Sanremo e il tesoro di Hitler




Sinossi. Venerdì sera è la vigilia del torneo internazionale di Texas hold’em al Casinò di Sanremo. Un concorrente iscritto, Thomas Lenhoff, è appena arrivato in città. Ma uno sconosciuto lo uccide in una camera dell’hotel Royal. Ad occuparsi del delitto è il commissario Francesco Orengo. Durante le prime verifiche emergono alcune anomalie: la carta di identità fasulla dell’assassino e alcuni fogli in una tasca dei pantaloni della vittima, nei quali si parla di un misterioso tesoro di Hitler. Si tratta di una vicenda controversa, risalente all’epoca dell’occupazione nazista di Sanremo. E con molti elementi mai svelati. L’indagine si trasforma così in un viaggio tra passato e presente, tra difficoltà e ostacoli, compresi pedinamenti e agguati. Quell’omicidio era infatti necessario per tenere occultato un segreto nascosto nel ponente ligure. A mano a mano che va avanti, il commissario Orengo rischierà tutto per difendere sé stesso e le persone più vicine. Fino al più incredibile degli epiloghi. “In questo gradevole romanzo, che non si può definire giallo, perché più o meno le ipotesiinvestigative sono esplicitate fin dall’inizio, il Nostro mette a frutto questa sua consistente esperienza on the road per sviluppare un racconto d’indagine sospeso tra la geografia e la storia…il quadro storico delineato è autentico, anche se il narratore si è preso, come era suo diritto, la libertà di inventare dettagli, personaggi e circostante…” (Bruno Morchio – Prefazione)

 La terza indagine del commissario Orengo

di Achille Maccapani

Prefazione: Bruno Morchio

Frilli 2023

Noir, pag.240

 Recensione di Loredana Cescutti

Wunderbar! Meraviglioso… mentre prende tra le mani quel gioiello preziosissimo, ancora in eccellente stato, nonostante le traversie trascorse nell’arco di quasi un secolo…. Estrae dalla tasca una lente e lo controlla in modo accurato… Adesso è mio. Finalmente.

Sì, ma per poco tempo – gli risponde l’uomo, estraendo dal giaccone la pistola…”

Come iniziare, se non dicendo che in questo romanzo ci ho letteralmente lasciato gli occhi ma anche il cuore.

È stata una lettura intensa, rapida e importante, che ho affrontato con avidità, per la curiosità di arrivare in fondo, a discapito delle lettere piccole piccole che non si potevano ingrandire sulla carta.

Il passato e il presente che realmente si intrecciano e una storia, quella di due esseri umani che ti lacera l’anima per l’impotenza di rimettere a posto qualcosa che non è più possibile aggiustare e che ha provocato milioni di morti ingiuste.

Ma facciamo un passo indietro.

Io non conoscevo il commissario Orengo ma vi è stata da subito sintonia.

Un passato che qua e la a bricioline arriva, per fortuna non tutto così potrò gustarmi i precedenti, e uno stile nel rapportarsi sul lavoro che lo rende, a seconda, dei casi fedele e insostituibile come piuttosto un osso andato di traverso molto pericoloso.

“… certi soggetti farebbero meglio a restare al loro posto. Altrimenti finiscono male.”

Un omicidio per cui, da subito, le pressioni si riveleranno molteplici, al fine di mettere tutto in sordina il prima possibile ma Orengo, che ha vista e intuito da vendere, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e da qui la storia assumerà un certo grado di velocità, sino ad arrivare ai fuochi d’artificio nel finale.

Ai capitoli del presente, però, si alterneranno quelli di un passato che fa male, che ti inchioda davanti alla perenne responsabilità di errori commessi da altri, questo sì, ma per i quali anche noi dovremmo sempre stare sull’attenti nel tentativo di non ricaderci anche perché, ritrovarsi nell’oblio è un attimo.

E fin troppo spesso, mi ritrovo a pensare che dalla storia, molto probabilmente non abbiamo imparato niente.

Adesso mi spieghi cosa succede in città. Un altro casino, immagino. Ma devono sempre capitaretutte a te?”

Orengo è un poliziotto determinato, cocciuto e ligio al distintivo che indossa, tanto da risultare scomodo proprio per questa sua rettitudine, che gli impone di non tollerare atteggiamenti che vanno contro i valori della polizia e rispetto ai quali, anche fra i suoi colleghi c’è che vi strizza l’occhiocon convinzione e per interesse.

