La cura dell’acqua




 LA CURA DELL’ACQUA

di Sophie Mackintosh

Einaudi 2023

Norman Gobetti (Traduttore)

Narrativa moderna e contemporanea, pag.256

Sinossi. Tre ragazze, tre sorelle. Grace, Lia e Sky vivono in un luogo da sogno, un’isola di pace dove splende sempre il sole. Al sicuro. Perché oltre il mare, oltre l’orizzonte, si nascondono insidie mortali: gli uomini. È dalle loro tossine che i genitori hanno sempre protetto le figlie, sottoponendole a duri allenamenti quotidiani per scongiurare quella terribile minaccia che incombe su ogni donna. Sono forti, Sky, Lia e Grace, ma con l’arrivo inatteso di tre naufraghi tutte le loro certezze vacillano. Le sorelle possiedono davvero l’antidoto per quel temibile veleno?


La cura dell’acqua

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Le fiabe sono scritte perché insegnino. Spesso il loro finale, o la storia in se stessa, non è all’acqua di rose. Anzi. Le cattiverie subite vengono ripagate moltiplicate per dieci: in questo modo il lettore può inorridire e al contempo trarre le proprie conclusioni su come è giusto o sbagliato comportarsi. ‘La cura dell’acqua’ segue la scia principalmente della Atwood con un’analisi approfondita sui vincoli di sangue e sul ruolo delle donne nella società moderna.

Isolamento, mancanza di amore disinteressato, manipolazione e violenza intrinseca rendono questo romanzo un gioiellino horror. Ci troviamo in un albergo dismesso, in piena decadenza ai margini di una spiaggia sul mare.
I protagonisti si muovono al rallentatore, come sott’acqua, rosi dalla mancanza di occupazioni. Grace, la maggiore delle figlie, è un mistero per buona parte della lettura. Ligia al dovere, la più indifferente – sembra – alla mancanza di affetto. Lia è la figlia di mezzo che ci parla spesso. I tumulti interiori della giovinezza sono controllati fino allo stremo.

La ragazza ha una sensibilità acuta, colma di odio/amore verso le sue sorelle e i suoi genitori. E’ quella che, ovviamente, ha tratti autolesionistici. Sky è la più giovane, ancora imbevuta di insegnamenti e incapace di un pensiero critico. Ma poi, come puoi costruire un’analisi quando non hai termini di paragone? I genitori – King e Mamma – le hanno isolate fin da piccole in quel luogo remoto, che pensano sia un’isola. Tratte in salvo dall’aria malsana emessa dal genere maschile che infetta le donne e le rende deboli e ammalate. Sono tutti allenati a sopravvivere, sempre in allerta.

I duri trattamenti a cui sono state sottoposte da King, il padre, hanno forgiato le ragazze come novelle amazzoni e come loro si muovono nello spazio circostante della foresta. L’ambiente, un tempo lussureggiante e colmo di coltivazioni, ora è abbandonato. Come l’animo umano che avvizzisce se non amato. Solo la parte più lontana dalla casa è ancora viva e ricolma di vita. Ma sotto il caldo e l’afa che punteggiano i giorni tutti uguali il sentore che se ne sprigiona sa di morte e marcio. King scompare e tre uomini arrivano sulla spiaggia. Le donne sapranno stare lontane dal loro alito malefico? Con acume l’autrice mostra che no, non sempre è possibile.

I sentimenti forti ti indeboliscono, ti aprono il corpo come una ferita. Per tenerli a bada ci vogliono vigilanza e terapie regolari. Nel corso degli anni abbiamo imparato come smorzarli, come esercitare e rilasciare l’emozione solo in condizioni controllate, come padroneggiare il nostro dolore’.

Potrebbe sembrare un’utopia ma pensandoci bene, ai giorni nostri, non è un consiglio così effimero. Quasi tutte le donne ormai sono molto più attente e affrontano le sfide della vita curando il corpo anche con sport o ginnastica. È una maniera di essere più forti, più consapevoli e di poter muovere nello spazio con padronanza fisica.


Ma qui, in questo romanzo, cos’è l’acqua?


Un elemento che simboleggia il materno per chi sa interpretare. Non per nulla le tre sorelle hanno il divieto di entrare nell’acqua del mare. Però possono usufruire della piscina e delle vasche da bagno, un surrogato asettico di tutto il buono che esiste nella femminilità. L’acqua salva dalla sete, dagli incendi ma può anche uccidere. Viene anche intesa come elemento di riti di passaggio come il battesimo per i cristiani. La realtà alternativa delle sorelle si svolge nell’acqua, da cui sono attratte in modo oserei dire morboso. La verità che sgorga dai ricordi di Lia e di Grace fa comprendere come una setta anche familiare possa plagiare le menti più forti.

Le tre sorelle sono unite in modo indissolubile. Tre donne che simboleggiano l’età umana: adulta, giovane e bambina. Ci ricordano che sappiamo essere forti, lo siamo e che è fondamentale il sentimento della rabbia che scuote le viscere per mostrare al mondo che sì, siamo vive e pensanti. La casa dove abitiamo può crollare da un momento all’altro ma sappiamo scavalcare recinti spinati per inoltrarci in posti sconosciuti, unite e pronte alle sfide.

Sophie Mackintosh ci regala questo romanzo che è opprimente a tratti ma così denso di vita e sentimenti che si rimane inebriati. La divisione in capitoli brevi con le voci delle protagoniste fa sì che la lettura sia scorrevole. Non si può poi non fermarsi a riflettere e lasciare che le parole o le frasi penetrino nel profondo. ‘La cura dell’acqua’ ha molti livelli di lettura ed è un piacere lasciarsi cullare dalle immagini e dalle sensazioni che scaturiscono.

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Sophie Mackintosh 


Sophie Mackintosh è nata in Galles nel 1988. Ha pubblicato racconti, saggi e poesie su varie riviste, tra cui «Granta», «The White Review», «The Stinging Fly». Nel 2016 ha vinto il White Review Short Story Prize e la Virago/Stylist Short Story Competition. Per Einaudi ha pubblicato ‘Biglietto blu’ (2021) e  ‘La cura dell’acqua’, il suo romanzo d’esordio, selezionato per il Man Booker Prize e vincitore del Betty Trask Award.

A cura di Marina Toniolo

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