ll prigioniero americano




Sinossi. Primavera del 1944. L’Europa è in fiamme, e sulle montagne dell’Appennino umbro-marchigiano si incrociano i destini di un uomo e una donna.Lui è il console degli Stati Uniti d’America Walter Orebaugh che, arrestato a Montecarlo sul finire del 1942 e tenuto confinato prima a Gubbio e quindi a Perugia, fugge nel gennaio 1944, per unirsi alla Brigata San Faustino, una banda partigiana composta da alcuni ufficiali dell’esercito italiano e da una schiera di giovani proletari della zona. Lei è Maria Keller, ballerina ungherese di tip-tap che nel dicembre del 1939, dopo aver girato per anni il Mediterraneo con una compagnia internazionale, è finita in carcere a Perugia con l’accusa di spionaggio al soldo dei Francesi, per poi fuggire dopo quattro anni raggiungendo i partigiani in montagna. È la primavera della grande offensiva partigiana e a Orebaugh viene richiesto di mettere la Brigata San Faustino in collegamento con il comando alleato, oltre la linea del fronte: quello che mancano sono le armi per affrontare il nemico che razzia e terrorizza il centro Italia. Ma lontano dai campi delle operazioni, dagli scontri tra i vari comandanti partigiani è la figura di Maria Keller ad agitare l’animo dei combattenti: come ha fatto a evadere? E se fosse una spia dei fascisti arrivata tra loro per spiarne le mosse? È possibile credere a quello che racconta? Ispirandosi a una storia vera, Giovanni Dozzini ricostruisce un pezzo della storia della Resistenza del nostro paese partendo da alcuni destini individuali emblematici, raccontandoci come ritrovarsi combattenti per la libertà spesso sia un caso, decidere di combattere è invece quasi sempre una scelta.

 IL PRIGIONIERO AMERICANO

di Giovanni Dozzini

Fandango Libri 2023

Romanzo, pag.356

 Recensione di Giulia Manna

Non conoscevo questo autore. Ho scelto “Il prigioniero americano” per il tema. Adoro i romanzi storici ispirati a storie vere e sono un’appassionata, a tempo perso, di storia. Quindi, non potevo perdermi questo libro che si è rivelato una piacevole scoperta.

E’ un romanzo tosto. Lascia di sasso.
La storia viene narrata a blocchi, dove i protagonisti principali sono il console degli Stati Uniti d’America Walter Orebaugh ed una ballerina ungherese di tip tap di nome Maria Keller.I due finiranno per incontrarsi sui monti di Perugia. L’uomo confinato in Umbria e la donna imprigionata con l’accusa di spionaggio. 

La loro storia, così come quella di altri protagonisti del romanzo, è un pezzo fondamentale della storia della Resistenza. Una storia molto “vicina” all’autore, ambientata nei dintorni di Perugia, luogo d’origine di Dozzini. “Il prigioniero americano” ridà vita ad una storia che non va dimenticata. 

Nessun inferno è uguale a quello degli altri, ognuno aveva il proprio inferno personale che bruciava pronto ad aspettarlo. Il mio è già arrivato, pensò Maria. D’ora in avanti non avrebbe smesso di ardere per un solo istante.

La malinconia era il modo in cui si inceppava l’umore degli uomini quando le cose che gli erano accadute cominciavano a essere troppe. Era anche un modo di essere vivi, però. Nella malinconia albergava la speranza, perlomeno quella di tornare a immaginarsi come si era stati una volta.

Consiglio caldamente questo libro pieno di materiale e davvero molto curato nei dettagli. 

Buona lettura.

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Giovanni Dozzini


è nato a Perugia nel 1978. È scrittore, traduttore e giornalista. Ha scritto, soprattutto di libri e musica, per «Europa», «Corriere dell’Umbria», «Huffington Post», «pagina99» e «Nazione Indiana». È tra gli organizzatori di Encuentro, festival di letterature in lingua spagnola.