Il mondo di sera 




Sinossi. Affascinante, straricco, amato senza remore dalle donne – e dagli uomini – della sua vita, eppure ignaro dell’effetto che provoca sugli altri, Stephen Monk si trova a riavvolgere il nastro della propria esistenza, devastata dalla crisi del suo ultimo matrimonio. Mentre il mondo precipita a velocità vertiginosa verso il baratro della seconda guerra mondiale, Monk torna dopo oltre trent’anni alla casa della sua infanzia, in una piccola comunità quacchera della Pennsylvania, nuovamente circondato dalle cure della «zia» che l’ha cresciuto con indefettibile abnegazione. E, costretto all’immobilità da un incidente forse non del tutto casuale, decide di mettere ordine fra le lettere della prima moglie, Elizabeth, una scrittrice di successo scomparsa da pochi anni. Sarà lei, indirettamente, a gettare una luce nella sua confusione, aiutandolo a disfarsi del passato – «Mettilo in una teca di vetro e ammiralo come fosse un tesoro, se vuoi» –, a riflettere sulle leggi imperscrutabili che governano l’attrazione, ad accettare la stranezza del matrimonio, di tutti i matrimoni, almeno quelli che durano. E sarà sempre lei, che in un certo senso ha «inventato» Monk e ne ha fatto «il più realistico» dei suoi personaggi, a fornirgli la chiave per comprendere e perdonare sé stesso. Così, nel desiderio espresso da Elizabeth: «Ah, come mi piacerebbe, come mi piacerebbe saper buttare giù a decine di quei vasti, informi romanzi impulsivi, pieni di opinioni contraddittorie e di calore, di energia, di stupidità e di vita», si può leggere in filigrana quello che è mirabilmente riuscito a Isherwood in queste pagine.

II MONDO DI SERA

di Christopher Isherwood

Adelphi 2023

Laura Noulian ( Traduttore )

Narrativa straniera, pag.394

 Recensione di Simona Burgio 

Chi è causa del suo male pianga sé stesso.” 

Questa frase riassume perfettamente la morale di questo libro.
Il protagonista, Stephen Monk, è un uomo alto, biondo, attraente, con gli occhi scuri troppo espressivi. Un intellettuale freddo, annoiato e noioso che frequenta i salotti mondani e intellettuali di tutto il mondo.

Insieme a sua moglie, la spiritosa e attraente Jane, conduce una vita insignificante nella quale annaspa nel fango della gelosia. Intorno a lui i nazisti stanno per conquistare il mondo nel modo più empio e lui prosegue con colossali sbronze che lo aiutano a dimenticare, almeno per un po’, il senso di colpa.  È come un bambino indifeso in mezzo al caos che lui stesso ha creato.

Non ha più il controllo su ciò che succede, quando arriva un momento in cui non ha più dubbi: deve fuggire dall’inquieta e brutale solitudine. Allora decide di tornare alle origini, nella casa in cui è cresciuto senza portare nessuno con sé, niente di niente, a parte una valigia, lontano dai suoi demoni.

Ma i problemi non si risolvono fuggendo, perché sanno esattamente dove trovarti. Stephen ci racconta la sua storia, il percorso interiore attraverso il passato per comprendere il suo presente.
È un match che richiede tutta la sua forza. Ripensa a Elizabeth, la sua amata prima moglie, legge le sue lettere e pian piano riscopre una parte di sé che era nascosta in un tunnel buio e profondo, nel quale il dolce Michael lo tormenterà per molto tempo. 

Per certi versi, Stephen mi ricorda moltissimo un Gatsby con il potere e la ricchezza che scivola a poco a poco, nelle azioni peggiori della sua vita. Con questo romanzo, Christopher Isherwood ci dà la sensazione di leggere la sua autobiografia romanzata. Ci invita a capire e perdonare il suo protagonista. Ci scongiura, quasi, di vedere oltre la superficialità e le menzogne, fino a comprendere con chiarezza il percorso di un uomo che prova a risalire la china grazie all’amore.

A volte, la verità è così vasta che non osiamo andarle incontro. E poi, ecco che, con l’aiuto delle persone che ci amano, tutto diventa meno spaventoso e accettabile. Perdoniamo noi stessi, lo facciamo davvero, dal profondo del cuore. 

“La vita è sopportabile perché sappiamo, o pensiamo di sapere, che ha un senso.” 

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Christopher Isherwood


(Wybersley Hall, 26 agosto 1904 – Santa Monica, 4 gennaio 1986). Figlio di un ufficiale dell’esercito che morì durante la Prima guerra mondiale, incontrò a scuola Wystan Hugh Auden con cui ebbe una relazione, ma che rimase suo amico per tutta la vita e con cui scrisse tre drammi teatrali ancora inediti in Italia. Studiò a Cambridge dove incontrò Stephen Spender che era alla Oxford University con Auden. Si trasferisce a Berlino dove scrive un romanzo e una serie di racconti (Addio a Berlino) che poi ispireranno il musical Cabaret. Nel 1931 conosce Edward Morgan Forster con cui diventa intimo amico. Nel 1932 il suo secondo romanzo, The memorial, fu pubblicato dalla casa editrice di Virginia e Leonard Woolf. Con Auden compie un viaggio in Cina e nel 1939 va a vivere negli Stati Uniti in California (nel 1946 diventerà cittadino americano) dove ottiene un lavoro come sceneggiatore cinematografico a Hollywood. Isherwood si converte poi all’induismo su cui scrive anche alcuni saggi, proseguendo nel frattempo la sua attività di romanziere. Dal 1953 fino alla morte vive con il suo compagno il pittore Don Bachardy.

A cura di Simona Burgio 

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