… noi andiamo avanti. Contro tutti. In direzione ostinata e contraria…”

Un’indagine strana, che riporta in luce frammenti storici importanti e devastanti assieme e che, non tutti vorrebbero che venissero esposti all’opinione pubblica.

“Qualcosa di inquietante si sta definendo…

Una scrittura, quella di Achille Maccapani, precisa, attenta, puntuale che si trasforma fra le pagine, adattandosi perfettamente alla situazione del momento, alternando per cui azione, delicatezza, dolcezza oppure odio estremo sulla base delle scene che si susseguiranno all’interno della storia.

Sono rimasta molto colpita dal commissario, ma anche dal suo entourage sia nel lavoro che nel privato.

La risolutezza di Orengo è lampante, la fedeltà di chi gli vuole bene assoluta e la fiducia da parte di chi gli affida la sua vita giorno dopo giorno in servizio indiscutibile.

Ho trovato l’approfondimento storico, che per altro ben si amalgama con la trama, decisamente interessante anche perché in questa storia, finzione narrativa e fatti storici si muovono di pari passo fondendosi l’uno nell’altro, riuscendo così a rendere il tutto ancora più avvincente.

Ancora più vero.

I luoghi poi risultano, qui, più che mai veri protagonisti e testimoni di un passato segnato, ricco di ferite mai del tutto guarite e di cicatrici ancora ben visibili nelle memorie di chi ancora è testimone di una guerra che ha travolto anche questo territorio, segnando il destino di giovani e famiglie, per sempre.

“… occorre che lei abbia il coraggio di varcare quella soglia proibita che nessuno ha mai voluto superare. Lei sarebbe pronto a farlo, dottore?”

Tutto rimarrà nelle mani d questo commissario cocciuto, che non avrà possibilità illimitate e non potrà permettersi alcuno sbaglio, oltre a doversi guardare costantemente le spalle, poiché nemici fin troppo vicini stanno tramando contro di lui e di conseguenza, a questo punto lui e solo lui potrà e dovrà decidere come muoversi.

Un ritmo che aumenta progressivamente, una lotta contro il tempo sempre più esplicita e alla fine, il colpaccio finale, che lascia il lettore in sospeso e ansioso di leggere un seguito quanto prima, complice la miccia che rimane accesa e che piano piano sta cercando di raggiungere il suo bersaglio.

“Perché Orengo è uno sbirro pericoloso.

L’uomo sbagliato nel posto giusto…”

Buona lettura!

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Achille Maccapani


(Rho, 1964) è laureato in giurisprudenza ed è segretario comunale di alcuni comuni nelle province di Savona e Imperia. Dopo aver pubblicato diversi saggi e manuali di diritto degli enti locali, ha esordito nella narrativa con il romanzo “Taci, e suona la chitarra” – Milano rock Ottanta (Fratelli Frilli Editori, 2005 – XXII Premio Città di Cava de’ Tirreni), cui sono seguiti “Delitto all’Aquila nera” (Zona, 2007), “Confessioni di un evirato cantore” (Fratelli Frilli Editori, 2009 – fiorino d’argento del Premio Firenze) e “Bacchetta in levare” (Marco Valerio, 2010). Successivamente ha dato inizio al ciclo seriale delle indagini dell’ufficiale dei carabinieri Roberto Martielli e del magistrato Viviana Croce con i romanzi “Il venditore di bibite” (Fratelli Frilli Editori, 2018), “Destini in fumo” (Fratelli Frilli Editori, 2019) e “Ventimiglia riviera dei fuochi”(Fratelli Frilli Editori, 2020). Con il romanzo “Delitto al Festival di Sanremo” (Fratelli Frilli Editori, 2021 – Premio speciale Giallo & noir della 44° edizione del Premio letterario “Santa Margherita Ligure – Franco Delpino”) ha avviato la serie delle indagini del commissario Francesco Orengo, che prosegue con “Lo smemorato di Sanremo” (Fratelli Frilli Editori, 2022) e con questo libro. Alcuni racconti dedicati ai suoi personaggi seriali sono stati pubblicati nelle antologie “Una finestra sul noir” (Fratelli Frilli Editori, 2017), “44 gatti in noir” (Fratelli Frilli Editori, 2018), “Tutti i sapori del noir” (Fratelli Frilli Editori, 2019), “I luoghi del noir” (Fratelli Frilli Editori, 2020), “Odio e amore in noir” (Fratelli Frilli Editori, 2021) e “Quei sorrisi noir” (Fratelli Frilli Editori, 2022), tutti curati da Armando d’Amaro, in ricordo dell’editore Marco Frilli.