziesco si definì “un drogato del giallo”) e potrebbe essere anche il sottotitolo ideale di questo giallo moderno e ricco di suggestioni, visto che l’amore, come già cantava Dante “move il sole e l’altre stelle”.

Era ancora in tempo per non buttare il suo amore. Amore…”

Questo sentimento, o ” malattia di cui chi è sano vuole ammalarsi e chi ne è malato non vuole guarire” secondo quanto scrive Umberto Eco ne “Il nome della rosa”, segna uomini e donne che gravitano attorno al “Delitto alla Baia d’Argento” come il commissario Terranova che troverà tante risposte e sorprese nel giorno del suo trentasettesimo compleanno.

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Antonio Boggio


Nato nel 1982, è cresciuto a Carloforte, nell’isola di San Pietro, una piccola isola a sudovest della Sardegna. Attualmente vive e lavora a Cagliari. Alcuni suoi racconti sono apparsi in antologie e riviste.“Omicidio a Carloforte” è il suo romanzo di esordio, primo giallo di una serie con il Commissario Alvise Terranova, che continua con !Delitto alla Baia d’Argento”