Non uscire nella notte




Sinossi. A trentadue anni Chloe Davis è una psicologa affermata. Se la sua specialità è aiutare gli altri a superare i propri traumi, non si può dire che sia altrettanto brava con se stessa. Aveva dodici anni quando ha capito che i mostri non sono ombre tra gli alberi o strane creature che si nascondono nel buio, bensì che quelle ombre hanno un volto, un corpo, sono reali. I mostri vivono in mezzo a noi e, vent’anni prima, Chloe ha imparato a temerne uno in particolare: il predatore che ha rapito e ucciso sei adolescenti nella sua città. L’uomo che lei stessa ha scoperto e denunciato. Suo padre. A distanza di vent’anni Chloe lotta ancora con l’angoscia e il senso di colpa per essere la figlia del mostro. Non bastano i calmanti e gli antidepressivi che si autoprescrive falsificando le ricette. Non bastano l’amore del fidanzato né i preparativi per le nozze imminenti. La felicità, per lei, è sempre fuori portata. E quando un’adolescente del posto scompare all’improvviso e poi un’altra ancora, l’incubo di quell’estate lontana sembra materializzarsi di nuovo. Forse è solo paranoia, o forse la storia si ripete. Quel che è certo è che, anche questa volta, Chloe farà di tutto per dare un volto all’assassino e scacciare la sua ombra.

 NON USCIRE NELLA NOTTE

di Stacy Willingham

Piemme 2023

Irene Annoni ( Traduttore )

thriller, pag. 400


Non uscire nella notte

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Il titolo originale inglese, che tradotto suona come ‘Sfarfallio nel buio’, rende molto bene la tipologia di romanzo che si sta per affrontare. Ci troviamo in Louisiana, in estate e la natura è nel massimo del suo fulgore. Ogni notte vede il risveglio di un piccolo insetto fantastico poiché capace di illuminarsi da solo: la lucciola. Così, anche se non si dispone di una sorgente luminosa artificiale, possiamo affidarci a lei per riconoscere i luoghi e sentirci al sicuro. La lucciola compare nel piercing di un’amica della protagonista, Chloe, che misteriosamente, vent’anni prima, scompare. L’oggetto viene ritrovato dalla ragazzina dodicenne nell’armadio del padre: questo fatto porta alla sua incriminazione e alla incarcerazione per le misteriose scomparse avvenute nel giro di qualche mese.

Di fatto, Chloe è una sopravvissuta. Ora, superati i trent’anni, con un buon lavoro, un fratello premuroso e un fidanzato perfetto, non riesce ancora a darsi pace e convive con attacchi d’ansia e uso improprio di farmaci. La comparsa di un nuovo serial killer che sfrutta lo stesso modus operandi del padre mette in moto una catena di eventi che porta Chloe quasi sull’orlo della pazzia ma che allo stesso tempo, nel buio degli eventi, le permette di scorgere la lucciola che le indica la via da seguire. Fidandosi del suo istinto.

Questo è un thriller che analizza le dinamiche delle persone quando si ritrovano ad avere un omicida seriale in famiglia.
Come può la mente conciliare l’efferatezza dei delitti con l’immagine della donna o dell’uomo a casa? 

Magari è una figura premurosa, amorevole, piena di attenzioni. Come fidarsi nuovamente quando si è stati traditi proprio da chi amiamo di più? Questo è il dilemma di Chloe che per un pezzo si aggrappa al suo fidanzato Patrick. Ma pure lui è una figura sfuggente, piena di ombre e di conflitti irrisolti. Piccoli eventi fanno sì che la donna prenda l’iniziativa e si concentri sulla ricerca di informazioni per venire a capo di queste nuove sparizioni che turbano la tranquilla cittadina.

Interessante l’analisi dell’autrice sulla sensazione di impotenza che viene generata da eventi tragici: molti disturbi psicosomatici infatti derivano da questa perdita di potere e controllo e si ritrovano spesso nelle famiglie con problematiche o appunto in seguito allo scoprire che una persona non è quello che appare. Ogni personaggio affronta nel corso della lettura una profonda rivalutazione quasi a mostrare l’esatto opposto che ci si immagina: ecco che la madre catatonica di Chloe riesce a comunicare con la figlia, ecco il detective incaricato delle indagini credere alla donna quando poco prima dubita della sua sanità mentale. Questo passaggio è necessario per l’evoluzione della protagonista. Da figura instabile e piena di dubbi compare l’opposto capace di fronteggiare situazioni spiacevoli e addirittura prendere l’iniziativa. 

Tradotto con maestria con una prosa non ridondante,  ‘Non uscire nella notte’ può sembrare un thriller molto meno complesso di quello che in realtà è. Segue la scia fortunata delle docuserie televisive sui serial killer e, visto il moltiplicarsi dell’offerta, viene da pensare che il genere avrà nuovi sbocchi interessanti.

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Stacy Willingham


classe 1991, è un’autrice statunitense. Ha lavorato come copywriter e brand strategist per varie agenzie di marketing prima di dedicarsi alla scrittura. Nel 2023 esce per Piemme, ‘Non uscire nella notte’.

A cura di Marina Toniolo 

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